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Stuprata a Senigallia: assolti perché la vittima è “mascolina”. La Cassazione annulla la sentenza

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di Marco Vitaloni
vivere.biz/marcovitaloni


L'aspetto fisico di una donna che dichiari di essere stata stuprata "è irrilevante" nel valutare la credibilità della sua denuncia.

Lo hanno scritto i giudici della Corte di Cassazione nella sentenza depositata martedì dell'annullamento dell'assoluzione di due giovani peruviani accusati di aver violentato una connazionale a Senigallia, la notte del 9 marzo del 2014. I tre, che frequentavano una scuola serale a Senigallia, avevano deciso di trascorrere una serata insieme. In questa occasione sarebbe avvenuta la violenza.

I due ragazzi erano stati condannati in primo grado a 5 e 3 anni di reclusione. Nel novembre 2017 la Corte d'Appello di Ancona li aveva poi assolti non ritenendo credibile la testimonianza della giovane, all'epoca 20enne, con un'allusione nella sentenza a una "personalità tutt'altro che femminile quanto piuttosto mascolina". Il procuratore generale di Ancona, Sergio Sottani, aveva impugnato la sentenza e lo scorso marzo la Cassazione ha accolto il ricorso annullando il giudizio di secondo grado e disponendo un nuovo processo d'appello che verrà celebrato a Perugia.

Nella sentenza di annullamento la Cassazione ha scritto che i giudici della Corte d'Appello (tre donne) si sono basati su una "incondizionata accettazione" del racconto reso dagli imputati senza il necessario "supporto probatorio" e senza alcun "serio raffronto critico" con la sentenza di condanna emessa nel primo grado.



Questo è un articolo pubblicato il 10-04-2019 alle 10:17 sul giornale del 11 aprile 2019 - 6540 letture