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Fondazione Città di Senigallia: il commissario Canafoglia, "Lasciateci lavorare per salvare l'ente e semmai aiutateci"

4' di lettura
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di Giulia Mancinelli
senigallia@vivere.it


"Lasciateci lavorare per risollevare i tanti problemi economici che gravano sulla Fondazione e semmai aiutateci". Il commissario straordinario della Fondazione Città di Senigallia, avv. Corrado Canafoglia, subentrato dopo le dimissioni in toto del Cda si cui lo stesso Canafoglia era presidente, presenta un report puntuale sulla situazione dell'ente, alle prese con gravi problemi finanziari.

Il commissario Canafoglia prima però replica anche ai vari attacchi politici arrivati nei mesi scorsi a seguito del commissarimento della Fondazione. Un epilogo arrivato dopo un report in cui il Cda segnalava le “gravi difficoltà finanziarie dell'ente, per altro già evidenziate dai predecessiori in alcune delibere del 2019 e 2020”. “Sono venuto qui per salvare l’ente, difendere i dipendenti e la struttura. Questo lo dico per il fumo che è stato gettato sulla vicenda. Lasciateci lavorare, a me come commissario e ai 36 dipendenti che fanno grandi sacrifici e sono preoccupati per il loro futuro -esordisce Canafoglia- le mie dimissioni sono state un atto dovuto e la relazione presentata dal Cda dimissionario ha fatto solo emergere lo stato fatti che abbiamo ereditato. Ho accettato l'incarico di commissario straordinario solo per le pressioni pubbliche che ho ricevuto da parte dei dipendenti. Ora la Regione mi ha chiesto di ripristinare la trasparenza e legalità e risollevare le sorti della Fondazione”.

Nel report, il commissario fa il punto sulla situazione finanziaria e documentale. “Sul fronte della trasparenza, non abbiamo trovato 64 delibere del recedente Cda, ci sono 137 delibere non firmate e documenti non archiviati -afferma Canafoglia- finanziariamente ci siamo trovati 320 mila euro da pagare con in cassa solo 75 mila euro. Abbiamo trovato buchi di bilancio accumulati negli anni per milioni di euro. Il precedente Cda attribuiva le perdite di esercizio al mancato convenzionalmente con l'Asur di posti di cure intermedie per poi virare nel 2020 alle Rsa. Abbiamo attuato una forte spending rewiew tagliando sugli sprechi, dalle derrate alimentari (salsicce acquistati per anziani malati???) alle 64 linee telefoniche ai sacchetti dei rifiuti che venivanco acquistati con logo personalizzato ad un costo 8 volte superiore”.

Altro nodo il valore del patrimonio immobiliare della Fondazione. “C'è una perizia del 2011 di 50 milioni di euro, di cui 11 milioni per immobili e 31 milioni per terreni agricoli e fabbricabili che però oggi risultano sopravvalutati -continua il commissario- . Ora faremo fare una perizia giurata e se il valore immobiliare risulterà inferiore al debito esistente con Società Autostrade, allora dovremo portare i libri in tribunale”. Il riferimento è al contenzioso con Società Autostrade per l'esproprio avvenuto in occasione della realizzazione delle terza corsia dell'A14. Se la Cassazione confermerà la sentenza della Corte di Appello, la Fondazione dovrà restituire 13 milioni di euro, oltre agli interessi ma l’ente dispone al momento solo di 8 milioni di euro.

Canafoglia ribadisce anche lo sto al progetto di riqualificazione degli Orti del Vescovo, che prevede in centro la realizzazione di appartamenti e negozi da affittare a canone concordato per 25 anni, perchè un “progetto insostenibile, rispetto al quale c'è anche una delibera del precedente Cda che ammette l'insostenibilità dell'opera che invece è andata avanti. Ora cercheremo di tirarci fuori”. Rispetto alla ristrutturazione poi delle due palazzine che ospitano la Casa Protetta per Anziani, il commissario evidenzia come si sia partiti “con un appalto da 1 milione e 731 euro per arrivare poi, attraverso subappalti e incarichi vari, a una speda di 7,5 milioni”.

Due le questioni ritenute poi “gravi” dallo stesso Canafoglia. La prima è l'acquisto da parte della Fondazione del palazzo che ospita il Musinf, che era di proprietà del Comune. “Ci fu un Cda al quale partecipò l'allora sindaco Mangialardi in cui si è deliberato di trattare l'acquisto del Musinf -prosegue- due mesi dopo la Giunta comunale fa un'asta pubblica, aggiudicatasi dalla Fondazione, unica partecipante per altro. Dopo l'acquisto il Musinf però è rimasto per diverso tempo in uso al Comune fino a quando il precedente Cda non ha fatto un bando per un concorso di idee e se l’aggiudica la fondazione, unica partecipante. Il giorno dopondell’ acquisto è rimasto in uso al comune . Il cda fa un bando per un concorso di idee per adibire il Musinf a scuola di arti visive, finalità che nulla c'entra con quelle dell'ente”. E infine la questione del nuovo monoblocco dell'ospedale, realizzato impropriamente su un'area di proprietà della Fondazione. “L'Asur, dopo un silenzio di 10 anni, chiede la cessione dell'area ina base alla procedura di esproprio, iniziata nel 1990 dal Comune ma dichiarata dallo stesso ente non più terminabile perchè illegittima -conclude Canafiglia- l’Asur però va avanti lo stesso e nel 2010 inaugura la nuova palazzina. Il risultato è che quel monoblocco non ha l'agibilità nè il certificato di prevenzione incendi. L'ulteriore beffa è che la Fondazione ogni anno paga 40 mila euro di Imu per quell'area/fabbricato”.

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Questo è un articolo pubblicato il 10-06-2022 alle 15:31 sul giornale del 11 giugno 2022 - 2634 letture






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