47a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema 19/27 giugno 2011

47a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema 19/27 giugno 2011 pesaro 7' di lettura 11/06/2011 -

Il direttore artistico Giovanni Spagnoletti: "Oltre che per la retrospettiva sul grande cineasta Bernardo Bertolucci (che attendiamo per sabato 25), clou del 25° Evento Speciale Italiano, la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema si contraddistingue in questa 47a edizione per la continuazione di un discorso dedicato al cinema della Russia contemporanea iniziato l’anno passato quando è stata organizzata una ampia monografia sul cinema di fiction russo “Art-House”. All’epoca per ragioni di spazio le opere documentarie erano state rimandate ad una prossima occasione che è giunta ora nel 2011, quando per altro si celebra l’anno dell’amicizia Italia-Russia".



"Non possiamo dunque che ripetere anche in questa occasione una nostra precisa convinzione. Rinverdendo una lunga e gloriosa tradizione, la cinematografia russa del nuovo millennio sta ottenendo un crescente riscontro nell’ambito dei Festival internazionali, anche se a ciò non ha corrisposto una adeguata conoscenza sul mercato audiovisivo italiano, sempre meno sensibile all’evoluzione delle cinematografie considerate poco commerciali. Se tutto ciò è giusto per la fiction, il discorso vale ancora di più per quanto riguarda l’immenso campo del documentario, dove la Russia da sempre vanta una produzione di massimo rispetto sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Proprio per ovviare, almeno in piccola parte, all’attuale gap di conoscenza, si è pensato di presentare la più ricca monografia sull’argomento mai realizzata in Italia che, senza poter necessariamente essere esaustiva, cerca di mostrare molte delle facce della non fiction Made in Russia di questo ultimo decennio. In particolare il Festival ha dedicato uno speciale focus su tre autori “indipendenti” che spesso hanno lavorato tra di loro in tandem (Pavel Kostomarov, Antoin Cattin, Aleksandr Rastorguev) in cui è rintracciabile un acuminato, critico sguardo sulla società, in particolare su alcuni aspetti della vita quotidiana o sui riflessi che la guerra in Cecenia ha lasciato nelle coscienze dei suoi abitanti".

"Un’altra parte del cartellone realizzato, invece, con la collaborazione delle istituzioni della Federazione Russa (Ministero degli Affari Esteri, Ministero della Cultura, Fondazione per le iniziative sociali e culturali e Direzione dei programmi internazionali) illustra quel segmento del documentarismo prevalentemente indirizzato e votato agli aspetti antropologici, poetici e stilistici dell’attuale “cinema del reale” in Russia. Sono perciò rappresentati (con uno o più lavori) molte delle maggiori personalità, internazionalmente riconosciute, del settore, da Sergej Loznica a Viktor Kosakovskij, da Marina Razbežkina a Pavel Medvedev (che sarà a Pesaro a presentare due sue opere). In questo modo si renderà omaggio anche al celebre “Studio per il Cinema Documentario di San Pietroburgo” (ex Leningrado), la più antica e rinomata istituzione statale nel campo della non fiction, che ha prodotto diversi dei lavori selezionati dal Festival. Sempre per proseguire un discorso iniziato nel 2010 abbiamo continuato ad avere un occhio privilegiato per il lavoro cinematografico delle donne le quali, al pari che nel film a soggetto, rappresentano ormai da tempo un aspetto rilevante e decisivo nel ricco mondo della non fiction. Accanto alla già citata Marina Razbežkina, colei che più di tanti altri ha formato non solo con le sue opere ma anche con il suo insegnamento una nuova leva di documentaristi, vorremmo ricordare ancora Alina Rudnickaja, l’altra figura emergente insieme a Pavel Medvedev, dello Studio di San Pietroburgo e la trentaduenne Galina Krasnoborova (attiva tra Mosca e Pietroburgo) che da molti viene paragonata per la straordinaria padronanza del linguaggio delle immagini a Sergej Loznica. Entrambe queste autrici saranno al Festival a presentare i loro lavori. Infine dobbiamo segnalare nel nostro cartellone alcuni film-saggio riguardanti due grandi maestri del cinema russo. Igor Majboroda ha cercato di ricostruire come fosse una detective story le complesse, rocambolesche vicende della lavorazione di Stalker (1979) sinora conosciute solo attraverso la testimonianza del regista Andrej Tarkovsky, e l’allontanamento del celebre direttore Georgi Rerberg dal cast del film - uno dei capitoli meno conosciuti della storia del cinema sovietico. In Ostrova. Aleksandr Sokurov/Islands. Alexander Sokurov, invece, una importante autrice come Svetlana Proskurina rende un commosso omaggio al maestro Sokurov di cui è stata allieva oltre che cosceneggiatrice dell’Arca russa (e sul cui set è stato girato questo doc.)".

"La monografia sul cinema russo contemporaneo si completa con una sorta di piccolissimo “aggiornamento” riguardo al cinema di finzione al femminile presentato l’anno scorso. Parliamo dell’interessante debutto dietro la macchina da presa dell’attrice Alena Semenova con Ryabinovyy vals/The Rowan Waltz e di Peremirie/ Truce, l’ultimo film della già citata Svetlana Proskurina (che interverrà al nostro festival a presentare i suoi lavori), una regista di cui Pesaro nel 2008 aveva presentato Luchshee vremya goda/The Best of Times".

"Oltre alla Russia, il programma dell’edizione 2011 del Festival si completa con due omaggi italiani. Attivi tra Milano e Berlino, il collettivo di cineasti che si nascondono dietro la sigla Flatform, sono, internazionalmente parlando, trai più riconosciuti autori di cortometraggi prodotti nel nostro paese. Ispirate da un incipit filosofico che vuole visualizzare un habitat in cui il paesaggio e/o le azione delle persone sembrano identici ma in continuo cambiamento temporale, le opere del gruppo milanese sono state presentate nei maggiori Festival di cinema (Rotterdam, IndieLisboa, Venezia, Oberhausen, ecc.) mentre il loro ultimo lavoro, Un luogo a venire (2011), verrà presentato in anteprima italiana".

"Al videoartista, performer, fotografo e regista di documentari, all’eclettico Cosimo Terlizzi (classe 1973) sarà dedicato uno speciale focus articolato tra la sala dello Sperimentale e il Dopofestival nel cortile di Palazzo Gradari che come sempre, Around Midnight, concluderà con quattro diversi programmi notturni (da martedì a venerdì) le lunghe giornate del Festival. Un lavoro artistico, quello di Terlizzi, che, nell’attraversare media diversi, si caratterizza con maturità stilistica per un approccio che, partendo dall’Io, fa volgere lo sguardo verso la relazione tra l’essere umano e il suo ambiente, attraversando i temi della identità, del rito e dei luoghi che abitiamo. Oltre a numerosi videoclip, nei suoi lavori più lunghi (che presentiamo in sala) l’artista pugliese (è nato a Bitonto, in provincia di Bari ma la sua attività si è divisa tra Bologna e la Svizzera) ha visitato sia il videodiario solipsistico (Folder) sia il documentario geograsfico tradizionale (i tre episodi di Murgia) che però viene “terremotato” dall’ironia e da elementi comico-grotteschi. Infine ancora dall’Italia i cortometraggi del “Premio CineMarche Giovani” indetto dal Festival e volto a scoprire giovani talenti nel campo dell’audiovisivo, i possibili autori di domani".

"Anche questo anno il Concorso “Pesaro Nuovo Cinema” offre una piccola (sette film) ma ci auguriamo fortunata selezione di opere giovani, provenienti dai quattro angoli del mondo, molti dei quali più volte frequentati in passate occasioni: ad esempio la Corea (The Journals of Musan di Park Jung-Bum), l’Argentina (Medianeras di Gustavo Taretto), la Francia (questa volta con un’opera di non fiction: Qu’ils reposent en revolte di Sylvain George) e la Germania (Headshots dell’americano-berlinese Lawrence Tooley). New Entry del Concorso sono invece la Thailandia con lo spirituale Eternity di Sivaroj Kongsakul, lo Sri Lanka con il drammatico Flying Fish di Sanjeewa Pushpakumara e il Brasile con la commedia nera Trabalhar cansa di Juliana Rojas &Marco Dutra.A concludere i film della Piazza, invece, una coproduzione franco- spagnolo-messicana molto engagé sulla guerra dell’acqua: También La Lluvia/Even the Rain scritto da Paul Laverty (il celebre sceneggiatore di Ken Loach) e diretto dalla moglie, la spagnola Icíar Bollaín".

"Estremamente soddisfatti almeno dal punto di vista personale per il programma 2011 (ma sarà piuttosto il nostro pubblico, più che noi, ad esprime un giudizio sul cartellone proposto), una nota finale di amarezza va invece alla situazione generale del Festival che si è visto costretto a rinunziare ad una sala di programmazione, a pubblicare un solo volume (quello a cura di Adriano Aprà su Bernardo Bertolucci) oltre che a snellire l’offerta di film in programmazione. La difficile generalizzata situazione economica nel nostro paese, il ritardo nei finanziamenti dello Stato, il lievitare dei costi minacciano di compromettere la competitività di quella che è stata e resta una delle più antiche e rinomate manifestazioni di cultura cinematografica in Italia. Non possiamo nasconderci le difficoltà contingenti e possiamo solo augurarci (e lavorare) perché nel prossimo futuro si assista finalmente ad un’inversione di tendenza rispetto a questa situazione non poco difficile".


   

dalla Fondazione Pesaro Nuovo Cinema

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Questo è un comunicato stampa pubblicato il 11-06-2011 alle 18:46 sul giornale del 13 giugno 2011 - 2366 letture

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