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Travolte sull'Arceviese: Renelli si è fermato un chilometro dopo l'impatto, sequestrato il cellulare

2' di lettura
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di Niccolò Staccioli
senigallia@vivere.it


Massimo Renelli, l'uomo che ha investito e ucciso Sonia Farris ed Elisa Rondina, si sarebbe fermato un chilometro dopo il luogo dell'impatto e poi avrebbe chiamato lui stesso i soccorsi.

Sono questi i risvolti emersi dalle attività degli investigatori, coordinati dal Pm Ruggero Dicuonzo, che hanno sequestrato il cellulare del 47enne per verificare se lo stesse usando anche mentre guidava. Nei prossimi giorni si avrà il risultato anche dell'esame delle urine, disposto per accertare se l'uomo fosse alla guida anche sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. L'uomo era risultato alla guida in stato di ebbrezza, con l'alcooltest, effettuato per due volte, che aveva registrato un tasso alcolemico nel suo sangue prima di 2,02 g/l e poi di 1,93 g/l.

Sequestrata anche l'auto, con i segni dell'impatto e le tracce ematiche nella parte frontale della vettura che verranno comparati con quelli trovati sul posto, oltre che con i risultati delle autopsie. Previste per giovedì e incaricate al medico legale Manuel Papi, serviranno anche per sapere quali arti sono stati urtati per primi. Solo in seguito si potrà chiarire la dinamica esatta dell'incidente.

La Procura è comunque certa che Renelli non è fuggito, al momento non gli viene contestato il reato di omissione di soccorso: ha riferito agli agenti della Polizia Stradale di aver avvertito l'urto ma senza capire cosa fosse realmente accaduto. L'uomo, secondo le prime ricostruzioni, ha proseguito per un chilometro circa dopo l'impatto, cercando una rientranza in cui fermare la vettura. E' quindi sceso e tornato indietro e ha chiamato i soccorsi.

L'uomo era al volante da solo ed è stato trovato sul posto insieme ad un'altra persona, che lo ha raggiunto poco dopo. L'automobile ha travolto le due donne, uscite dalla discoteca Megà, mentre stavano attraversando la strada, o quando avevano già terminato di passare, per ritornare alle proprie auto, parcheggiate lungo l'Arceviese, in un tratto buio.

"Non le ho proprio viste, la strada era buia - le prime parole del 47enne, in lacrime. - Quando ho capito che era successo qualcosa di grosso ho subito chiamato il 113". L'uomo è ancora sotto shock e si trova in cella di sicurezza, anche se formalmente agli arresti domiciliari in assenza di un luogo alternativo idoneo. Mercoledì dovrà comparire davanti al Gip Sonia Piermartini per la convalida dell'arresto e per rispondere all'accusa di omicidio stradale plurimo aggravato.



Questo è un articolo pubblicato il 07-01-2020 alle 15:54 sul giornale del 08 gennaio 2020 - 15202 letture