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Ucciso in un agguato l'ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio. Morto anche un carabiniere della scorta

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Luca Attanasio aveva 44 anni, sposato, tre figlie. Dopo la laurea con lode alla Bocconi una carriera tutta all'interno della diplomazia. Dal settembre 2017 in Congo. Aveva ricevuto il premio Nassirya per la Pace.

L'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio, e un carabiniere della scorta, Vittorio Iacovacci, sono morti In un attacco a un convoglio delle Nazioni Unite nel parco dei Virunga, nella parte orientale del Paese. Il diplomatico italiano è rimasto coinvolto in un'imboscata condotta da miliziani armati contro mezzi dell'Onu in transito su una strada a nord della città di Goma, capoluogo della provincia orientale congolese del Nord Kivu. Il convoglio transitava nei pressi della città di Kanyamahoro, intorno alle 10:15 quando il commando armato, secondo quanto riferito da un portavoce del Virunga National Park, ha tentato di rapire alcuni membri del gruppo.

L'ambasciatore Attanasio e il militare Iacovacci viaggiavano a bordo di un mezzo facente parte di un convoglio della Monusco, la missione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo. Nell'attacco il diplomatico è rimasto ferito gravemente e poco dopo è deceduto. Con lui sono morti anche Iacovacci e un'altra persona di cui ancora non sono state rese note le generalità.

Attanasio, era lombardo, di Saronno (Varese). Il 31 ottobre del 2019 era stato confermato in qualità di ambasciatore straordinario plenipotenziario.

Alla Farnesina era stato assegnato alla direzione per gli Affari economici, ufficio sostegno alle imprese, poi alla segreteria della Direzione generale per l’Africa. Successivamente era stato Vice capo segreteria del Sottosegretario con delega per l’Africa e la Cooperazione Internazionale.

All’estero era stato capo dell’ufficio economico e commerciale presso l’Ambasciata d’Italia a Berna (2006-2010) e Console Generale reggente a Casablanca, Marocco (2010-2013). Nel 2013 era rientrato alla Farnesina dove aveva ricevuto l’incarico di capo segreteria della direzione generale per la Mondializzazione e gli Affari Globali. Ritornato in Africa, era stato primo consigliere nell’Ambasciata di Abuja, in Nigeria nel 2015.

Lo scorso ottobre gli era stato assegnato il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace 2020: un premio conferitogli per "il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli e per aver contribuito alla realizzazione di importanti progetti umanitari distinguendosi per l'altruismo, la dedizione e lo spirito di servizio a sostegno delle persone in difficolta". Attanasio aveva condiviso il premio con la moglie, Zakia Seddiki, fondatrice e presidente dell'associazione umanitaria "Mama Sofia" (che opera nelle aree difficili della Repubblica democratica del Congo), lavorando con bambini e giovani madri. "Non si può essere ciechi davanti a situazioni difficili che hanno come protagonisti i bambini", aveva spiegato in quella occasione Zakia. "È necessario agire per dare loro un futuro migliore. Cerchiamo, nel nostro piccolo, di ridisegnare il mondo".

Vittorio Iacovacci invece, il militare rimasto ucciso insieme all'ambasciatore Attanasio, era un effettivo del XIII Reggimento Friuli Venezia Giulia con sede a Gorizia. Iacovacci aveva ottenuto brillanti risultati nel suo percorso al Gis ed era stato assegnato a Kinshasa in un contesto difficilissimo. Sino ad oggi aveva fatto parte del team di 'close protection', insieme ad altri operatori del XIII Reggimento. La famiglia di Iacovacci è originaria di Sonnino, in provincia di Latina dove è stato proclamato il lutto cittadino.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ha ricevuto la notizia mentre era a Bruxelles e dopo aver informato i colleghi Ue dell'accaduto è partito subito per Roma.



Questo è un articolo pubblicato il 22-02-2021 alle 15:20 sul giornale del 23 febbraio 2021 - 256 letture