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Progettava di uccidere ancora, torna in carcere Jurgen Mazzoni: arrestato dopo un week end con amici. Il video

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di Redazione


E' stato condatto per l'omicio e l'occultamento del cadavere della moglie nel 2002 e dopo aver scontato 8 anni di carcere era tornato in libertà. Nel 2015 fu poi denunciato per porto ingiustificato di armi e strumenti atti ad offendere. Ora Jurgen Mazzoni, 41enne senigalliese, è stato nuovamente arrestato.

Ad arrestare l'uomo è stato un pool composto da donne della Polizia di Stato facenti parte del gruppo specializzato contro la violenza di genere. "Con questo arresto abbiamo evitato un altro delitto -ha commentato il dirigente della squdra Mobile di Ancona Carlo Pinto- purtrppo abbiamo trovato gravi indizzi che facevano pensare alla chiara volontà omicida dell'indagato". Nella serata di domenica gli investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato,della Squadra Mobile di Ancona e del Commissariato di Polizia di Senigallia hanno tratto in arresto Mazzoni a seguito dell'Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Ancona: Per lui le accuse sono di stalking aggravato e continuato ai danni di una giovane donna.

Il 41enne, dopo una relazione di amicizia iniziata nel 2014, non accettava l’idea che la ragazza non corrispondesse i suoi sentimenti, fidanzandosi con altri coetanei. In particolare, già dal mese diottobre 2016, la famiglia della vittima è stata bersaglio di numerosi danneggiamenti come la foratura delle quattro ruote del Ducato utilizzato dal padre della giovane per motivi di lavoro, l’incendio doloso dell’auto di famiglia e l’ulteriore incendio di altr'altra auto in uso alla famiglia. Sempre a inizio ottobre 2016, Mazzoni continuava la sua azione persecutoria costringendo la vittima ad interrompere la relazione sentimentale con il suo attuale fidanzato, tormentandola con numerosi sms minatori inviati da diverse cabine telefoniche della zona di Senigallia e Fano ed ingenerando nella ragazza un totale stato di ansia e terrore per la sua incolumità e quella dei suoi cari.

Condotte che sono proseguite fino alla fine di agosto 2017, anche attraverso l’utilizzo di profili fittizi, creati sui social network tra i quali Facebook. Le indagini della Squadra Mobile di Ancona e del Commissariato di Senigallia insieme con il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ancona, hanno ricondotto inequivocabilmente gli episodi all’indagato. Il minuzioso impianto probatorio raccolto dagli inquirenti durante l’articolata attività investigativa, ha portato inizialmente all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, eseguita nell'agosto scorso. Nonostante questo provvedimento cautelare, continuavano a giungere all’indirizzo della famiglia, ulteriori gravi minacce, tra le quali una lettera anonima contenente 4 proiettili accompagnata da minacce di morte, altri sms da cabine telefoniche e un’ulteriore missiva minatoria, spedita in occasione dell’imminente compleanno della vittima, intercettata dagli investigatori la settimana scorsa, all’interno di una cassetta postale di Senigallia, dove l’uomo si era fermato con la sua auto per imbucarla.

"Sconcertanti i propositi espressi dall'indagato di rovinare la vita della ragazza fino ad arrivare ad ucciderla, tanto da pronunciare inequivocabili frasi nelle quali palesava l’odio e la volontà di uccidere la donna -hanno riferito il dirigente della squdra Mobile di Ancona Carlo Pinto e il vice questore aggiunto Francesca Capaldo nella conferenza stampa svoltasi presso la Questura di Ancona- i propositi omicidiari si sono spinti fino alla minaccia del taglio della testa".

Mazzone, nel 2002, fu condannato alla pena definitiva di quattordici anni di reclusione, successivamente ridotta a 8 anni per l’omicidio della giovane moglie che aveva minacciato di lasciarlo. All'ultimo appuntamento la giovane fu strangolata e lasciata nella vasca da bagno. Mazzoni poi era uscito a bere con gli amici e al ritorno avvolse il cadevere della moglie in un involucro gettandolo in una cava nei pressi di Senigallia. Addiritura ad inizio delle indagini l'omocida finse di collaborare con gli investigatori che arrivarono presto alla verità.

La misura cautelare emessa ieri di interrompe i propositi criminali di Mazzone, salvaguardando la dona oggetto di stalker e tutta la sua famiglia, ad oggi seriamente provata dall’intera vicenda che si protrae, ormai, da un anno. Due giorni fa, prima che il provvedimento venisse emesso dal GIP del Tribunale di Ancona, Mazzoni, che nel frattempo aveva ottenuto la misura cautelare meno restrittiva del “Divieto di Avvicinamento alla persona offesa” si era recato in Germania per un motoraduno insieme ad alcuni amici. I poliziotti del Servizio Centrale Operativo e della Squadra mobile di Ancona e del Commissariato di Senigallia, coordinati dal vice questore aggiunto, lo hanno arrestato al rientro presso la propria abitazione, appena giunto dalla Germania dove aveva trascorso il week end.

Contemporaneamente sono state eseguite 3 perquisizioni nei luoghi frequentati dall’uomo, presso l’abitazione, il luogo di lavoro dell’indagato a Trecastelli e nell’abitazione dei genitori. Sono stati così rinvenuti e sequestrati 15 coltelli, due fucili ad aria compressa e un cappio al collo. Mazzoni si trova ora nel carcere di Montacuto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.





Questo è un articolo pubblicato il 13-11-2017 alle 16:30 sul giornale del 14 novembre 2017 - 8890 letture