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Montemarciano: ex sindaco e imprenditore denunciati per corruzione

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Sarebbe una brutta vicenda di corruzione quella nella quale sono finiti l'ex sindaco di Montemarciano Gerardo Cingolani e l'imprenditore edile Mario Bolzonetti, titolare della Prima Costruzioni. Secondo le accuse, l'ex amministratore, senza ricorrere a una ricerca di mercato, avrebbe agevolato la vendita di un'area di 65mila metri quadrati di proprietà del Comune di Montemarciano all'impresa edile a fronte di un prezzo del 50% in meno rispetto alle normali condizioni di mercato.

Oltre alle due denunce per corruzione, sono stati sequestrati anche due immobili costruiti dall'impresa su terreno in questione.Denunce e sequestri che arrivano a conclusione di indagini iniziate alle fine del 2010 svolte dalle Fiamme Gialle di Ancona e coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica Paolo Gubinelli. L’attività, sviluppata in particolare dalla Tenenza di Senigallia, per l'accusa avrebbe evidenziato episodi di corruzione posti in essere, tra il 2007 e il 2009, dall'ex sindaco che avrebbe ceduto, a fronte di atti contrari ai propri doveri d’ufficio, immobili a prezzi di gran lunga inferiori ai valori di mercato.

Le investigazioni hanno interessato appunto un’area di 65.000 mq, originariamente donata al Comune di Montemarciano per finalità pubbliche, e hanno alla fine evidenziato palesi irregolarità nell’approvazione di atti pubblici. Secondo l'accusa, senza alcuna ricerca di mercato, è stata agevolata l’impresa edile che, a fronte di un corrispettivo definito in misura notevolmente inferiore a quella media di mercato per la sua acquisizione, ha proceduto alla costruzione di una serie di immobili su quel terreno. Non solo. Le fiamme gialle avrebbero accertato il mancato incasso da parte del comune della somma pattuita di oltre 2.5 milioni di euro per la vendita della superficie, inizialmente prevista entro il mese di novembre 2008 e poi più volte rinviato con delibere comunali di posticipazione del credito che veniva, comunque, riportato a bilancio.

Questa circostanza ha determinato quindi la fuoriuscita del Comune dal patto di stabilità e la conseguente perdita dei previsti contributi statali. Sulla base degli elementi preliminarmente forniti, l’autorità giudiziaria ha anche disposto la perquisizione domiciliare nei confronti dei due soggetti, nel corso della quale sono stati rinvenuti importanti documenti che, correlati agli accertamenti bancari eseguiti, all’escussione di numerosi soggetti ed all’acquisizione di diverse perizie, hanno permesso di evidenziare le condotte illecite.

Gli investigatori sono così arrivati alla denuncia dei due soggetti per reati di corruzione, al sequestro preventivo di due immobili e alla segnalazione della società per la cd. “responsabilità amministrativa” conseguente al vantaggio che la stessa ha ottenuto attraverso il reato contro la Pubblica Amministrazione. Il vaglio passa ora dalla giustizia penale anche a quella contabile con l’interessamento della Procura Regionale della Corte dei Conti.



Questo è un articolo pubblicato il 15-11-2011 alle 18:21 sul giornale del 16 novembre 2011 - 1750 letture