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Claudio morto nello schianto in complanare: "Addio, all'amico del mondo"

4' di lettura
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di Giulia Mancinelli
senigallia@vivere.it


Un destino ingiusto, una tragica fatalità. Quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Secondo la dinamica ricostruita dalla Polizia Stradale, l'Opel Corsa in cui viaggiava Claudio Brocanelli, si è trovata improvvisamente di fronte l'impatto devastante della Porsche. Claudio nulla ha potuto per evitare lo schianto. E per lui purtroppo è stato fatale.

Claudio Brocanelli, 48 anni, non era sposato e non aveva figli. Aveva dedicato la sua vita alla lotta per le tematiche ambientali. Aveva fondato tra le altre cose il GAS di Arcevia, il gruppo di acquisto solidale, ma era stato anche rappresentante del movimento Stop-pesticidi, di Legambiente e del WWF. A tracciare il ricordo di Claudio Brocanelli è un suo amico, David Fiacchini.

"Ci aspettava la classica escursione sui nostri adorati Sibillini, quest'anno sarebbe toccato ad una vetta "magica". Come da qualche anno proprio nel giorno del tuo compleanno avremmo fatto un'escursione in montagna, contemplandone il panorama tra una chiacchiera e l'altra. Ma la ruota del tuo tempo, caro Claudio, si è dannatamente e tragicamente fermata in un caldo sabato d'estate, sulla complanare di Senigallia: un vuoto frammisto ad un senso di smarrimento e di ineluttabilità, quando ieri notte ho letto - più e più volte, anche stamattina perché stento ancora a crederci - il riferimento al tuo nome. Correva il 1992, frequentavo Scienze Biologiche in quel di Ancona quando un amico comune, Massimo, ci fece conoscere in un'anonima panchina dei giardinetti di Barbara: ci separavano una decina di km di campi di grano e girasole, in linea d'aria, tu a Montale e io a Ostra Vetere. Bè, da quel pomeriggio passato a raccontare di noi e di cosa avevamo in mente, non ci saremmo più persi di vista, accomunati dagli stessi valori e dalla visione utopica di un mondo più giusto per tutti.

Con un manipolo di amici fondammo un gruppo "rivoluzionario", sicuramente pionieristico e visionario per i tempi: ci incontravamo a casa, con la paziente complicità dei nostri genitori, o nelle stanzette messe a disposizione per le associazioni, e parlavamo per ore di cosa avremmo potuto fare per migliorare questo mondo. Abbiamo iniziato a conoscere il commercio equo e solidale (di lì a qualche anno si sarebbe strutturata la cooperativa "Mondo Solidale"), realizzando una prima "bottega" sui generis; abbiamo organizzato incontri pubblici, allestito banchetti sul consumo critico e sulle disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo; prendendo spunto dalle lettere che ci inviava Massimo dall'Uganda, abbiamo iniziato a stampare un bollettino mensile ("Filo Diretto Nord-Sud") che parlava di ambiente, sviluppo sostenibile, clima, inquinamento, giustizia sociale, agricoltura biologica, missioni laiche, boicottaggio (...si interessò anche la Digos di Ancona alle nostre attività, evidentemente ritenute "scomode" o "pericolose" da qualcuno). Divoravamo libri e riviste sui temi a noi cari, ma sei sempre stato tu quello più informato di tutti: nella tua camera ricordo una biblioteca sterminata e invidiavo la tua capacità di "archiviare" e ritrovare quell'articolo o quel testo, quando serviva.

Nella biblioteca del comune di Barbara, peraltro, dovremmo ancora avere una "nostra" sezione con libri e riviste da noi acquistate e donate per allestire uno spazio culturale e divulgativo permanente. Colto e sensibile, altruista e generoso. Ironico quanto basta e coerente fino al licenziamento da quella ditta che di "etica" proprio non voleva sentirne. Ricordo la tua preziosa collaborazione, frutto di ricerche così precise da apparire maniacali, con il Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Francesco Gesualdi, che avrebbe poi pubblicato la famosa "Guida al consumo critico". E' di qualche giorno fa la tua ultima mail che mi sollecitava su di un tema a me molto caro (la tutela dell'ambiente): ne avremmo sicuramente parlato a breve, mentre macinavamo metri nello scrocchiare del sentiero sassoso sotto l'incedere dei nostri scarponi. Ci separava solo la tua passione per i balli (liscio e latino-americano, se non erro) e, negli ultimi anni, la distanza geografica che per motivi di lavoro ha impedito di frequentarci più spesso di quanto non abbiamo fatto. Ma sulla Sibilla saremo ancora assieme, Amico mio. Come ogni 19 agosto, del resto, da qui fino a quando anche la mia ruota si fermerà.

Ciao Claudio, "Amico del Mondo": abbiamo sognato e lottato, assieme a pochi altri amici e amiche, per un mondo veramente migliore, impegnando il nostro tempo e la nostra gioventù in discussioni, confronti, incontri, iniziative, arrabbiature e progetti. E continueremo a farlo".



Questo è un articolo pubblicato il 11-08-2019 alle 21:21 sul giornale del 12 agosto 2019 - 20822 letture