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Brignone: un'interrogazione al Ministro dello sport sui disabili alla piscina del Molinello

3' di lettura
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di Sara Santini
senigallia@vivere.it


Un'interrogazione al Ministro dello Sport Luca Lotti per capire se la situazione in cui si allenano i disabili della Polisportiva Senigallia sia compatibile con le dichiarazioni e i protocolli che proprio sull’inclusione vertono. E' l'impegno assunto dalla deputata senigalliese di Possibile Beatrice Brignone.

La parlamentare è venuta a conoscenza della difficile situazione in cui si allenano i ragazz i disabili perchè, come spiega in un post su Facebook, nella stessa accompagna anche i suoi figli. "Quando riesco a incastrare tutto, il lunedì pomeriggio lo dedico ad accompagnare i bambini in piscina, Molinello - scrive la deputata - Nello stesso orario in cui si allenano tutti i bambini, si allena anche una squadra di giovani campioni paralimpici. La loro è la seconda corsia. Hanno disabilità diverse, ma in vasca sono tutti uguali. Tutti. E in acqua sviluppano un senso di sicurezza e di autonomia straordinario. Sono bravi, molto bravi. 7 volte campioni di Italia. Quando si tuffano, quando sfrecciano nell’acqua sono da esempio per gli altri bambini.
Qualche settimana fa uno di questi piccoli campioni si tuffa, perfetto. Un altro bambino, che nuota in un’altra corsia lo guarda.

Si avvicina e gli chiede di spiegargli come fa, che a lui il tuffo non riesce. Il piccolo campione gli spiega qualcosa che non riesco a sentire, ma posso vederne la serietà del volto e l’attenzione dell’altro bambino che prova subito a mettere in pratica la lezione. È stata una questione di pochi minuti, ma credo che valga più di mille lezioni e convegni sull’inclusione, sul rispetto, sugli innumerevoli valori positivi dello sport. Ora. Questi ragazzi hanno bisogno di un’altra struttura, più adeguata alle loro esigenze. Struttura che esiste, in un altro quartiere di Senigallia, in una piscina comunale più nuova e più adatta ad allenarsi come dovrebbero fare loro. Basterebbe un po’ di buona volontà. Invece l’unica proposta arrivata è stata che i ragazzi possono allenarsi dalle 20 alle 22. A piscina chiusa. Da soli. A fine giornata. Una proposta, senz’altro fatta in buona fede, ma che tradisce completamente il senso di questo progetto di inclusione così importante per tutti i bambini".

Una situazione non facile per numerosi ragazzini, costretti ad allenarsi in un'unica corsia, essendo carente lo spazio acqua, per la società sportiva. Una situazione che, come ricorda la Brignone, non garantisce il diritto allo sport dei giovani, e in particolare dei disabili che nell'acqua trovano il loro ambiente naturale, in cui le differenze non contano, ma conta solo la passione di fare lo sport che si ama.

Non è chiaro come la situazione possa essere risolta, e se la ripartizione tra le corsie, per le diverse società sportive che si allenano in città possa essere rivista, ma sarebbe importante dare il giusto spazio ad atleti che nella vita hanno già dovuto lottare per altri motivi e che invece nello sport hanno dimostrato di essere dei "campioni".



Questo è un articolo pubblicato il 14-11-2017 alle 10:34 sul giornale del 15 novembre 2017 - 1416 letture