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Fondazione Città di Senigallia: Canafoglia, "Bilancio in rosso per 4 milioni e 600 mila euro. Ecco il piano di recupero"

2' di lettura
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di Giulia Mancinelli
senigallia@vivere.it


Ammonta a 4 milioni e 695 mila euro il debito accumulato dalla Fondazione Città di Senigallia. A fare il punto sullo "stato di salute" dell'ente pubblico è stato il presidente Corrado Canafoglia, a capo del nuovo Cda, insediatosi con la nuova amministrazione.

“Dobbiamo capire perchè questa situazione deficitaria è ricorrente. Quest'anno verosimilmente chiuderemo il bilancio con una perdita di circa 900 mila euro e un'altra perdita ci sarà anche nel 2021 perchè nonostante le nostre azioni non riusciremo ad arrivare al pareggia di bilancio -ha esordito Canafoglia- nonostante queste perdite la struttura è in piedi, non ci sono problemi per gli ospiti né per i dipendenti e tutti i fornitori saranno pagati. Il precedente Cda ha tentato l’apertura di fido dal sistema bancario per 400-500.000 euro, ma data la situazione dei bilanci sopra esposta, gioco forza la richiesta è stata rigettata. Abbiamo superato questa fase critica momentanea con la ripresa del regolare pagamento delle fatture, riattivando il corretto flusso finanziario di cassa e con lo smobilizzo di 400.000 investiti tramite Azimut e provenienti dagli espropri di società Autostrade (per la complanare ndr)”.

Tra le azioni messe in campo dal nuovo Cda per ridurre progressivamente il deficit di bilancio, ci sono i tagli per alcune spese eliminate come il servizio di barbieria, addetti stampa, contributo alla scuola di musica Bettino Padovano, acquisto materiale biodegradabile, bottigliette di plastica per circa 88 mila euro.

“Si fa inoltre presente che la Fondazione per le consulenze ha speso, ad esempio, in sette anni 350 mila euro per lo studio legale Boccioletti-Pesciarelli e per la questione dell'esproprio di Società Autostrade ha speso altri 350 mila euro per le varie consulenze -aggiunge il presidente del Cda- ci sono poi pratiche e situazioni aperte che si proiettano nel futuro, come il “Progetto degli Orti del Vescovo”, che non convinceva neanche il precedente Cda, come l'appalto per la ristrutturazione delle due palazzine della Residenza Protetta, dove le due strutture collegate da un tunnel sotterraneo comporta un aumento dei costi di gestione oltre alla spesa di oltre 200 mila euro per una nuova cucina, o come il palazzo del Musinf, che la Fondazione ha acquistato dal Comune per 1.395.000 di euro senza esserne mai entrata in possesso, o come le varie proposte di cessione di alcune proprietà immobiliari della Fondazione che in passato sono state rifiutate”.



Questo è un articolo pubblicato il 15-05-2021 alle 09:05 sul giornale del 17 maggio 2021 - 3358 letture