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comunicato stampa

Non vaccinano la figlia dopo un intervento e rischiano la multa, Paradisi: "No alla foga ideologica"

2' di lettura
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da Roberto Paradisi
avvocato

roberto paradisi

Un obbligo di legge non può diventare foga esecutiva o, peggio, ideologica. E’ il caso dell’obbligo vaccinale di una bimba di appena due anni sottoposta, qualche settimana fa, ad un delicato intervento al cuore presso il Dipartimento di Scienze cardiologiche cardiochirurgia e cardiologia pediatrica degli ospedali Riuniti Umberto I di Torrette di Ancona.

I genitori, giustamente preoccupati e facendo appello alla stessa legge sugli obblighi vaccinali (che prevede la non vaccinazione in caso di pericoli per la salute del bimbo all’art. 1 commi 2 e 3 del decreto Lorenzin convertito in legge 119/2017), hanno correttamente chiesto al Dipartimento di Prevenzione della Asur una precisa attestazione scritta di un esperto cardiologo che, in riferimento al delicato intervento al cuore, non vi fossero pericoli per la sua salute della bimba con la immediata vaccinazione. Ovviamente anche in relazione ad un eventuale differimento della vaccinazione stessa.

Per tutta risposta, la Asur – omettendo qualsiasi risposta - ha emesso una vera e propria diffida intimando ai genitori di far sottoporre a vaccinazione la bimba da poco dimessa dal reparto di cardiologia entro e non oltre 20 giorni. Pena la sanzione da 100 e 500 euro e, ovviamente, la conseguenza dell’esclusione dal nido. Nessuna attestazione di cardiologi e nessun parere medico, ad esclusione del riferimento nella lettera ad una mera telefonata (sic!) intercorsa con la pediatra (e nemmeno con un cardiologo) sulla dichiarata ma non attestata assenza di contro-indicazioni.

In altre parole, mentre da una parte nessun medico della Asur si è assunto la responsabilità di attestare con la propria sottoscrizione l’assenza di pericoli per la bimba connessi al delicato intervento chirurgico subito al cuore, dall’altra la Asur ha scaricato ogni responsabilità e decisione sui genitori diffidandoli ai sensi di legge. Non può non sottolinearsi la deriva ormai ideologica sul dibattito intorno ai vaccini (pro e contro) che non tiene nemmeno conto (e se arriva da una struttura pubblica sanitaria deputata alla tutela della salute dei cittadini è gravissimo) delle situazioni particolari, soprattutto se riferite ai soggetti più deboli.

E’ di tutta evidenza che la Asur ha il preciso dovere di rispondere puntualmente e in modo convincente alla domanda della famiglia verificando in concreto, ai sensi di quella stessa legge invocata per diffidare in modo inopportuno i genitori, l’esistenza o meno di pericoli per la salute della minore. Lo richiede la legge. Lo richiede il buon senso.



roberto paradisi

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 12-10-2018 alle 12:17 sul giornale del 13 ottobre 2018 - 3879 letture