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“Il Carnevale riempie gli hotel, ma servono più eventi e misure contro l’abusivismo”. Intervista a Luciano Cecchini di Alberghi Consorziati

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Il Carnevale fa bene al turismo. Anzi, molto bene. Nel breve e nel lungo periodo, perché nell’immediato porta gente negli hotel, mentre in prospettiva tiene alta l’attenzione sulla Città della Fortuna. Lo dicono i numeri: durante i weekend delle tre sfilate mascherate, le strutture del gruppo Alberghi Consorziati hanno ospitato oltre 1600 persone. A raccontarlo è lo stesso presidente Luciano Cecchini, soddisfatto del risultato ma convinto che si possa fare di più. Per attirare gente, ma anche per debellare il più grande nemico: l’abusivismo.

Il Carnevale è ormai concluso. Qual è il vostro bilancio?
È andata molto bene. Per la prima domenica abbiamo avuto sulle 300 presenze, durante la seconda siamo saliti a 632 - anche grazie a eventi sportivi come la Super Marathon e il torneo di calcio amputati – mentre con la terza siamo arrivati a 680. Abbiamo fatto dei bei numeri, verificati dai pass che abbiamo distribuito. Oggi conosciamo le presenze reali, non spariamo numeri a caso.

Un successo in crescendo, dunque.
La gente è aumentata, anche perché era preoccupata per le condizioni meteo. Ha confidato in un tempo migliore di domenica in domenica. Il treno a vapore, poi, è stato un bellissimo successo. Non siamo partiti da Rimini, ma da Ravenna: 500 persone a bordo, con tanto di carrozza aggiunta per via dell’affluenza.

Tanta gente, ma di chi si tratta?
Sono persone di tutte le età, e vengono da mezza Italia. A memoria ricordo visitatori dal Lazio, dalla Campania, e tra gli ultimi gruppi anche alcuni della zona di Parma e Modena. Naturalmente tutto sta a saperli gestire.

Come?
Se vuoi farli dormire a Fano il sabato sera devi dare loro l’input per andare in giro per la città. Devi creare qualcosa d’importante. Io e la presidente della Carnevalesca Maria Flora Giammarioli abbiamo già fatto un ragionamento su questo per il prossimo anno.

Insomma, numeri buoni ma si può fare di più.
Sì, ed è bene fare pubblicità all’esterno. Dopo l’esperienza di Capodanno, con un evento pubblicizzato su tre testate nazionali e attraverso una radio di altrettanta importanza, siamo riusciti ad attirare molta gente. Le persone sentono, vedono, s’incuriosiscono. Devi fare una promozione mirata, e devi farla fuori.

Si temeva che lo spauracchio dei limiti di accesso potesse penalizzare il Carnevale, ma a quanto pare così non è stato. Il prossimo anno, invece, sembra che si pagherà.
A Viareggio, così come in altri carnevali di una certa levatura, per entrare si deve pagare il biglietto. D’altronde fino a qualche anno fa era così anche a Fano.

Cosa cambierà?
Ci sarà una scrematura naturale. Faremo convenzioni con la Carnevalesca per i gruppi che vengono da fuori. Ogni ospite paga dai 50 ai 100 euro, occorre dar loro delle agevolazioni.

In definitiva, si può dire che il Carnevale faccia bene al turismo fanese.
È un veicolo di accoglienza e di pubblicità per la nostra città. Non ci può essere un turismo dedicato soltanto a questo, perché dovrebbe durare dai tre ai cinque mesi. Da noi il turismo sono il mare e l’entroterra. Alle fiere cerchiamo di valorizzare queste cose, che vanno a braccetto tra loro.

Maschere a parte, è un buon momento per le nostre strutture?
C’è un problema, ed è la concorrenza sleale. L’abusivismo è una cosa indegna. A Fano ci sono bed & breakfast che non registrano i loro ospiti. Noi cerchiamo di attirare persone con gli eventi sportivi, ospitiamo i gruppi, anche a prezzi bassi. Ma poi genitori e parenti vanno nei bed & breakfast. Fanno prezzi stracciati perché non denunciano niente. Erano pieni anche durante il Carnevale. Non è giusto: noi paghiamo le tasse e a questi non vengono fatti abbastanza controlli.





Questo è un articolo pubblicato il 21-02-2018 alle 00:58 sul giornale del 22 febbraio 2018 - 534 letture