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Corinaldo: strage della Lanterna Azzurra, arrestati sette ragazzi. Erano una banda dedita a furti

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di Giulia Mancinelli
senigallia@vivere.it


C'è un primo clamoroso risvolto nell'indagine della Procura circa la strade della discoteca della Lanternza Azzurra di Corinaldo dove il 7 dicembre persero la vita cinque giovani e una mamma di 39 anni.

Nella tarda serata di venerdì, a San Prospero (MO), Castelnuovo Rangone (MO), Castelfranco Emilia (MO), San Cesario sul Panaro (MO), Sestri Levante (GE), Cervia (RA), i Carabinieri del Comando Provinciale di Ancona, in collaborazione nella fase esecutiva con i colleghi di Modena, Genova e Ravenna, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Ancona Carlo Cimini, nei confronti di 7 soggetti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine, e sei di loro anche di “Omicidio preterintenzionale”, “Lesioni personali” e singoli episodi di “Rapine e Furti con strappo”.

Le indagini, avviate a seguito dei gravi eventi che si sono verificati all’interno della discoteca “Lanterna Azzurra Clubbing” di Corinaldo, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, in cui trovarono la morte sei persone ed altre 200 circa rimasero ferite, sono state condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Ancona sotto la direzione della locale Procura della Repubblica e coordinata dal Procuratore della Repubblica Monica Garulli e dai Sostituti Procuratori Paolo Gubinelli e Valentina Bavai Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona. Le attività hanno consentito di individuare gli appartenenti ad un sodalizio criminale dedito a furti e rapine all’interno di locali da ballo.

In particolare, nel corso delle indagini, sono stati raccolti elementi a carico di 6 giovani, Ugo Di Puorto, 19 anni di San Prospero, Andrea Cavallari, 20 anni di Bomporto, Moez Akari, 22 anni residente a Castelnuovo Ranone, Raffaele Mormone, 19 anni di San Cesario sul Panaro, Badr Amouiyah, 19 anni residente a San Prospero e Sohuibab Haddada, 21 anni residente a di Bomporto. i quali, insieme ad un diciannovenne deceduto nel corso dell’indagine a seguito di un incidente stradale, la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 erano presenti all’interno della “Lanterna Azzurra Clubbing” di Corinaldo dove si rensero responsabili di rapine ai danni di cinque giovani avventori del locale e di un furto con strappo di collane in oro.

Gli indagati, per agevolare le loro azioni predatorie, utilizzarono lo spray al peperoncino che fu diffuso in concomitanza con l’annuncio dell’arrivo del trapper “Sfera Ebbasta” e l’emissione dei fumi coreografici. La diffusione nell’aria di tale sostanza urticante scatenò la fuga incontrollata degli avventori dal locale, fuga che causò - anche a cagione delle carenze strutturali e dell’inadeguatezza dei presidi di sicurezza (condotte in relazione alle quali la Procura procede con un'altra indagine) - la caduta, l’accumulo ed il confinamento di numerosi avventori.

In quella tragica notte persero la vita Asia Nasoni, 14 anni di Marotta, Emma Fabini, 14 anni di Senigallia, Benedetta Vitali, 15 anni di Fano, Daniele Pongetti, 17 anni di Senigallia, Mattia Orlandi, 15 anni di Frontone e Eleonora Girolimini, 39 anni. Altre 197 persone rimasero ferite e, tra queste, sette furono trasportate in ospedale in gravi condizioni e ricoverate in prognosi riservata. Altri feriti ricevettero cure dai pronti soccorso per altre tipologie di traumi contusivi, stati di intossicazione e irritazione delle mucose per inalazione di sostanza irritanti (accusati anche a giorni di distanza), nonché stati di ansia, stress emotivo, paure e attacchi di panico. Gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno consentito di ricostruire l’intera vicenda.

Rilevanti sono state le indagini scientifiche condotte dal Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Roma, le quali, oltre ad accertare la presenza all’interno della discoteca delle due principali componenti degli estratti di peperoncino ovvero la Capsaicina e la Diidrocapsaicina presenti come estratto oleoso (Oleoresin capsicum) entrambi responsabili dell’azione irritante sugli occhi e sulle mucose, hanno consentito di ottenere sulla bomboletta sequestrata e rinvenuta proprio in prossimità dell’uscita di sicurezza un profilo genetico maschile che coincide con quello di uno degli arrestati. Durante le investigazioni è stata accertata l’operatività di un vero e proprio sodalizio criminale composto dagli stessi soggetti che erano presenti a Corinaldo i quali hanno partecipato a decine di eventi musicali organizzati presso varie discoteche del centro – nord Italia, privilegiando quelli che prevedevano l’esibizione di artisti di musica “trap” e, di conseguenza, una maggiore affluenza di pubblico giovanile.

In occasione di tali eventi gli indagati, unitamente ad altri soggetti, hanno compiuto vere e proprie “razzie” di monili in oro indossati dagli avventori, ricorrendo all’uso dello spray al peperoncino sia per evitare di essere scoperti sia per strappare le collane con maggiore facilità. Nel corso delle indagini è stata anche accertata in capo a costoro la disponibilità di un taser. La refurtiva veniva di volta in volta consegnata ad un “compro-oro” di Castelfranco Emilia (MO) il cui titolare, Andrea Balugani, 65enne, anch’egli destinatario di provvedimento restrittivo, contattato dopo i furti, garantiva una rapida monetizzazione dei monili rubati. I proventi illeciti, che mediamente potevano aggirarsi intorno ai 15.000 euro al mese all’incirca per un totale di 500 grammi di oro al mese, venivano poi suddivisi in parti uguali tra i vari sodali. Durante le azioni delittuose, gli indagati hanno sempre agito in gruppo e con un “modus operandi” consolidato.

In particolare: alcuni avevano il compito di distrarre la vittima mentre ballava, mediante spintonamenti; altri provvedevano in maniera fulminea a “strappare” le collane e, in alcuni casi, anche bracciali e/o orologi, approfittando della momentanea distrazione causata dai complici; altri soggetti si occupavano di occultare la refurtiva immediatamente dopo l’azione delittuosa, che spesso veniva nascosta in bocca, nelle scarpe, nelle parti intime o all’esterno del locale. Le investigazioni hanno permesso di accertare nei confronti dei membri dell’organizzazione la responsabilità dei seguenti ulteriori episodi criminosi: - un furto con strappo commesso nella notte tra il 9 e 10 marzo 2019 presso la discoteca “Dorian Grey” di Verona; - un furto commesso nella serata del 30 marzo 2019 all’interno dell’area di servizio “Esino Ovest” di Chiaravalle (autostrada A/14); - due furti con strappo commessi nella notte tra il 30 e 31 marzo 2019 presso la discoteca “Mia Clubbing” di Porto Recanati (MC); - 5 furti con strappo commessi nella notte tra il 4 e 5 maggio 2019 presso la discoteca “Made Club” di Como e “K-Klass” di Tavernerio (CO).

La refurtiva, 5 catenine d’oro, venivano recuperate dai Carabinieri del posto durante un mirato controllo alla circolazione stradale dopo essere state lanciate dall’auto in movimento; - due furti con strappo commessi nel tardo pomeriggio del 2 giugno 2019 presso la discoteca “Parco Europa” di Padova. Sono in corso ulteriori indagini per altri numerosi episodi in relazione ai quali è stata accertata, all’interno delle discoteche, la presenza degli indagati e la commissione di furti con strappo. I locali d’interesse sono ubicati nelle seguenti Regioni: Abruzzo (Alba Adriatica); Emilia Romagna (Bologna, Ravenna, Forlì, Rimini, Modena, San Pietro in Casale, Cesena, Rottofreno, Parma, Colorno, Gattattico, Cattolica, Sassuolo, Bastiglia e Painoro); Lazio (Roma); Lombardia (Brescia, Bergamo, Cossato, Corte Franca, Coccaglio, Crema, Mantova, Sermide, Carate Brianza, Milano, Orio al Serio, Ghedi, Garlasco, Osio Sopra, Sesto San Giovanni, Sommo e Brusnengo); Marche (Porto Recanati, Civitanova Marche, Senigallia e Fabriano); Toscana (Lucca, Campi Bisenzio, Follonica, Viareggio, Certaldo e Firenze); Trentino Alto Adige (Trento); Umbria (Città di Castello e Perugia); Veneto (Bassano del Grappa, Roncade, Vicenza, Arquà Polesine, Castagnaro, Caldogno, Verona, Callara, San Bonifacio, Spersiano, Cavaion Veronese e Padova); Francia (Chessy, presso parco divertimenti “Disneyland”).

Gli arrestati inoltre, in occasione dei viaggi effettuati per raggiungere le discoteche e per ritornare a casa dopo le serate musicali, hanno commesso dei furti anche all’interno di esercizi pubblici ubicati nelle aree di servizio autostradali, così come delle insolvenze fraudolente ai danni di strutture ricettive, ristoranti oppure di autonoleggi e tassisti, quando si sono avvalsi di questi ultimi servizi in alternativa alle loro autovetture.



Questo è un articolo pubblicato il 03-08-2019 alle 08:33 sul giornale del 05 agosto 2019 - 17544 letture