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Sentenza shock: donna mascolina, "non è violenza". L'Avvocato del Foro di Ancona Galeazzi: "Considerazione non necessaria, deleterio ai fini processuali"

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In decine ieri per manifestare davanti alla Corte d'Appello di Ancona lo sdegno per la sentenza che ha visto tra le motivazioni addotte dalle tre giudici donne asseriva la mascolinità della ragazza. “Siamo tutte Vikingo”. Prende la parola l'Avvocato del Foro di Ancona e di uno dei due imputati Gabriele Galeazzi. E il processo non finisce qui

“Vergogna, vergogna” il grido che si alza dalla folla indignata riunitasi per il flash mob organizzato da Marche Pride. In decine accorsi per testimoniare il proprio sdegno sotto le finestre della Corte d'Appelo, in pieno centro di Ancona. Una sentenza che ha sollevato polemiche in tutta la nazione quella del collegio, completamente femminile, che ha ribaltato il primo grado, dove i due ragazzi coinvolti nella vicenda erano stati condannati rispettivamente a 5 e 3 anni di reclusione.

Diverse le motivazioni che hanno portato le tre giudici a ribaltare il verdetto nel secondo grado di giudizio, ma tra le molte una in particolare ha sconvolto l'opinione pubblica. L'imputato al quale era stato contestato lo stupro dichiarava durante il processo di non essere attratto fisicamente. Sarebbe stata quindi la ragazza a provocare il ragazzo, all'epoca 20enne, fino a convincerlo a consumare l'atto sessuale: all'imputato “la ragazza nemmeno piaceva, tanto da verne registrato il numero sul cellulare come “XXXXX Vikingo” con allusione ad una personalità tutt'altro che femminile, quanto piuttosto mascolina, che la fotografia presente nel fascicolo processuale appare confermare” le parole della sentenza.

Sentenza che in questi giorni è stata bocciata dalla Cassazione e che dovrà quindi essere riesaminata dal tribunale di Perugia. Non sono ancora state pubblicate le motivazioni del rigetto della Suprema Corte, ma non stupirebbe se tra queste ci fosse proprio quella frase sull'aspetto della giovane.

I MANIFESTANTI
Assieme agli organizzatori di Marche Pride i sindacati cgil, cisl e uil, numero sigle di movimenti femministi, rappresentanti dell'associazione studentesca Gulliver e dei partiti PD e Altra Idea di Città. Ad urlare il loro dissenso e decine, soprattutto donne, ma non sono mancati anche gli uomini a far sentire la loro voce. “Di nuovo si punta il dito sulla donna che subisce le violenze” il commento della Segretaria CGIL Marche Daniela Barbaresi: “Il tema non è la singola azione, ma il rispetto che si manifesta per la figura della donna. Le parole usate più che irresponsabili sono una doppia violenza verso questa ragazza e tutte le donne”. “Il PD è sempre vicino a queste battaglie contro la discriminazione” afferma Pietro Casalotto, Responsabile al lavoro del PD Marche “è forte l'indignazione per questa sentenza della nostra Corte d'Appello, fortunatamente annullata dalla Cassazione. Chi rispetta una certa cultura giuridica non può rispecchiarsi in queste motivazioni”.

A parlare anche Laura Desini, presidente dell'associazione studentesca Gulliver “Come associazione ci indigniamo fortemente. Vuol dire definire la figura della donna in maniera arcaica, trattarla come un oggetto che può subire violenze”. “Impossibile definire in breve la nostra indignazione” spiega Loretta Boni, esponente della lista Altra Idea di Città e attivista in diverse associazioni per il diritto femminile “Valutare una violenza sulla base dell'aspetto fisico ci lascia senza parole. Le donne sono attaccate sulla 194, sull'affido, con violenza e ora arriva anche questa perla di sentenza. Si assolve con un motivo che svia l'attenzione”.

L'AVVOCATO DI UNO DEI DUE IMPUTATI

Una considerazione quella sull'aspetto fisico contestata anche dall'avvocato di uno dei due ragazzi coinvolti nella vicenda, quest'ultimo accusato di aver fatto il palo mentre si consumava il rapporto. “Una considerazione che non era necessaria (quella sull'aspetto fisico della ragazza n.d.r.) anzi è stato deleterio ai fini processuali” Sostiene l'avvocato del Foro di Ancona Gabriele Galeazzi. Una valutazione assolutamente irrilevante ai fini del giudizio, in quanto qualsiasi considerazione in merito all'aspetto fisico era già di per sè irrilevante ai fini dell'assoluzione. Sono fiducioso in merito al nuovo giudizio in quanto a prescindere da tutto era emerso chiaramente l'estraneità del mio assistito rispetto ai fatti. Non credo che il clamore mediatico influenzerà il nuovo processo”.

Infatti il processo non finisce qui. Nelle prossime settimane verranno pubblicate le motivazione della sentenza della Corte di Cassazione a chiarire i motivi del rigetto della sentenza, ma non è detto che la corte di Perugia non assolva a sua volta i due ragazzi, possibilmente senza commenti stavolta sull'aspetto fisico della ragazza. A prescindere da come siano andati i fatti, o sulla colpevolezza o meno dei due imputati, rimarrà l'indignazione per la valutazione estetica di una giovane donna relativamente ad una causa di violenza sessuale.



... L'avvocato Gabriele Galeazzi


Questo è un articolo pubblicato il 11-03-2019 alle 23:48 sul giornale del 12 marzo 2019 - 1638 letture