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Coronavirus: chiudono scuole, musei e biblioteche. Stop agli eventi. I dettagli dell'ordinanza [VIDEO]

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Alla fine è arrivato il verdetto: la Regione Marche chiude per coronavirus. Perlomeno resteranno chiusi portoni e cancelli delle scuole di ogni ordine e grado, così come i musei e le biblioteche. L’ordinanza regionale impone anche uno stop agli eventi.

A partire dalla mezzanotte di mercoledì 26 febbraio - e fino alla mezzanotte del 4 marzo – su tutto il territorio marchigiano è stata infatti disposta la sospensione delle manifestazioni pubbliche di ogni genere, dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado nonché della frequenza delle attività scolastiche, universitarie (lezioni, esami di profitto e sedute di lauree) e di alta formazione professionale. Lo stesso vale per i percorsi di istruzione e formazione professionale, salvo le attività formative svolte a distanza e quelle relative alle professioni sanitarie compresi i tirocini. L’ordinanza prevede anche la sospensione di ogni viaggio di istruzione sia sul territorio nazionale sia all’estero - come già previsto da un decreto del premier Giuseppe Conte - e la sospensione dei concorsi pubblici a eccezione di quelli relativi alle professioni sanitarie, per le quali dovranno essere garantite le opportune misure igieniche.

Alla fine di un’estenuante giornata fatta anche di diversi tira e molla, dopo aver svuotato i supermercati e fermato il calcio, il coronavirus ha davvero chiuso pure scuole, musei e biblioteche. Stesso discorso per gli eventi pubblici, appunto, come già auspicato dal consigliere regionale Federico Talè. Tutto questo al fotofinish del Carnevale di Fano: l’ufficialità è infatti arrivata proprio mentre il pupo stava bruciando in Piazza XX Settembre, chiudendo di fatto l’edizione 2020.

A un certo punto della giornata sembrava che ogni decisione sarebbe stata presa a livello provinciale. Ipotesi paventata dal governatore delle Marche Luca Ceriscioli a margine di un’importante riunione tra il ministero della salute, la presidenza del consiglio e i presidenti delle regioni. Pareva infatti possibile che ogni provincia avrebbe finito per adottare in modo autonomo i provvedimenti ritenuti più idonei – seppur in linea con le direttive nazionali – a seconda delle province confinanti. Nello specifico, sembrava che le province vicine a quelle con casi conclamati di contagio avrebbero potuto procedere con l’attuazione delle misure ritenute più necessarie. In tal senso, sarebbe stato decisivo il tampone positivo di Cattolica, nella provincia di Rimini, dove in effetti si è registrata proprio martedì la presenza di un 71enne di ritorno dalla Romania contagiato dal virus.

Dal canto suo il premier Giuseppe Conte aveva detto di ritenere immotivata l’eventuale chiusura degli istituti dove non vi sono focolai. La linea nazionale è infatti quella già accennata da Ceriscioli, con distinguo provincia per provincia. Il governatore delle Marche, però, alla fine ha preferito chiudere tutto fino al prossimo 4 marzo. E in tutta la regione.



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Segue il video con l'intervento integrale del governatore Ceriscioli. Qui il testo integrale dell'ordinanza.






Questo è un articolo pubblicato il 25-02-2020 alle 15:28 sul giornale del 26 febbraio 2020 - 14500 letture