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Il popolo di Salvini e il suo “Capitano”: a Fano le tracce di un’euforia collettiva

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Triplice fischio finale. La tre giorni leghista in terra fanese si è ufficialmente conclusa. E con lei se ne va – ma senza disperdersi - l’euforia dei militanti, che nella serata di sabato ha raggiunto vette che soltanto i presenti possono comprendere. I supporter della Lega erano almeno un migliaio un attimo prima che arrivasse lui, il leader Matteo Salvini. Ma poi, appena il vicepremier si è materializzato, sono come raddoppiati. Pronti ad acclamare quello che per loro sembra essere più una rockstar che un politico.

Tutto è andato come da copione. La Festa della Lega Marche, che quest’anno si è svolta nell’area dell’aeroporto di Fano, è filata liscia come l’olio. Nessuna protesta, nessun tafferuglio, complice il centinaio – almeno - di uomini in divisa e non. Perché – va ricordato – alla kermesse verde c’erano anche diversi agenti in borghese. Alla tranquillità garantita dalle stringenti misure di sicurezza si contrappone, però, lo scomposto e accorato entusiasmo dei presenti, una platea varia e spesso arancio vestita – le magliette inneggianti Salvini campeggiavano già nei banchetti all’ingresso – e, soprattutto, fortemente convinta delle parole del suo “Capitano”. Perché è così che lo chiamano i suoi sostenitori. All’arrivo del ministro dell’interno, subito un tripudio di applausi e di acclamazioni. Gente che gridava “Matteo!”, e chi – appunto – “Capitano!”. Senza dimenticare le donne – certamente più di una – intente a esprimere più di un apprezzamento estetico nei confronti del numero uno della Lega.

Salvini è stato scortato fino alla postazione a lui riservata, dove avrebbe poi cenato. Ma prima di iniziare ha dovuto aspettare che la ressa si disperdesse almeno un po’. Con o senza maglietta addosso, i suoi fan l’hanno pedinato fino al tavolo in legno a cui il leader del Carroccio era destinato. Smartphone in mano, in tanti erano già pronti a strappargli un selfie, ma per quelli hanno dovuto aspettare la fine del comizio. Gli unici a "voltargli le spalle", prima di cena, sono stati coloro che hanno provato a scattarsi una foto con lui sullo sfondo. Tutto questo mentre sul palco si continuava a gridare su donne e Partito Democratico. Ma l’attenzione, oramai, si era irrimediabilmente spostata verso il desco del “capitano”.

Intorno tanti stand enogastronomici, anche con prodotti tipici. A questi si aggiungevano quelli per la vendita di magliette e gadget, senza dimenticare lo spazio adibito al tesseramento. Ma soprattutto c’era lui, il “popolo di Salvini”. Le duemila persone - alcune anche con cane al seguito - sparse di fronte all’aeroporto nel viavai di poliziotti e carabinieri intenti a perlustrare la zona a gruppi di quattro. Tutto questo mentre Salvini ha finalmente potuto cenare, affiancato dal suo staff. Poi il fulmineo trasferimento nell’area stampa, un piccolo recinto delimitato da steccati in legno. Nel mezzo anche “intrusi” privi di pass, prontamente allontanati dagli uomini della sicurezza. Al centro di quello spazio è andato in scena il “riscaldamento” di Salvini prima di salire sul palco. “Ogni questura italiana guadagnerà nuovi uomini rispetto al passato”, ha detto ai giornalisti tra un argomento e l’altro, per poi dirigersi verso il microfono più ambito. Quello attraverso cui, di lì a pochi minuti, avrebbe arringato la folla.

Ma la strada è stata lunga. O meglio, lenta. La scorta gli ha fatto largo tra i supporter smaniosi di stringergli la mano, gli uomini in giacca e cravatta che avrebbero voluto farsi autografare la loro copia di “Secondo Matteo”, e c’era persino la signora che lo ha voluto baciare a tutti i costi. In scia, i giornalisti in cerca di una risposta in più, quella grazie alla quale titolare il prossimo articolo. Cronisti intenti, poi, a trovare una posizione comoda e utile anche per scattare foto e per riprendere l’imminente comizio del vicepremier, ma che non avevano fatto i conti con la folla adorante. Perché – come detto – il popolo di Salvini ci crede davvero. Tanto da mandare a quel paese – per usare un eufemismo pubblicabile - i giornalisti che si sono piazzati davanti anche solo per un attimo. Giusto il tempo di capire la bontà di quella angolazione per l’imminente diretta Facebook. A niente sono servite le spiegazioni e le buone maniere rivolte alla signora che pretendeva che anche i giornalisti si sedessero a terra, mentre altre donne si stavano litigando il posto tra le prime file. Infine la triplice chiamata. Tre volte “Matteo”, poi l’inizio dell’assolo.

Salvini ha accarezzato un po’ tutti i temi della sua campagna elettorale, in una carrellata che non ha lasciato scontento nessuno. Di certo non i suoi uomini e le sue donne, pronti ad applausi scroscianti durante le numerose arringhe anti-immigrazione. Facile scorgere i commenti già dalle prime file. C’è chi non crede affatto che sulla Diciotti si morisse di fame. E c’è chi, parlando di legittima difesa, ha gridato di esser pronto a uccidere un eventuale ladro in casa sua, allegandoci pure una bestemmia.

Salvini, poi, ha toccato quelle che sono – in tutta probabilità - le corde più sensibili per la platea fanese e marchigiana, per lui espressamente le prossime terre da conquistare. Ha fatto riferimenti agli “ospedali che chiudono ingiustamente”, ma anche agli spacciatori pakistani e nigeriani da buttare fuori – “di loro ne ho le palle piene”, ha detto - dall’Hotel House di Macerata, dove si sarebbe recato il giorno dopo appena prima di ripartire. Sullo sfondo, spesso, il tema della sicurezza. La stessa che, in fondo, gli ha chiesto di garantire anche il sindaco di Fano Massimo Seri, che al ministro dell’interno ha consegnato una lettera per scongiurare la chiusura del commissariato locale. Poi stoccate e sarcasmo per tutti, dall’Europa a Matteo Renzi, in mezzo alle tante promesse su famiglia, lavoro, ricostruzione delle zona terremotate. E persino sulla felicità. Tutto ciò che il suo popolo avrebbe voluto sentire. E per cui lo ama.

Vi riproponiamo le foto e i video della serata. Qui la gallery completa.

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Questo è un articolo pubblicato il 17-09-2018 alle 16:26 sul giornale del 18 settembre 2018 - 2277 letture