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Errore della Procura nella notifica di chiusura delle indagini: salta l'udienza preliminare sull'alluvione

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di Giulia Mancinelli
senigallia@vivere.it


Era fissata per lunedì 12 novembre la tanto attesa udienza preliminare per gli otto indagati, tra cui il sindaco Maurizio Mangialardi, per l'alluvione del 3 maggio 2014 ma salta tutto.

Un pasticcio “tutto all'italiana” ha provocato lo slittamento dell'importante appuntamento giudiziario che avrebbe dovuto imprimere un colpo di accelerazione ad una vicenda giudiziaria i cui fatti risalgono a quattro anni fa e che ora allunga i tempi. A provocare il guaio un errore della Procura. Non sarebbero infatti stati notificati correttamente ad alcuni degli otto indagati gli avvisi di chiusura delle indagini preliminari. Un errore burocratico che fa saltate l'udienza e “condanna” gli indagati a vivere ancora molti mesi nel limbo giudiziario. Gli atti ora passano al gup Francesca De Palma. che li dovrà riesaminare, e poi verrà fissata una nuova data per l'udienza preliminare. Una tempistica che, realisticammente, potrebbe slittare almeno alla prossima primavera.

Ma non solo. Dopo la sentenza della Cassazione sulle “spese pazze” della Regione Marche, che ormai fa giurisprudenza, che ci sia un rinvio a giudizio per il primo cittadino e per altri degli indagati è quasi scontato. Questo significa che per arrivare ad una sentenza, e chiudere l'iter, passeranno altri cinque o sei anni. I legali difensori degli imputati non nascondono il disagio per quanto accaduto, con gli “indagati che restano impiccati per poi essere prosciolti dopo anni".

“Come avvocato difensore (ma come me anche gli altri colleghi) sono molto dispiaciuta e non uso altri termini nello stigmatizzare questo difetto di notifica perché in qualche modo allunga ancora di più il processo -afferma l'avvocato Marina Magistrelli, legale del sindaco Maurizio Mangialardi- Se una persona è innocente ha interesse che quanto prima le questioni vengogano chiarite e questa mi sembra la situazione di gran parte degli indagati per l’alluvione del 2014. Prima si fa questo processo e meglio è per tutti”.

Per l'alluvione del 3 maggio 201 il pool di pm di Ancona composto da Irene Bilotta, Ruggiero Dicuonzo e Rosario Lioniello ha chiesto il rinvio a giudizio per otto persone, tra cui anche l'ex sindaco Luana Angeloni. I reati, contestati a vario titolo, vanno dall'omicidio plurimo colposo, lesioni, disastro ambientale, inondazione all'abuso d'ufficio e falsità ideologica.



Questo è un articolo pubblicato il 11-11-2018 alle 23:55 sul giornale del 12 novembre 2018 - 3879 letture