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Stop al consumo di territorio e a nuove aree edificabili: ecco la variante al prg

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simone ceresoni


Informatizzazione del prg, vincoli di inedificabilità e riduzione del consumo di suolo. Sono questi i tre assi portanti della nuova variante al prg che approderà in Consiglio nella prima sessione di febbraio.

Si tratta di una rivoluzione per la spiaggia di velluto che punta ad essere il nuovo riferimento sul panorama nazionale per un diverso approccio all'uso del territorio. Venerdì sera la commissione competente ha dato il via libera alla pratica dopo i nulla osta da parte della Provincia (che ha mosso solo piccoli rilievi formali che saranno raccolti dal nuovo prg). E così, dopo il voto in aula, la variante entrerà ufficialmente in vigore.

“Il primo tema posto dalla variante riguarda l'informatizzazione per piano regolatore che permetterà la conoscenza diretta e immediata dello strumento urbanistico attraverso l'accesso, per tutti, via internet che avrà anche valore legale -spiega l'assessore all'urbanistica Simone Ceresoni- il secondo tema è l'introduzione di vincoli di inedificabilità lungo l'asse autostradale e della complanare, compresi i relativi accessi alla viabilità ordinaria. Questo vincolo rafforza la destinazione d'uso agricola di tutta una vasta zona che viene così messa a riparo da scelte urbanistiche espansive e fa finalmente chiarezza su un dibattito usato in campagna elettorale di quanti fomentavano la creazione di un nuovo pilastro edificatorio lungo l'asse della complanare”.

Il primo paletto imposto dunque dalla nuova variante riguarda l'impossibilità, presente e futura, di edificare lungo tutti gli otto chilometri di tracciato complanare e autostradale. Quello che va di fatto da strada della Marina fino al Ciarnin, passando per i quartieri ad alta densità abitativa come borgo Ribeca, borgo Coltellone e borgo Molino. Ma i limiti all'edificabilità arrivano anche dal terzo pilastro contenuto nella variante al prg e riguarda la riduzione del consumo di suolo.

Siamo convinti di fornire nuovi spunti di riflessione su un dibattito molto attuale in Italia -aggiunge Ceresoni- la nostra esperienza è già stata presa in analisi da Legambiente nazionale e dal Centro di Ricerca del consumo di suoli presso il Politecnico di Milano. La riduzione del consumo di territorio va ovviamente di pari passo con la politica di restauro e sostituzione degli edifici già esistenti e in degrado piuttosto che ricorrere a nuove edificazioni”.

In questo caso la riduzione del suolo trasformerà quaranta ettari di terreno oggi edificabili in territorio agricolo preservando quindi le aree da future espansioni. Le aree in questione che verranno trasformate in agricole sono quelle “periurbane”, quelle cioè che delimitano il confine tra l'area urbana e la prima periferia. Un esempio su tutti la frazione di borgo Catena. In questo modo si aumenta il confine “verde” tra la stessa area urbana e quella agricola.



simone ceresoni

Questo è un articolo pubblicato il 21-01-2012 alle 23:58 sul giornale del 23 gennaio 2012 - 3099 letture