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Brasile, scandalo Petrobras: fermato l'ex presidente Lula

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L’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva è stato fermato dalla polizia nell'ambito di uno dei filoni della maxi inchiesta per corruzione che riguarda la grande azienda petrolifera pubblica Petrobras.

Non si tratta di un arresto ma di un mandato di comparizione che lo obbliga a presentarsi davanti al giudice titolare dell'inchiesta per rispondere ad un 'interrogatorio. Assieme all'ex presidente, sono stati prelevati anche la moglie e il figlio. La polizia ha effettuato perquisizioni nell'abitazione di Lula fuori San Paolo e in altre case associate a lui o alla sua fondazione. Nell'ambito dell'operazione di venerdì, sono stati emessi in tutto 44 mandati di arresto e 11 mandati di comparizione.

Il 70enne Lula, presidente del Brasile dal 2003 al 2011, è accusato da diversi pentiti di aver ricevuto tangenti da alcune grandi imprese costruttrici, oltre a lavori di ristrutturazione gratuiti effettuati in due proprietà della famiglia Lula.

L'inchiesta, iniziata nel marzo 2014, ha svelato un vasto sistema corruttivo che coinvolge i dirigenti della Petrobras, le principali aziende brasiliane per le costruzioni e i lavori pubblici (Btp) e numerosi esponenti di alcuni dei principali partiti politici brasiliani, in particolare del Partito dei Lavoratori attualmente al governo. Secondo gli inquirenti i dirigenti della compagnia petrolifera statale avrebbero gonfiato il valore dei contratti di numerosi appalti per la realizzazione di infrastrutture petrolifere al largo delle coste brasiliane. In cambio i partiti avrebbero ricevuto tangenti e finanziamenti elettorali illeciti.

L'inchiesta riguarda sopratutto esponenti del Partito dei Lavoratori che governa il paese dal 2003, ma sono coinvolti anche politici del Partito del movimento democratico brasiliano, alleato del governo, e del Partito progressista, di destra. In tutto sono 54 i politici coinvolti nello scandalo, tra cui il presidente della camera dei deputati, Eduardo Cunha, e il presidente del senato Renan Calheiros.

La presidente Dilma Rousseff, rieletta per il secondo mandato nell'ottobre 2014, non è direttamente coinvolta nell'inchiesta. Secondo gli inquirenti, la Rousseff era estranea al giro di mazzette, ma buona parte dell'opinione pubblica è convinta che fosse a conoscenza del sistema corruttivo. La maggior parte dei fatti contestati è avvenuta mentre la Rousseff, dello stesso partito di Lula, era presidente del consiglio di amministrazione di Petrobras e ministro dell'Energia nel primo governo Lula.



Questo è un articolo pubblicato il 04-03-2016 alle 15:58 sul giornale del 05 marzo 2016 - 4832 letture