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intervista

Enrico Ruggeri per Vivere Fano: “Vi racconto il mio mare d’inverno. Marotta? Il mio imprinting”

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enrico ruggeri

Una distesa di acqua salata. Lo chiamano mare, e non c’è artista che non gli abbia dedicato qualcosa. Registi, scrittori, pittori, cantanti. Già, i cantanti. Tutti bravi a celebrare il mare d’estate. Facile, così. Poi - nell’83 - un giovane cantautore in cerca della sua strada ha avuto un’intuizione. Lui è Enrico Ruggeri, da sempre innamorato di Marotta e del suo mare. È stato il primo a scrivere una canzone su quella distesa di acqua salata immaginandola sotto i colpi gelidi dell’inverno. Un panorama diverso - lontano dalle tintarelle e dalla movida - trasformato in poesia. “Il mare d’inverno” gli è valsa la cittadinanza onoraria di Marotta già nel 2015. Dopo tre anni esatti – era il 12 agosto -, domenica si esibirà davanti allo stesso mare che l’ha ispirato. Anche se è estate, ma l’emozione sarà sempre la stessa.

Enrico, che effetto fa tornare a Marotta?
È Il mio posto, dove ho trascorso la mia adolescenza. È il posto degli amici in spiaggia, dei primi baci sul lungomare, delle prime volte. Avevo quattordici o quindici anni. Marotta mi ha dato l’imprinting. È stato il mio primo amore, e il primo amore non si scorda mai. In più, è lì che sognavo la vita che poi ho fatto. Quel che immaginavo è accaduto. Tornare a cantare a Marotta sarà molto bello.

Se sei arrivato fin qui è anche grazie a “Il mare d’inverno”, che hai scritto immaginando il mare marottese lontano dalla frenesia dell’estate.
Sì. La mia intuizione è stata quella di colmare un buco. A nessuno – nel mondo della musica - era venuto in mente che d’inverno il mare è più poetico. Invece nel cinema e nelle altre arti se n’erano già accorti tutti. Ecco uno dei motivi del successo di questa canzone.

Successo a cui ha senz’altro contribuito anche Loredana Bertè.
Assolutamente. È stata la prima a interpretarla, e se n’è subito innamorata. In realtà io ancora non la conoscevo. Ci siamo presentati soltanto a cose fatte. Era Ivano Fossati a produrre il suo album, ed è stato lui il primo a rimanere entusiasta de “Il mare d’inverno”, così l’ha voluta inserire nel disco. Però, poi, è stata Loredana a volerne fare addirittura un singolo.

Ed è stato un trionfo globale. La possiamo definire la canzone della svolta?
Sì, anche perché mi ha fatto da apripista. Io all’epoca ero un emergente. Dopo l’esperienza con i Decibel ero solo, e dovevo ripartire da capo. Di sicuro questo pezzo ha fatto benissimo alla mia carriera.

Qualcuno l’ha definita una “poesia sulla solitudine”. Sei d’accordo?
Sì, è anche questo. Una solitudine che però non va intesa in senso negativo, ma come qualcosa di costruttivo. Un sentimento che sicuramente si contrappone alla confusione.

Una confusione che, tra l’altro, non ha molto a che vedere con Marotta.
Marotta mi piace proprio perché non è molto caotica. Rispetto a una volta ci sono strutture più belle, certo, ma ha saputo modernizzarsi senza snaturarsi. È questa la sua forza.

Qualcosa di certo è cambiato, ad esempio le nuove insegne all’ingresso di Marotta che la qualificano come “Città del mare d’inverno”. Cartelli che portano persino la tua firma. Cos’hai pensato quando ti hanno proposto questa cosa?
Sono contento e orgoglioso. Non sono tante le città dedicate a una singola canzone, oppure a chi l’ha scritta. In questo senso, a Marotta, sono stati dei precursori. Lì c’è un sindaco fortissimo. È giovane, e ha un team di lavoro fantastico. Lui la città la vive, la conosce, sa quali sono le potenzialità e cosa deve andare a toccare. Sono tutti molto forti, compreso l’assessore al turismo Davide Caporaletti.

Allora ti aspettiamo per il concerto di domenica sera.
Certo. Saremo alla Molo Arena alle 21 30. Mi hanno detto che metteranno pure dei maxischermi in piazza.





enrico ruggeri

Questa è un'intervista pubblicata il 11-08-2018 alle 20:08 sul giornale del 13 agosto 2018 - 3377 letture