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Un pezzo di Medioevo sotto Porta Maggiore: dai lavori al Pincio riemergono strade e cunicoli [FOTO]

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Una serie di piani stradali sovrapposti. Cunicoli per la difesa militare ancora percorribili. E poi tanto altro. Sotto il Pincio di Fano c’è un mondo ancora tutto da scoprire. In particolare nei pressi di Porta Maggiore, dove gli scavi di questi mesi per la riqualificazione dell’area hanno riportato alla luce un pezzo del nostro passato.

Medioevo e primo Rinascimento: ecco i momenti storici che – archeologicamente parlando – stanno riaffiorando da sotto la superficie del Pincio. Reperti la cui rilevanza scientifica e monumentaria è ancora da verificare. Ma di certo si tratta di una “finestra sul medioevo e, chissà, anche sull’antica Roma, anche se è ancora presto per dirlo”. Sono parole della dott.ssa Maria Raffaella Ciuccarelli, l’archeologa della soprintendenza che – in sinergia con le dott.sse Laura Cerri e Laura Invernizzi – si sta occupando della questione. A rendere “speciale” quanto è stato ritrovato è – come minimo – il fatto che i resti siano rimasti pressoché intatti, al contrario di altri reperti storici che invece sono stati manomessi nel tempo.

Ma cosa è venuto a galla, dunque, a due passi da Porta Maggiore? Conferme, prima di tutto. In primis quella che gli archivi storici hanno sempre avuto ragione: tra il 1416 e il 1424, per volere dei Malatesta, è stata costruita la prima fortificazione in muratura al posto della palizzata lignea. Seconda certezza confermata: nel 1463, in seguito al terribile assedio di Fano da parte di Federico da Montefeltro, la prima porta in muratura è stata distrutta ma subito ricostruita su progetto di Matteo Nuti, celebre architetto dei Malatesta.

Com’era prevedibile, ogni nuova scoperta archeologica porta con sé – quasi inevitabilmente – una lezione di storia. E a raccontarla sono i reperti stessi per il solo fatto di esistere. Ad esempio, quanto trovato dimostra come, nel 1573, per volere di Papa Gregorio XIII sia stato rivisto il sistema difensivo della città. Porta Maggiore è stata ampliata con un prolungamento verso l’interno della città, con tanto di grande portale a bugne di arenaria che fu demolito negli anni ’30 del secolo scorso come gran parte della porta. Fortificazioni in muratura, cunicoli pensati per la difesa della città, ma anche diversi piani stradali sovrapposti tra loro: uno in mattoni, alcuni in ghiaia e uno formato da basoli probabilmente prelevati dalla via Flaminia.

Al momento il Pincio è ancora “scoperchiato”. Il passato è riemerso, e gli scavi non sono ancora finiti. “Con i lavori tra l’Arco d’Augusto e Porta Maggiore – ha detto l’assessore ai lavori pubblici Cristian Fanesi -sapevamo a cosa saremmo andati incontro. Quella è un’area molto importante, anche se forse non ci aspettavamo così tante cose”. Ci sarà, dunque, un ritardo nella consegna dei lavori? “Prevediamo di chiudere il cantiere nei tempi previsti, comunque entro Carnevale”, ha rassicurato Fanesi.

E poi? Il primo passo sarà quello di comprendere l’effettivo valore di quanto riaffiorato, per poi valorizzarlo compatibilmente con l’utilizzo di certi spazi. In altre parole: la storia prima di tutto, ma quello di Porta Maggiore è un passaggio strategico per ciclisti e pedoni, e di questo si dovrà tenere conto. Sempre e comunque. “Prima bisogna concludere gli scavi – ha spiegato la Cucchiarelli -, poi valuteremo il da farsi. Niente verrà dimenticato. Verranno fatti tutti gli studi del caso, e verranno come minimo affissi dei pannelli esplicativi. Esporre al pubblico questi reperti? Niente è escluso, ma si terrà conto anche di quanto l’area sia cruciale per la città”. Intanto la giunta si è detta soddisfatta. “Fano non finisce mai di sorprenderci – ha chiosato il sindaco Massimo Seri -, e siamo sempre più convinti di aver fatto la scelta migliore inaugurando i lavori in quell’area. Anche al di là delle polemiche”.





Questo è un articolo pubblicato il 14-12-2018 alle 14:04 sul giornale del 15 dicembre 2018 - 4093 letture