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comunicato stampa

Ex ferrovia Fano-Urbino, Fiab For.Bici: "Pista ciclabile senza eliminare i binari"

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Le piste ciclopedonali non sono infrastrutture ludiche che chiunque può progettare, magari solo in ambienti ameni per passeggiate domenicali; sono come le altre strade, le autostrade e le ferrovie; lo dice la l.n. 2/2018.

Servono innanzitutto per alleggerire traffico e inquinamento e garantire maggiore sicurezza agli utenti deboli della strada; meglio quindi piste in sede propria e non esposte ai pericoli di moto, auto e camion in corsa.

Se nella valle del Metauro non fosse stata prevista una ciclabile, sarebbe stata accolta la richiesta che la Regione ha rivolto alle Ferrovie di non vendere questa linea dismessa? Molto probabilmente no, con buona pace di ogni ipotesi di riutilizzo, anche quello ferroviario. Evidentemente sono stati considerati i vantaggi sociali, economici e urbanistici apportati al territorio dalla pista ciclabile.

E’ bene poi ricordare che, fin quando non sarà rispettato un requisito fondamentale della legge 128/2017, cioè il finanziamento di ricostruzione (“ben oltre” 150 milioni di euro) e gestione, la Fano Urbino è solo un bene immobile e non una ferrovia; con tutte le conseguenze del caso. E’ inoltre molto improbabile che la proprietà, RFI, presti maggiore attenzione di prima ad una linea che da decenni non rientra nei suoi piani e funzionerebbe solo qualche giorno l’anno per corse turistiche. E la Fano Urbino è una delle circa 200 linee chiuse in Italia! Né si può pensare che se ne occupi la regione Marche. Comunque, l’opzione del treno turistico resta e va rispettata.

Invece, grazie anche ai fondi concessi dalla UE, ora è possibile bonificare un sedime indebolito da una folta vegetazione spontanea, allontanare animali indesiderati, evitare “visite” di malintenzionati alle abitazioni e restituire ai cittadini spazi fatiscenti. La pista, che correrà lungo il sedime senza eliminare binari e traversine, sarà usata tutti giorni da tante persone e non ci potrà essere promiscuità con i treni; infatti, a medio termine, è difficile che si vedano convogli turistici; a lungo termine, per qualche giorno, e a tratti, potrebbe essere inibito il passaggio di ciclisti e pedoni in occasione del passaggio del treno.

Fa bene quindi la Regione a realizzare questa nuova via di comunicazione che porterà grandi benefici anche ai territori interni; lo sanno bene in particolare gli albergatori che stanno adeguando le loro strutture alle esigenze di cicloturisti che si muovono anche in bassa stagione alla ricerca di mete non toccate dal turismo di massa come il nostro entroterra.

In sostanza, la pista ciclabile è una vera e propria “assicurazione sulla vita” della stessa ferrovia, qualora in futuro si creassero le condizioni per un suo ripristino che, va ribadito, ora non è possibile per il trasporto pubblico locale; nessuna legge lo prevede ma soprattutto non lo permetterebbero le norme di sicurezza che non consentono più ai treni commerciali di passare tra le case.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 23-07-2019 alle 15:31 sul giornale del 24 luglio 2019 - 1192 letture