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Nuovo Pincio, i resti verranno coperti: il 24 marzo il taglio del nastro [FOTO]

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Nessun museo a cielo aperto in zona Pincio. Tutto quello che è stato ritrovato durante i lavori di riqualificazione verrà ricoperto, anche se in modo non definitivo. Non ci sono alternative, a detta degli esperti. Ma la buona notizia è che la tanto attesa inaugurazione del nuovo Pincio è fissata per domenica 24 marzo. Parola di sindaco.

“Senza se e senza ma”, ha detto Massimo Seri, certo di tagliare il nastro entro la fine del mese nonostante i dubbi degli addetti ai lavori, non troppo sicuri che entro quella data possa essere davvero tutto pronto. Intanto, la vera certezza è che i resti rinvenuti durante i lavori non rimarranno visibili ancora per molto. Sono state infatti scartate tutte le altre ipotesi. Lasciarli a vista? “D'istinto lo faremmo, ma quelle emerse sono strutture fragili, pavimentazioni tutt'altro che solide, e che resterebbero tali anche se restaurate. In più, le stesse pareti di scavo si sgretolano”. A dirlo con chiarezza è stata nientemeno che Maria Raffaella Ciuccarelli della soprintendenza.

Quindi cosa fare? Se quanto trovato restasse all'aria aperta diventerebbe il regno di muffe e vegetazione. “Anche investendoci tanto sarebbe una battaglia persa, con l'unica conseguenza di ottenere il deterioramento dell'area”, ha precisato la Ciuccarelli. E una copertura in vetro? “Si pensa sia semplice, ma si tratta di una soluzione valida soltanto per le chiese e per altri luoghi chiusi”. Il problema sarebbe la condensa, mentre eventuali faretti per illuminare i ritrovamenti creerebbero un pericoloso “effetto serra”.

E se l'aria filtrasse da una griglia? “Entrerebbero i semi delle piante”. L'ultima spiaggia sarebbe installare una tettoia, ma questa viene vista come una soluzione troppo impattante. In più, sempre secondo la Ciuccarelli, non avrebbe senso lasciare visibile soltanto una porzione dei resti, perché si tratta di pavimentazioni di epoche diverse, e insieme a Porta Maggiore si creerebbe un quadro d'insieme farlocco dal punto di vista storico e cronologico.

In altre parole, fanesi e turisti abbandonino l'idea di poter ammirare ancora per molto certe tracce del passato transitando in zona Pincio. Di camminarci sopra, poi, proprio non se ne parla. Dal canto loro, soprintendenza e amministrazione comunale stanno cercando una strategia per valorizzare quanto trovato, molto probabilmente grazie a conferenze e a un apposito spazio museale. Intanto si continua a studiare, anche grazie agli speleologi che interverranno per approfondire la natura dei cunicoli. I quali, appunto, per ora non verranno richiusi.

“Non vogliamo perdere queste testimonianze”, ha rassicurato la Ciuccarelli, che ne ha approfittato per ringraziare l'amministrazione per aver consentito di eseguire i lavori in tutta serenità. Ma – soprattutto – si è complimentata con i fanesi, che hanno dimostrato interesse e una grande curiosità. Oltre 1700, infatti, sono stati i partecipanti alle visite organizzate. Molti più del previsto.

Le archeologhe Laura Cerri e Laura Invernizzi hanno invece spiegato nel dettaglio la natura dei ritrovamenti. Oltre a un forno di fine '800 utilizzato per la cottura del pane localizzato molto vicino alla statua di Cesare Augusto, sono stati rinvenuti anche dei cunicoli che un robot-sonda prestato da Aset ha rivelato essere dei depositi per l'artiglieria di epoca malatestiana. Si tratta di spazi alti circa tre metri, e che saranno oggetto di ulteriori studi. Dalle parti di Porta Maggiore sono invece venuti a galla sei piani stradali risalenti al periodo medievale. Su cui nessuno di noi, però, camminerà mai.

Vi riproponiamo tutte le foto relative a scavi e ritrovamenti in zona Pincio.





Questo è un articolo pubblicato il 01-03-2019 alle 15:39 sul giornale del 02 marzo 2019 - 2061 letture