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Terra, gusto, buon vino: tutti gli amori di Sara Bracci, compianta regina dell’enogastronomia

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Sara Bracci

Ambasciatrice territoriale di enogastronomia, stimata componente dell’Associazione Italiana Sommelier. E – soprattutto - donna apprezzata da tanti. Fino a ieri sono stati in tantissimi ad aver tenuto il fiato sospeso per Sara Bracci, nei due anni e mezzo circa trascorsi dall’incidente di fine 2015. Non solo i fanesi, ma una fitta comunità composta da professionisti del cibo e del buon vino. Amici, soprattutto. Esattamente coloro che, in queste ore, stanno affollando i social con i loro messaggi di cordoglio.

Ma chi era Sara? Dopo aver studiato lettere e filosofia all’università di Urbino, era riuscita a trasformare il suo amore per il vino in un lavoro. Aveva continuato a farsi una cultura sull’argomento, facendosi le ossa in un settore complesso, ma per il quale provava un entusiasmo vero. Prima di tutto aveva frequentato il corso per sommelier, ma quello era stato soltanto il primo passo. Dopo essere diventata ambasciatrice territoriale di enogastronomia, aveva dato corpo e sostanza a eventi di settore che avevano contribuito a fare di lei un riferimento vero in quell’ambiente che tanto le era caro.

Il gusto è cultura, e Sara lo sapeva bene. Anche per questo aveva fondato “Cavoli nostri: il cavolfiore tardivo di Fano“, un’associazione dal nome eloquente, e che non lascia dubbi su quale sia il tema. Occhi aperti anche verso i più piccoli, proprio perché le tradizioni enogastronomiche vanno tramandate sensibilizzando prima di tutto i bambini. Come? Attraverso il “Gioco dell’oca goloso”, iniziativa ad hoc per fare delle bontà del territorio una materia di studio e, soprattutto, di esperienza ludica.

Laddove gusto e località del prodotto si fondono, spesso c’è lo zampino amorevole di Sara, che provava un sentimento vero per tutto ciò che gravitava intorno al suo lavoro. Fondamentale, in questo senso, la creazione della “Staffetta del Bianchello”, l’evento ideato cinque anni fa proprio da Sara per dare risalto alle diverse declinazioni di questo importante vino. La manifestazione ha saputo unire sotto una sola bandiera ben tredici cantine, attirando l’attenzione di circa 3mila visitatori ogni anno. Tutto fermo, da dopo quel maledetto incidente. Tutto, tranne la speranza. Quella non se n’era mai andata, tanto da aver indotto le persone che più l’amavano a creare un’associazione dedicata a lei. “Camminando sui tuoi passi” è nata proprio per raccogliere fondi per Sara, per le sue costose cure in Austria. Ma anche per seguire le orme di questa donna rimasta nei cuori di tanti, tantissimi. E alla cui memoria, ora, si brinda.



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Questo è un articolo pubblicato il 01-06-2018 alle 15:10 sul giornale del 02 giugno 2018 - 2378 letture