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"Non ci sono letti per le terapie e non mi fanno usare il lettino di fortuna": la denuncia shock di una paziente oncologica

5' di lettura
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da Valentina Ricciotti


Una lettera aperta shock quella inviata da una paziente oncologica al quarto stadio ai vertici dell'ospedale di Senigallia e dell'Asur e al sindaco Olivetti.

"Preg.ma dr.ssa Laura Morbidoni, primario reparto Medicina Interna dell’Ospedale di Senigallia, preg.mo dr. Giovanni Guidi, direttore Area Vasta Asur Marche, preg.mo avv. Massimo Olivetti, sindaco del Comune di Senigallia, mi presento: sono una paziente oncologica al 4° stadio, ho sviluppato anche una malattia autoimmune progressiva, cammino con le stampelle perché ho metastasi ossee, porto la benda all'occhio perché soffro di diplopia. La malattia autoimmune mi sta bloccando i movimenti della parte destra del corpo per cui non riesco più a scrivere e a mangiare usando la mano destra. Sono una donna invalida di 43 anni, che non riesce più a vestirsi, a lavarsi e a vivere senza aiuto. Da 3 anni sono in carico all'Oncologia di Senigallia e da giugno 2021 ho iniziato a curare la sclerodermia presso il reparto di medicina di Senigallia, anche se avrei dovuto iniziare le cure mesi prima, cosa che non è stata fattibile a causa covid. Sono quella paziente che sta attaccata per 6 ore, 3 giorni al mese, tutti i mesi, alla pompa delle infusioni, quasi sempre su un lettino/barella di fortuna, piazzato per me nella stanza/ufficio/day hospital, dove contemporaneamente spesso altri pazienti fanno flebo, trasfusioni e visite varie. Sono quella paziente che chiama in reparto per sapere quando potrà venire, senza capire per quale motivo non sia possibile calendarizzare in anticipo, senza capire perché non c'è mai un letto per me.

Sono quella paziente che un mese fa ha dovuto insistere per poter fare la terapia, perché le veniva detto che non c'erano letti disponibili e che la dott.ssa Morbidoni non dava il permesso di usare ancora il lettino /barella di fortuna. Sono quella paziente che sul lettino/barella di fortuna è riuscita a fare la sua infusione mentre la dott.ssa Morbidoni, in mia presenza, se l'è presa con l'infermiera dicendo: "allora a QUESTA l'avete fatta venire lo stesso!" e se ne è uscita senza degnarmi di uno sguardo, indifferente al fatto che io avessi ascoltato. Perché scrivo qui? Per denunciare quanto è accaduto dopo questo episodio. Consapevole che trovare un letto in medicina sembra essere impossibile e restando sempre disponibile a ricevere le cure nelle forme di fortuna occasionali, ho chiesto che venisse calendarizzato con anticipo la futura infusione o eventualmente anche di essere ricoverata per i 3 giorni se non fosse stato possibile usare il lettino/barella di fortuna... Mi è stato risposto che mi avrebbero chiamato ma per essere sicura che non si fossero scordati di me, il giorno della mia chemio ho fatto chiamare dal reparto oncologia al reparto medicina, per avere certezza che la settimana successiva mi lasciassero un letto o che comunque non mi rimandassero ancora la terapia. Mi è stato risposto che, non essendoci la dott.ssa Morbidoni, non potevano confermare le date e la terapia; ma sarei stata chiamata il lunedì.

Il lunedì chiamo io, non avendo ricevuto notizie, speranzosa di fare la terapia il martedì seguente. Mi viene detto che la dott.ssa Morbidoni non c’è e che devo ancora aspettare notizie. Mi richiamano, dopo averla contattata telefonicamente, e la risposta è No! No, non posso fare la terapia l'indomani... perché? Perché non c'è il letto e non posso più fare la terapia sul lettino in day hospital per garantire la privacy... E perché non è stato previsto prima, visto che è un mese che sollecito? Ma poi mi viene riferito che in realtà il letto ci sarebbe... ma la dott.ssa Morbidoni ha dato disposizioni di non renderlo disponibile perché va tenuto per le emergenze! Sono scioccata, amareggiata ! Quindi quando posso venire? Quando avete un letto libero tre giorni? In realtà mai! Quindi io non mi posso curare...

Perché scrivo a Lei Dott.ssa Morbidoni? Perché tutti gli infermieri e gli altri medici dell'ospedale di Senigallia, compresi quelli del suo reparto, che ho avuto la fortuna di incontrare sono sempre stati disponibili, professionali e si sono sempre fatti in quattro per risolvere il mio problema, hanno compreso la gravità della mia situazione ed evitano di creare ulteriore disagio. Io non sono qui a chiederLe trattamenti di favore, io sto chiedendo di essere curata in modo umano. Le sto chiedendo di non rinviare le terapie perché le mia salute è già compromessa e non posso aspettare ancora, non sapendo quale sia la mia aspettativa di vita Le chiedo di trovare questo benedetto letto, superando la burocrazia folle. Le chiedo di calendarizzare le terapie con un minimo di anticipo. Le chiedo di permettermi di continuare a curarmi a Senigallia, senza dovermi trasferire a Torrette. Non voglio suscitare pietismo, perché nonostante i mie acciacchi sono forte ed ho voglia di vivere, non voglio favoritismi, ma chiedo di esercitare il mio diritto alla salute costituzionalmente garantito, che una burocrazia folle mi impedisce ! In ogni caso, ho già dato incaricato il mio legale, l'avv. Corrado Canafoglia dell’Unione Nazionale Consumatori, di studiare se è stato leso il mio diritto alla salute anche per evitare che altri patiscano ciò che sto subendo io e non parlo della malattia.



Questo è un articolo pubblicato il 07-10-2021 alle 12:25 sul giornale del 08 ottobre 2021 - 3089 letture