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intervista

Liberi come Epicuro. Gianluca Del Mastro: "La Villa dei Papiri può nascondere ancora grandi tesori"

4' di lettura
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di Netanya Primicino Coen


Sabato 25 luglio dalle 21.30 alle 23.30 parlerà Gianluca Del Mastro, esperto dei papiri di Ercolano, concluderà l'incontro "Le parole che vincono il tempo" e il secondo Festival Epicureo.

Cos'è che più ti affascina della storia dei papiri di Ercolano?
"Entrare" nei papiri di Ercolano significa ripercorrere diverse vite. Si attraversa sia la vita dell'autore e del testo che egli stesso ha concepito, sia la vita dello scriba che ha copiato quel testo, con i suoi errori, le abitudini sue e delle persone che lavoravano nello stesso luogo. Ma significa, inoltre, intravedere la vita dei lettori che hanno maneggiato il rotolo e, in alcuni casi, hanno annotato, cancellato, sottolineato il testo. Il fascino parte da qui: riportare alla luce la vita di testi e persone lontane vissute in epoche diverse.

Hai avuto l'onore di lavorare con Marcello Gigante, quanto è importante il suo contributo alla papirologia?
Marcello Gigante, in un'epoca in cui la papirologia si muoveva ancora per strade alterne e senza interfacciarsi con le altre discipline, predicava la compresenza delle scienze per un unico fine, la lettura e la conoscenza dell'antico. Nel campo specifico della papirologia ercolanese, egli è stato il padre fondatore della disciplina e fondatore del Centro Internazionale, oggi a lui intitolato (CISPE). La sua forza, la sua passione, la sua lungimiranza hanno costituito una spinta propulsiva determinante per il progresso degli studi delle civiltà antiche greca e latina.

C'è un aneddoto particolare in cui ti sei imbattuto che merita di essere conosciuto?
In tanti anni di esperienze, ogni fatto diventa aneddoto. Ma, parlando specificamente di Gigante, posso ricordare che, durante la stesura della mia tesi di laurea, egli trovò "sconveniente" l'interpunzione di un passo così come era stata apposta dallo scriba. Anni dopo, nel leggere una seconda copia dello stesso testo (che Gigante non poteva conoscere), ritrovai la stessa identica sequenza di segni che egli aveva desiderato, mostrando una conoscenza del greco e, in particolare della prosa filosofica, davvero impressionante.

Hai contribuito alle ricerche con circa 90 pubblicazioni specialmente dedicate ai papiri e sei stato nominato Presidente della Fondazione Ente Ville Vesuviane che gestisce 122 Ville, realizzando restauri per una restituzione di questi monumenti. Che emozione si prova sapendo che queste opere arriveranno al futuro anche grazie al tuo contributo?
In entrambi i casi si prova un forte senso di responsabilità il quale mai deve cedere alla soggezione o, peggio, alla paura. Le Ville del XVIII secolo, così come i papiri, devono essere accuditi e studiati con serenità e rispetto, ma anche con la determinazione che contribuisce a preservare la loro integrità e il loro messaggio attraverso i secoli.

In alcune delle Ville è possibile partecipare a laboratori ludo-didattici, da dove è nata questa idea e perché?
Nelle nostre Ville, già da molto tempo prima del mio insediamento, sono nati laboratori didattici divisi per tema, per classi di età e adattati a molteplici esigenze didattiche. L'idea nasce dalla constatazione che le Ville rispondono a diverse domande poste dai percorsi educativi. In esse c'è la storia dell'architettura, la storia dell'arte, la storia socio-economica. In particolare, Villa delle Ginestre, a Torre del Greco, fu la casa in cui Giacomo Leopardi trascorse un periodo non breve e molto significativo della sua vita. Questa per noi rappresenta la «casa della poesia» e gli studenti che ci vengono a fare visita imparano a «giocare con le parole», a ripercorre le orme del poeta attraverso itinerari che uniscono il gioco e lo studio della letteratura.

Ad oggi, qual è il resoconto della ricostruzione dei papiri Ercolanesi e quanta strada credi ci sia ancora da fare per riportare alla luce quanto possibile di questo immenso tesoro dell'umanità?
La strada è lunghissima, anche perché siamo convinti, con Marcello Gigante, che la Villa dei Papiri possa nascondere ancora grandi tesori di letteratura, ma è certo che negli ultimi anni abbiamo fatto dei passi avanti straordinari. Le moderne edizioni si giovano di ricostruzioni di rotoli che ci consentono di rimettere insieme pezzi di molte colonne di testo. Le nuove tecnologie ci permettono di leggere i papiri carbonizzati, distinguendo più chiaramente le lettere rispetto al fondo carbonizzato del papiro. Soprattutto le nuove tecniche tomografiche, al di là di qualche aberrazione troppo entusiastica, sembrano indicare la strada per la lettura dei rotoli carbonizzati chiusi, circa 400, che non sono ancora stati decifrati.

È frustrante dedicarsi ad un'attività così importante, ma di cui sembra non vedersi mai la fine?
Per me è l'esatto contrario, sarebbe frustrante vedere la fine...


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Questa è un'intervista pubblicata il 13-07-2020 alle 23:59 sul giornale del 15 luglio 2020 - 600 letture