Primarie PD: democratiche a metà, restano i paracadutati e il controllo della segreteria

Lunedì 17 dicembre si riunirà la direzione nazionale del PD per decidere i dettagli del regolamento delle primarie per scegliere senatori e deputati. Alcuni dettagli su come si svolgeranno però sono già trapelati.

Potranno partecipare alle primarie solo gli iscritti al PD e chi ha votato alle primarie per il candidato a premier. Gli elettori, saranno chiamati a firmare una dichiarazione di elettori del PD. È in dubbio la possibilità di votare per i nuovi iscritti al partito.

Gli elettori voteranno due volte, una per la Camera ed una per il Senato. Per ogni camera potranno esprimere due preferenze. Il PD invita a votare un uomo ed una donna, ma sembra che le schede che esprimeranno due voti maschili o due voti femminili saranno comunque valide.

Le liste tra cui scegliere i candidati saranno divise per provincia. A compilarle saranno i segretari provinciali di partito ai cui potranno far pervenire la propria candidatura sia gli iscritti che i non iscritti, anche se non sono ancora chiare le modalità con cui sarà possibile candidarsi. Non potranno candidarsi coloro che hanno già un ruolo istituzionale, come sindaci e presidenti di provincia. Anche questa norma però potrà essere derogata.

Le liste dei candidati sono regionali e non provinciali. Sarà quindi cruciale il ruolo della segreteria nazionale del PD che le compilerà in base ai risultati delle province. Inoltre la segreteria deciderà i capolista e si riserverà una quota propria di candidati, pare il 20%, che non necessariamente saranno residenti nel collegio dove saranno candidati.

Il ruolo della segreteria sarà quindi decisivo e potrebbe anche rendere completamente vano il voto perché il meccanismo delle liste bloccate potrebbe permettergli di decidere coloro che saranno eletti e lasciare i vincitori delle primarie non graditi tra i primi dei non eletti.