LAC per le Marche: "La Regione affida la gestione del Cras di Pesaro ai cacciatori"

pesaro e urbino|centro recupero animali selvatici|cras| 2' di lettura 27/11/2018 - Il prestigioso C.R.A.S. - Centro Recupero Animali Selvatici di Pesaro non chiuderà i battenti il 31 dicembre, come sembrava fino a qualche tempo fa. A prima vista, questa sembrerebbe una ottima notizia, ma non lo è affatto, perché in realtà saranno i suoi operatori qualificati a cambiare lavoro, visto che con il nuovo anno verranno mandati a leggere i contatori del gas e dell’acqua per conto di Marche Multiservizi, la SPA controllata dalla Regione Marche!

Questo è il “riconoscimento” che i nostri amministratori regionali faranno al personale del CRAS pesarese, che in 9 anni di attività ha svolto un encomiabile ed eroico lavoro di soccorso, cura e riabilitazione degli animali selvatici, considerando le scarse risorse finanziarie da sempre assegnate al Centro dalla Regione Marche.

Alcuni dati: dal 2009 al 2016 son stati recuperati dal CRAS di Pesaro circa 9000 animali selvatici di cui buona parte mammiferi (caprioli, cinghiali, volpi, istrici, daini, tassi, ricci, lupi, il più delle volte deceduti, purtroppo) e uccelli di cui 1000 solo rapaci (falchi, poiane, civette, gufi). Tra i rettili il recupero ha riguardato complessivamente 7 specie, tra cui le esotiche tartarughe Scripte elegans.

Ma il fatto più scandaloso è che dal 1 gennaio 2019 la gestione del CRAS di Pesaro verrà affidata ad una “Onlus”, la Foxes, che annovera tra i propri iscritti anche cacciatori tesserati! Quindi, dal prossimo anno, gli animali selvatici feriti o in difficoltà potranno essere “soccorsi” e “curati” anche da soggetti che magari quegli stessi animali hanno contribuito a ferire o ad uccidere, visto che statisticamente una larga percentuale degli animali che vengono soccorsi nei CRAS sono vittime proprio di cacciatori e bracconieri!

Una soluzione aberrante ed inaccettabile, che rappresenta l’ennesimo regalo fatto alle associazioni venatorie dall’assessore alla caccia Pieroni, ormai dichiaratamente dalla loro parte, specie dopo la scandalosa “letterina” inviata a tutti i cacciatori marchigiani, con cui si vantava di aver riaperto la caccia in tutte le aree della rete Natura 2000! Senza contare il fatto, ancora più grave, che non ci sono assolutamente garanzie che il personale di questa “Onlus” abbia le competenze e la professionalità per mantenere il servizio finora assicurato dagli attuali operatori e che ha portato il CRAS di Pesaro a livelli di eccellenza su scala nazionale!

Per questi motivi, come LAC Marche abbiamo già segnalato tutta la questione sul futuro del CRAS di Pesaro al Ministero dell’Ambiente, ma ci riserviamo anche di presentare un esposto in Procura, affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti.


   

da Danilo Baldini
Delegato LAC Marche





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 27-11-2018 alle 20:27 sul giornale del 28 novembre 2018 - 5130 letture

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