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Spaccio, sgominata una pericolosa banda. Le minacce: “Se non paghi ti mando gli albanesi” [FOTO]

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“Abbiamo ricevuto ordine di spaccarti la faccia e di tagliarti”. Avevano esordito così i due picchiatori incaricati di pestare un cliente in ritardo con i pagamenti. E che poi erano passati davvero ai fatti. Basta questo per spiegare la pericolosità delle sei persone arrestate dalla compagnia dei carabinieri di Fano insieme ai “colleghi” di Colli al Metauro e Fossombrone. Il nome dell’operazione? “Prius”, diretta emanazione di “Circoli Viziosi” e “Pitbull”. Al centro sempre la stessa figura. Quella di L.L., lo skinhead mandante dei picchiatori, ai vertici di un complesso e proficuo sistema di spaccio capace di far girare circa un etto di cocaina a settimana, per un incasso fino a 8mila euro.

Un giro d’affari ampio e redditizio. A tessere le fila, dunque, un “boss” che non si può definire un semplice spacciatore. L.L. – 29enne di Fano - si riforniva da albanesi stanziati in Romagna e da calabresi. La parte più pericolosa del “lavoro” la lasciava fare agli altri. E per stanarlo la fatica non è stata poca, dato che la banda comunicava attraverso vecchi cellulari senza connessione a internet, con dentro schede intestate a cinesi irreperibili. Un’attività intensa e articolata, quella di L.L., portata avanti nonostante i sei mesi trascorsi in carcere da maggio a novembre 2018. Fuori aveva una complice fidata: la sua compagna.

S.G. – anche lei 29enne fanese – minacciava in prima persona i clienti debitori. “Ti vengo a prendere la roba da casa, e se vai dai carabinieri ti mando gli albanesi”: questo diceva a chi non rispettava i tempi dei pagamenti. Dalle parole ai fatti, come dimostra il cliente aggredito di recente – e in pieno giorno - in un bar di Lucrezia. Lì hanno agito i picchiatori: M.B., 31enne di Lucrezia, e L.M., 23enne di Fossombrone. Il debitore è così finito all’ospedale, a suon di pugni, calci e sediate.

Boss, compagna e picchiatori sono finiti in manette, a seguito di un’operazione che si è diramata in tutta la provincia e che è cominciata nel 2016. Tra gli arrestati anche L.R.J. - 26enne fanese titolare di un bar in periferia, trovato in possesso di un chilo di marijuana - e M.T. di Fossombrone, che deteneva diverse dosi di cocaina e marijuana destinate allo spaccio. Si è riusciti a stanarli anche grazie alla sezione cinofili di Pesaro. Grande protagonista il pastore tedesco Anita. I due sono stati arrestati in flagranza di reato. Sono dunque sei le persone fermate nell’ambito dell’operazione, quattordici se si considera tutto l’iter partito nel 2016. Sono invece undici gli indagati, ovvero coloro che si rifornivano dalla banda. Sono trentacinque, infine, le persone segnalate in qualità di consumatori.

Restano così in carcere sia L.L. sia la sua compagna S.G.. Stessa sorte per M.B. e L.M, come disposto dal gip di Pesaro su richiesta del pm Maria Letizia Fucci. L.R.J. si trova invece ai domiciliari. Entro domani la convalida del fermo a carico di M.T.. L’operazione ha portato anche al sequestro di 350 grammi di cocaina, un chilo di marijuana, 150 grammi di hashish, 47 pasticche di ecstasy e quasi 5mila euro in contanti, considerati l’incasso dell’attività di spaccio. A tutto questo si aggiungono diverse sostanze destinate all’uso personale, tra cui alcune dosi di cocaina e marijuana, oltre a farmaci dopanti provenienti dall’estero e di cui è vietata la vendita.

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Questo è un articolo pubblicato il 10-07-2019 alle 11:46 sul giornale del 11 luglio 2019 - 6391 letture