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comunicato stampa

Pasti scolastici, la lettera dei genitori dei bambini della scuola dell'infanzia a Senigallia Bene Comune

3' di lettura
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da Giorgio Sartini
candidato sindaco Senigallia Bene Comune


giorgio sartini

Dico subito che il nostro programma tratta della questione dei pasti scolastici mettendo mano al problema; ma essendo ancora solo un punto del nostro programma elettorale, mi sento in dovere di portare a conoscenza della città intera il testo integrale della lettera che alcune famiglie hanno inviato a Senigallia Bene Comune per chiederci aiuto.

“Siamo un gruppo di genitori di bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e, come tanti altri genitori, ogni giorno ci troviamo a spendere 5 euro per far pranzare i nostri figli a scuola. Sappiamo bene che l’argomento non è nuovo, così come sappiamo dai genitori che ci hanno preceduti, che purtroppo la nostra amministrazione comunale non è disposta a concederci nulla per venirci incontro; insomma sappiamo già che andremo a scontrarci contro il solito muro di gomma, ma tentar non nuoce e quindi siamo qui a cercare di far valere le nostre ragioni e a porre le nostre domande nella speranza di avere risposte costruttive.

Quello che ci spinge a tornare sull’argomento è la notizia del cambiamento del metodo per pagare i buoni pasto, ovvero la sostituzione dei buoni cartacei con tessere prepagate per le famiglie e tablet per la comunicazione dei dati per le scuole. Posto che potrebbe essere un cambiamento positivo, le domande che ci poniamo sono diverse. Perché porre in essere questo cambiamento ad anno scolastico quasi concluso invece di aspettare ormai il prossimo settembre? Le comunicazioni a noi famiglie sono state scarse e frammentarie e temiamo che prima che il sistema sia entrato a regime l’anno scolastico sarà ormai finito.

La seconda domanda è riferita allo sforzo economico sostenuto per questa variazione. Non poteva essere impiegato per migliorare la qualità delle merende di metà mattina ai bambini? Le responsabili delle mense ci riferiscono che per merenda i bambini si devono dividere una mela in quattro, una quantità esigua a fronte della quota giornaliera che noi versiamo quotidianamente! C’è infine una questione già sollevata da altri prima di noi. Da quando le merende sono state eliminate a metà mattina ai bambini viene data della frutta; di fatto quindi questa razione viene pagata da chi fa pranzare i bimbi a scuola perché compresa nella quota del buono.

Ci chiediamo allora se sia possibile diversificare le quote tra chi, per motivi diversi, non lascia i propri figli a scuola per pranzo ma che comunque usufruisce dello spuntino di metà mattina e chi invece no. Ci sembra corretto allora diversificare l’offerta considerando queste variabili non secondarie nell’economia familiare e perché un buono pasto da 5 euro incide a fine mese in modo significativo nel bilancio di una famiglia specie tra quelle più in difficoltà. Crediamo sarebbe più giusto far pagare una retta annuale a tutte le famiglie e abbassare le quote dei buoni pasto così da far pagare solo quello che i nostri figli effettivamente consumano. Aspettiamo speranzosi riscontri positivi.”

Questa lettera porta in sé il disappunto derivante da scelte operate senza tenere conto delle reali esigenze dei cittadini. Il fare senza prima ascoltare e condividere porta a fare scelte sbagliate.



giorgio sartini

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 18-03-2015 alle 15:07 sul giornale del 19 marzo 2015 - 869 letture