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Il coronavirus tra sciacalli e fake news. L’appello: “Credete soltanto a fonti ufficiali”

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Gli unici parcheggi affollati sono quelli dei supermercati. Per il resto, in alcune zone della città, ci si ritrova immersi in un’atmosfera surreale. Nessuno scenario apocalittico, però, se non proprio tra quegli scaffali che solitamente traboccano di cibo. Ora non più, anche se i commessi si affanno a rimpinguarli. Perché lunedì c’è stato l’assalto ai viveri, e alcuni gestori di supermercati hanno candidamente ammesso di aver incassato così tanto in un solo giorno da poter chiudere per un po’ e farsi una piccola vacanza. Effetti collaterali della psicosi da coronavirus, certamente non deleteri come i messaggi vocali circolati sempre nella giornata di lunedì. Un allarme che si è subito fatto virale. Ma che era infondato, e quindi perseguibile penalmente.

Croce e delizia della tecnologia, che fa circolare le informazioni molto più velocemente rispetto a un tempo, ma senza fare in alcun modo da filtro contro quelle false. È per questo che WhatApp, nelle ultime ventiquattr’ore, si è fatto veicolo di vere e proprie fake news mitigate soltanto dal lavoro dei giornalisti e dal buon senso dei lettori. “Salve a tutti i genitori, volevo comunicare che al liceo scientifico di Fano si è verificato un caso di positività al coronavirus già al primo tampone”, recita uno dei messaggi circolati attraverso la messaggistica. “Si tratta di un ragazzino tornato dalla Cina qualche giorno fa – continua- ma che nessuno ha controllato né messo in quarantena. Non so se domani ci saranno le lezioni, voi sapete niente? Questa cosa è molto grave. Il ragazzino potrebbe aver infettato tutta la scuola”.

Un contenuto che rappresenta una bomba a orologeria - soprattutto perché diffuso all’interno di gruppi che comprendono centinaia di genitori -, e che avrebbe potuto scatenare un’isteria collettiva, a prescindere dalla possibile buona fede della donna che proferisce certe parole all’interno del vocale, ma che rischia comunque una denuncia per procurato allarme. La scuola, intanto, ha smentito tutto in maniera categorica. Tra l’altro pare che il ragazzino in questione stia benissimo, e che per precauzione non sia comunque ancora tornato a scuola dopo la sua trasferta cinese.

Il problema è principalmente uno: si tende a credere a qualsiasi cosa, consentendo a ogni mezza informazione in arrivo di crinare definitivamente le nostre paure rese già fragili dalla situazione. È una reazione comprensibile, ma pericolosa. Da qui l’appello del presidente del Corecom Marche Cesare Carnaroli. “In una fase in cui le notizie corrono velocemente e in abbondanza, spesso contraddittorie, è responsabilità degli organi di informazione usare la prudenza. Generare confusione nella popolazione è controproducente. Chat di gruppo, teorie complottistiche, dati errati: di tutto circola in rete. Fiducioso della professionalità di chi fa informazione – ha ribadito Carnaroli – è bene raccomandare allo stesso tempo ai cittadini di attenersi alle informazioni rilasciate dagli organi istituzionali e autorizzati, evitando di far circolare in via secondaria notizie provenienti da fonti non accreditate. Solo così si può porre un freno a tante possibili fake news”.

Parole sensate, e che possono fare da antidoto in un momento così delicato. In cui la paura è lecita, mentre l’allarmismo diventa facilmente un problema per tutti. Parole che, inoltre, possono disinnescare questo proliferare di messaggi, tra cui quello di un sedicente primario del Santa Croce di Fano. “Purtroppo devo confermare che la notizia della mia dipendente è vera – esordisce una voce maschile in un vocale arrivatoci lunedì in redazione -, e il secondo tampone sembra già avere un esito positivo. Non allarmatevi, cerchiamo di mantenere la calma”. Stesso patetico della donna che ci ha fatto recapitare un altro messaggio audio. “Ultima notizia, ed è vera: a Fano c’è il primo caso di coronavirus, e al 99 per cento è positivo. Benvenuto nella provincia di Pesaro e Urbino, ti stavamo aspettando. Forza ragazzi, è vicino a casa”, ha concluso sarcasticamente.

Di vero, però, c’è soltanto il caso sospetto di lunedì mattina. Una donna sulla 40ina si è presentata spontaneamente all’ospedale Santa Croce di Fano per via della febbre alta e di un mal di gola piuttosto intenso. Commettendo un grave errore, tra l’altro, perché in questi casi si deve assolutamente evitare di recarsi in strutture sanitarie pubbliche. Alcune testate hanno prontamente dato la notizia, tra l’altro subito rimbalzata a causa delle parole del governatore della Regione Marche Luca Ceriscioli, che ha fatto accenno al sospetto caso fanese in diretta televisiva. Ma intorno alle 19 un comunicato della Regione - che ha attivato un numero verde per chi sospetta di aver subito il contagio - ha fatto tirare a tutti un sospiro di sollievo. Il tampone ha dato esito negativo (qui i dettagli). Gli unici virus per ora in città sono quelli della paura e dello sciacallaggio.


La vignetta è del geniale Fabio Magnasciutti, già protagonista del CartoonSEA di Fano nel 2018.





Questo è un articolo pubblicato il 25-02-2020 alle 12:44 sul giornale del 26 febbraio 2020 - 1482 letture