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Coronavirus, salgono a sei i casi in provincia: cento persone in isolamento, scuole e musei chiusi fino a sabato

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Tre sono già stati confermati. Altrettanti casi, però, sono emersi nella provincia di Pesaro e Urbino nella giornata di giovedì, e a dire se si tratti o meno di coronavirus sarà come sempre il secondo tampone, che verrà eseguito nella mattinata di venerdì.

I casi confermati sono già noti: il primo è il 30enne di Vallefoglia, mentre giovedì è stato appurato che pure la coppia di anziani fanesi è risultata positiva al secondo tampone. Dei due coniugi, la più grave era apparsa la moglie ultraottantenne, in rianimazione per una polmonite bilaterale. Sembra, però, che la situazione stia lentamente migliorando.

Non rincuora, invece, sapere che in giornata siano risultati positivi altri tre tamponi nella nostra provincia. A comunicarlo è stato il governatore della Regione Marche Luca Ceriscioli, che ha fatto accenno anche a uno studente di Morciano (Rimini) che frequenterebbe un istituto di Pesaro. Ceriscioli ha inoltre ricordato che un centinaio di persone si trova attualmente in isolamento domiciliare fiduciario: un terzo del totale presenterebbe dei sintomi. Come sempre l’invito è quello di mantenere la calma. In attesa della controprova di venerdì, si suggerisce di continuare a rispettare le linee guida per la prevenzione diffuse dalla Regione già nei giorni scorsi (vedi immagine in allegato).

Si ricorda, inoltre, che al momento il ping-pong istituzionale sulla chiusura a scopo precauzionale di scuole e musei – oltre che sullo stop agli eventi pubblici – vede ‘vincitore’ Ceriscioli. Giovedì pomeriggio, infatti, il Tar ha annullato l'ordinanza regionale del 25 febbraio, e per qualche ora si è pensato che tutto sarebbe stato prontamente riaperto. Invece no. Il governatore ha subito risposto con una rapida contromossa: una nuova ordinanza che, di fatto, mantiene tutto chiuso fino a sabato 29, mentre il primo documento aveva imposto uno stop fino al prossimo 4 marzo. Ceriscioli ha argomentando la sua decisione proprio facendo accenno ai tre nuovi casi. Un botta e risposta che avrà certamente fatto impazzire i gruppi WhatsApp dei genitori degli studenti. E che ha subito scatenato l’ironia dei social (ecco qualche esempio).

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Questo è un articolo pubblicato il 27-02-2020 alle 22:42 sul giornale del 28 febbraio 2020 - 2074 letture