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Untore Hiv, 16 anni e 8 mesi a Claudio Pinti e maxi risarcimento per le vittime

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Sedici anni e 8 mesi di reclusione. E’ la pena inflitta a Claudio Pinti, l’untore di Montecarotto, condannato per aver contagiato consapevolmente l’ex compagna, deceduta per complicanze collegate all’Aids, e un’altra donna, madre di sua figlia.

I pm avevano chiesto 18 anni di reclusione per il 36enne che, gravemente malato, era presente in udienza. L’ex autotrasportatore alcuni giorni fa aveva lasciato l’ospedale di Viterbo, dov’era ricoverato da dicembre, per tornare nel carcere di Rebibbia, a Roma. E’ stato condannato per lesioni gravissime e per omicidio volontario in quanto, secondo i giudici, trasmise l’Hiv all’ex compagna Giovanna Gorini (deceduta nel giugno 2017) e a una 40enne con cui aveva una relazione. La sentenza è stata emessa con rito abbreviato dal gup Paola Moscaroli. La difesa dell’imputato, scortato in aula dalla polizia penitenziaria, valuterà il ricorso in appello.

Pinti, positivo da una decina d’anni, aveva rapporti sessuali senza protezione e, secondo alcune stime, le vittime potenziali potrebbero essere 228. Le indagini erano partite dopo la denuncia della 40enne che aveva frequentato dopo la morte della compagna. Arrestato nel giugno del 2018, ora Pinti dovrà risarcire una somma provvisionale di 100mila euro a testa per la figlia e i genitori dell’ex compagna deceduta, 25mila euro per la sorella di lei e 50mila euro per l’altra donna a cui ha trasmesso l’Hiv.



Questo è un articolo pubblicato il 14-03-2019 alle 16:23 sul giornale del 15 marzo 2019 - 2416 letture