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intervista

Liberi come Epicuro. Giacomo Campanile tra musica, religione e filosofia epicurea

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di Netanya Primicino Coen


La sera di giovedì 23 luglio alle 21:30, prima dell'intervento dedicato agli stoici di Selene I. S. Brumana, il Campanile Group terrà un concerto in cui presenterà alcune canzoni "epicuree". Ecco chi è il Campanile Group.

Come e quando è nato questo gruppo? Come vi siete conosciuti? Che ruolo ha ciascuno di voi nel gruppo?

Il gruppo musicale Campanile Group nasce in virtù di un grande amore per la musica. La musica è una passione, la musica è gioia, la musica è terapia contro lo stress della vita di oggi.
Ora mi presento mi chiamo Giacomo Campanile e sono di Senigallia ma lavoro da più di 30 anni a Roma nel liceo classico Eugenio Montale dove insegno Religione Cattolica. Ho iniziato a suonare la chitarra a circa 14 anni. La mia musica le mie composizioni sono nell'ambito del sacro. I testi spesso sono tratti dalle Sacre Scritture però con ritmi che seguono i diversi stili musicali attuali. Molti brani che ho composto li potete ascoltare sul mio canale YouTube (https://www.youtube.com/user/giacomocampanile) o scaricare in MP3 su il mio sito (https://www.giacomocampanile.it/index.php?s=mp3)
Le mie composizioni hanno sfumature di jazz con dei ritmi funky, rock, latino americano, in questo modo cerco di avvicinare i giovani al messaggio della Bibbia.
Teologia e musica sono i due binari su cui in questi 40 anni ho fatto camminare la mia esistenza. Anche l'arte, la filosofia, la storia sono state i miei interessi in questi anni, lo studio della filosofia epicurea è stata una tappa del mio cammino teologico ho fatto un approfondimento, uno studio sulla filosofia epicurea negli ambienti del Cristianesimo della scuola Alessandrina (siamo nel 3 secolo DC) in modo particolare ho approfondito un autore, un grande padre della chiesa che si chiama Clemente d'Alessandria. Potete leggere l'articolo nel sito di Epicuro gestito da Michele Pinto (https://epicuro.org/old/campanile.html).

Ora presento i musicisti di questo gruppo, prima di tutto Achille Campanile mio nipote anche lui da sempre appassionato di musica suona la chitarra e ha una bellissima voce e compone canti molto profondi sia come musica che come contenuti. Studia lettere all'Università di Napoli e si è laureato con una tesi sulle canzone con un excursus storico che va dal medioevo a De André.

Poi c’è Lucio Chieruzzi valente musicista che studia fisarmonica al conservatorio di Santa Cecilia di Roma è veramente una persona geniale e portata per la musica. Polistrumentista suona pianoforte, chitarra, basso, tastiere anche lui ha composto una canzone per questo festival di Epicuro che ascolteremo al concerto. Suono con lui da 6 anni.

Una canzone è dedicata al libro del Qoèlet, ci sono punti di contatto tra Epicuro l’”ateo” e la religione?

Bella domanda. Sappiamo che sono pochissimi gli scritti di Epicuro che sono arrivati fino a noi. Nell’apologetica cristiana dei primi secoli Epicuro vien accusato di ateismo perché atomista e perché critica la religione politeista, la superstizione per Epicuro è quasi una malattia da cui bisogna guarire perché nega il libero arbitrio. Secondo me Epicuro non può definirsi ateo in quanto non nega le divinità, ma per salvaguardare il libero arbitrio afferma che gli dei esistono ma sono lontani, possiamo definirlo in un certo senso un teista. Poi a lui interessa la sfera morale dell’umanità non la sfera teologica.

C’è un filo rosso secondo me che collega la filosofia di Epicuro e l’autore del libro del Qoelet. La differenza sta nel fatto che l’autore del libro della Bibbia crede nel Dio creatore che interviene nella storia umana e rispetta il libero arbitrio mentre Epicuro non conosce questa rivelazione, la riflessione sulla natura umana e pertinente perché segue la sapienza insita nella sola ragione umana creata.
Voltaire, alla voce Salomone del suo Dizionario Filosofico, parla in questi termini dell'Ecclesiaste: "Chi parla, in quest'opera, è un uomo disingannato dalle illusioni di grandezza, stanco dei piaceri e disgustato della scienza. È un filosofo epicureo, che ripete ad ogni pagina che il giusto e l'empio sono soggetti agli stessi accidenti; che l'uomo non ha niente in più della bestia; che sarebbe meglio non esser nati, che non c'è un'altra vita, e che non c'è niente di buono né di ragionevole se non il godere in pace il frutto delle proprie fatiche assieme alla donna amata. L'intera opera è di un materialista a un tempo sensuale e disgustato. Sembra soltanto che all'ultimo versetto sia stata aggiunta una frase edificante su Dio, per diminuire lo scandalo che un tal libro doveva provocare. I critici stenteranno a persuadersi che quest'opera sia di Salomone. È assai più verosimile che l'autore abbia voluto far parlare Salomone ma che, per quella mancanza di coerenza di cui son piene tutte le opere degli ebrei, abbia dimenticato spesso, nel corso del libro, che stava facendo parlare un re. Quel che sbalordisce è che quest'opera empia sia stata consacrata fra i libri canonici. Se si dovesse stabilire oggi il canone della Bibbia, non ci si includerebbe certo l'Ecclesiaste; ma esso vi fu inserito in un tempo in cui i libri erano molto rari, ed erano più ammirati che letti. Tutto quel che si può fare oggi è mascherare il più possibile l'epicureismo che prevale in quest'opera. Si è fatto per l'Ecclesiaste come per tante altre cose ben più rivoltanti; esse furono accettate in tempi d'ignoranza; e si è costretti, ad onta della ragione, a difenderle in tempi illuminati, e a mascherare l'assurdità o l'errore con allegorie". (Voltaire, Salomone, in Dictionnaire philosophique)

Attenzione Voltaire non è un esegeta ma con la sua fine intelligenza è riuscito a cogliere delle assonanze tra Epicuro e il pensiero dell’Autore del libro biblico. Poi molti contenuti delle filosofia epicurea quali amicizia, felicità, vita segreta, libero arbitrio, uguaglianza tra persone, semplicità di vita sono assunti nel cristianesimo come principi morali della vita del credente.


Ne “La canzone di Epicuro” c’è una critica alla società odierna, che è tanto spietata quanto superficiale, ritenendo che si dovrebbe tornare ad Epicuro e alla sua teoria sulla felicità. Credete che Epicuro sia più moderno di quanto si possa immaginare e che sia proprio in lui la chiave per un mondo ed una vita migliore?

La critica che fa Epicuro alla società del suo tempo è la stessa che farebbe oggi alla nostra società globalizzata e consumistica. Per Epicuro la filosofia ha in primo luogo una funzione terapeutica: “Vana è la parola del filosofo se non allevia qualche sofferenza umana”.

Possiamo definire il pensiero epicureo un aiuto nella nostra quotidianità per vivere serenamente. Nei momenti di sconforto in cui ci si demoralizza, questa filosofia è un punto di forza e aiuta a non perdere la lucidità?

Gli studiosi recenti sostengono che il piacere concepito da Epicuro riguarda l’aspetto spirituale dell’anima. Ciò che deve cercare ogni uomo è la tranquillità dell’anima (atarassia). L’uomo deve cercare la pace, per questo bisogna fuggire dal caos di una vita sociale frenetica e a volte solo esteriore. Nella famosa frase di Epicuro: “Ritirati in te stesso, soprattutto quando sei costretto a stare tra la folla” sembra di sentire l’eco del Vangelo.
Un altro pregio della filosofia epicurea è quello di considerare l’uomo non solo come essere politico, in rapporto con lo stato, ma come individuo che ha un valore in sé. Anche qui notiamo una sfumatura che avvicina la filosofia epicurea all’antropologia cristiana.
Un’altra tematica molto vicina alla dottrina evangelica è quella dell’amicizia, Gesù Cristo chiama i suoi discepoli amici.

La musica è uno dei mezzi di comunicazione più diretti e arriva a tutti, ritenete che si potrebbe ambire ad un mondo migliore se i cantanti trasmettessero più messaggi riflessivi e maggiore cultura?

Certo la musica ha un grande potere sull’umanità è quasi alimento dell’anima. Molte volte la musica che ascoltano i giovani è banale e veicola dei contenuti superficiali e devianti. Sarebbe bello vedere una nuova stagione di musica giovanile che possa portare i giovani a riflettere sui valori fondamentali quali amicizia, libertà, felicità.

Qual è stata l’esperienza che avete più interiorizzato nel corso della vostra carriera?

Posso affermare che ogni volta che ci incontriamo per suonare insieme si sprigiona la gioia. La musica è questo dono all’umanità, mette le persone in relazione e in comunicazione creando una sorta di amicizia spirituale. Mentre le arti figurative hanno bisogno della materia per esprimersi, il dipinto il colore, la scultura la pietra ecc. ecc.
La musica è qualcosa di spirituale, che non vediamo con gli occhi e che arriva direttamente al cuore portando felicità, gioia, rendendoci più liberi.


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Questa è un'intervista pubblicata il 06-07-2020 alle 23:59 sul giornale del 08 luglio 2020 - 850 letture