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Spazio elettorale autogestito

Brignone sulle candidature PD: "Uno scenario amaro e triste che impoverisce il nostro territorio"

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da Beatrice Brignone


Prendi una legge autoritaria nei modi e autolesionistica nei risultati, condiscila con partiti sempre più personalistici e arroganti, aggiungi la sfida delle varie leadership nella composizione delle liste, e avrai un futuro parlamento di nominati e paracadutati nei territori, a dispetto dell’etica politica, della logica della rappresentanza e perfino del buon senso.

Il siciliano Minniti, il romano Bonelli e il premier Gentiloni, sono evidenti esempi di un PD più interessato a organizzare al meglio la squadra dei fedelissimi renziani, che a dare rappresentanza al territorio marchigiano. D’altra parte, spostare la pesarese Fabbri, senatrice uscente, nel collegio uninominale per la Camera Fano-Senigallia, sembra la punizione ad una corrente interna, piuttosto che il riconoscimento del lavoro di questi anni.

È uno scenario amaro e triste, questo. Perché non solo delegittima il ruolo dei partiti che democraticamente dovrebbero ascoltare i cittadini e reclutare le persone migliori; ma soprattutto perché impoverisce il nostro territorio di rappresentati veri. Uomini e donne la cui missione è impegnarsi per dare voce a una regione le cui emergenze e le cui disuguaglianze sono tante ed evidenti. Basta vivere nelle Marche per accorgersene: crisi delle grandi industrie, di interi settori manifatturieri e dei rispettivi indotti; emergenza del sud delle Marche, problemi dell’Appennino e delle aree interne; progressivo smantellamento della sanità pubblica e incapacità di tutelare il diritto alla salute come sintesi tra i bisogni sociali dei cittadini e risorse economiche; scarse politiche per le donne, mancata applicazione della 194; trivelle nel Mar Adriatico e mancata progettazione di serie politiche energetiche a tutela dell’ambiente e del benessere animale. E poi il bisogno di infrastrutture, la necessità di una diversa gestione dell’accoglienza, i tagli ai servizi sociali e ai servizi educativi e per l’infanzia, il bisogno di inclusione e non di ghettizzazione della disabilità e della salute mentale.

Certo, anche LeU ha commesso errori, in alcuni territori italiani, e noi di Possibile l’abbiamo responsabilmente denunciato. Ma nelle Marche le liste di Liberi e Uguali sono composte da rappresentati del territorio, e solo del territorio. Il che, non solo ci riempie di orgoglio e di passione, ma soprattutto ci permette di essere interpreti credibili per i nostri elettori.

Affronteremo alcune dinamiche interne dopo il 4 marzo, con responsabilità e rispetto per il Paese. Oggi, infatti, abbiamo un obiettivo enorme: quello di restituire al Paese e alla Regione Marche una forza politica laica, progressista, inclusiva, costituzionale, capace di lottare contro le tante politiche che ogni giorno calpestano i diritti e producono disuguaglianze e cinismo.



Questo è uno spazio elettorale autogestito pubblicato il 29-01-2018 alle 16:52 sul giornale del 30 gennaio 2018 - 3180 letture