contatore accessi

x

SEI IN > VIVERE SENIGALLIA > CRONACA
articolo

Coronavirus a Senigallia: Volpini, "Ospedale riorganizzato. Ecco cosa aspettarci"

4' di lettura
21482

di Giulia Mancinelli
senigallia@vivere.it


Perchè assistiamo ad una crescita esponenziale dei contagi da Coronavirus? E' davvero emergenza al nostro ospedale? Quanti posti ci sono? Come stanno lavorando gli operatori sanitari? E' vero che i tamponi non vengono fatti a tutti o non ci sono? Quando si potrà vedere una inversione delle curva di crescita dei contagi?

A rispondere ad alcune delle tante domande che in questi giorni concitate ci fate e ci facciamo e anche a sfatare alcune "fake news", è Fabrizio Volpini, che in qualità anche di medico, ha trascorso alcune ore in corsia insieme agli operatori dell'ospedale di Senigallia.

Anzitutto dottore, come stanno gli operatori sanitari che lavorano in prima linea in ospedale?
"Stanno facendo un gran lavoro e con grande professionalità. Lavorano in condizioni difficili ma nessuno si tira indietro. Tutti, dai medici, agli infermieri, agli OSS, agli ausialiari. Questo grande sforzo collettivo ci permette di avere un ospedale che sta reggendo l'emergenza",

E com'è invece la situazione organizzativa dell'ospedale di Senigallia?
"Da un punto di vista gestionale, abbiamo riorganizzato l'ospedale ed ora abbiamo un'ala dedicata ai malati Covid-19, che è quella della vecchia palazzina, mentre tutto il resto, a cominciare dal nuovo monoblocco e l'area pediatrica e i reparti sono completamente no Covid-19. Abbiamo reperito, attraverso una riorganizzazione, circa 85 posti letto per pazienti Covid-19 e circa 8/10 posti per la terapia intensiva, sempre Covid-19. Oltre questi numeri non è possile andare. Anche se nell'eccezionalità, la nostra struttura sanitaria sta rispondendo bene sia per quanto riguarda l'emergenza Covid-19 che per l'ordinaria assistenza, perchè non dobbiamo dimenticare che sebbene gli interventi non urgenti sia stati cancellati restano comunque le urgenze".

L'ospedale di Senigallia sta facendo un grande sforzo, anche accogliendo per la gran parte pazienti Covid-19 che non trovano posto a Pesaro e Fano..
"Si, è vero ma non possiamo oltrepassare i limiti dati dalle dotazioni organiche e di posti. Dobbiamo considerare anche che potrebbero aumentare i casi positivi di senigalliesi e prepararci anche a questa evenienza".

Pensa che sarà così?
"Sì, è possibile. Ci sono già ovviamente pazienti positivi di Senigallia, molti dei quali per fortuna vengono curati a casa perchè è bene ricordare che se non ci sono complicanze respiratorie, per cui il paziente necessita di una respirazioni con ventilazione o addirittura deve essere intubato, per il Coronavirus non esiste un farmaco specifico e la malattia si risolve spontaneamente".

Quando possiamo sperare in una inversione della curva di crescita dei contagi?
"Ancora per questa settimana i contagi aumenteranno, stiamo pagando lo scotto di quanti hanno capito troppo tardi della necessità dell'isolamento in casa, ma se tutto andrà bene per il prossimo fine settimana dovremmo iniziare a vedere una inversione di tendenza. Questo dipenderà molto però dal continuare a rispettare le regole, e la principale è quella di restare in casa e non uscire".

E' vero che non ci sono abbastanza tamponi o che comunque non vengono fatti a tutti i malati?
"No, non è così, i tamponi ci sono ma vanno fatti su indicazioni cliniche precise. Forse andrebbero autorizzati almeno altri due laboratori analisi, nord e sud, oltre alla virologia di Torrette per processare l'esame".

Come vengono curati i malati di Conavirus che arrivano in ospedale? Si parla di farmaci sperimentali...
"La sperimentazione non è consentita a tutti ma solo a certe strutture. Detto questo, per il Covid-19 non c'è una terapia specifica e nella stragrande maggioranza dei casi si risolve spontaneamente. Poi ci si sono i casi più importanti, dove il paziente ha bisogno di una ventilazione assistita o in casi gravissimi deve essere intubato. I farmaci che vengono provati sono gli antivirali, alcuni per l'HIV, o altri, come la clorochina, vecchio farmaco antimalarico, o il farmaco per l'artitre reumatoide Tocolizumab, o il Remdesivir, ma non è ancora stato registrato in Italia, farmaci che vengono tentati solo in casi disperati".

Come devono comportarsi i senigalliesi?
"Devono continuare a fare come in questi giorni perchè il vero problema sono gli asintomatici, che possiamo essere tutti noi, che pur non mostrando alcun sintomo magari siamo positivi e contagiamo gli altri. Ecco il motivo della necessità del distanziamento e isolamento sociale . La città deserta, in questo contesto, è un ottimo segnale. Bisogna stare in casa e non uscire se non per lavoro, fare la spesa, o per grave necessità perché l'isolamento è l'unico modo per contrastare il contagio, anche e soprattutto da parte degli asintomatici. Serve a noi ma serve per salvare i nostri anziani e i soggetti deboli".



Questo è un articolo pubblicato il 15-03-2020 alle 20:10 sul giornale del 16 marzo 2020 - 21482 letture