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Se non ora quando? L'urlo delle donne si fa sentire nelle piazza d'Italia

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Donne in piazza in tutta Italia. La parola d'ordine è “se non ora, quando?”. In oltre 250 città della Penisola si sono svolte pacificamente  le manifestazioni per chiedere più rispetto per libertà e i diritti delle donne, senza bandiere di partiti e sindacati, ma con la precisa richiesta di dimissioni del premier Berlusconi.

È partito dal palco di piazza del Popolo a Roma l’urlo delle donne “indignate” e determinate a rivendicare la dignità del sesso femminile. Poi ancora Napoli, Palermo, Genova, cortei a Bologna, Messina, Bari, Pescara e Milano, nonostante la pioggia. Una protesta che ha anche “contagiato” una trentina di località straniere, anche dall'altra parte del mondo.

Al via da piazza del Popolo è partito, dopo un minuto e mezzo di silenzio, l’incitazione “Se non ora quando?”, a cui la piazza ha risposto a gran voce “Adesso”. Poi un enorme striscione lasciato scendere dalla terrazza del Pincio con la scritta: "Vogliamo un Paese che rispetti le donne" e l'urlo liberatorio delle decine di migliaia di persone, stipate in una piazza troppo piccola per contenerle tutte.

Sempre a Roma, domina la piazza un grande striscione firmato dalle Donne del Sud: “non chiamatemi escort, sono una puttana. Non chiamatemi puttana, sono una schiava”. E proprio sotto lo striscione si sono alternate iniziative, la più partecipata delle quali è stato un coro gospel.

Tanti i commenti a sostegno della giornata anche da parte di donne dal mondo dello spettacolo alla politica. Anna Finocchiaro, Pd, dice però di non farsi nessuna illusione che Berlusconi riesca a cogliere il significato democratico di questa manifestazione.

Non la pensa così il ministro Mariastella Gelmini che dice che coloro che scendono in piazza sono solo poche radical chic che manifestano per fini politici e per strumentalizzare le donne.



Questo è un articolo pubblicato il 13-02-2011 alle 18:10 sul giornale del 14 febbraio 2011 - 1810 letture