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Il "killer del catamarano" De Cristofaro arrestato in Portogallo dalla Polizia anconetana

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Latitante da due anni, è stato arrestato in Portogallo Filippo Antonio De Cristofaro. Era stato condannato nel 1988 per l’omicidio (10 giugno di quell’anno) e l’occultamento del cadavere di Annarita Curina, 34enne skipper pesarese, per appropriarsi del suo catamarano.

Dopo averla stordita con il valium l’aveva dapprima accoltellata e poi finita con tre colpi di machete per gettarla infine in acqua al largo della costa di Senigallia con l’aiuto della sua amante, la allora 17enne olandese Dyana Beier. La loro fu una fuga d’amore insanguinata verso le coste del Nord Africa, dove furono localizzati dalle indagini della Squadra Mobile anconetana e quindi arrestati il 21 luglio 1988 nel porticciolo tunisino di Ghar El Melh. Al processo, la minore venne condannata a sei anni e sei mesi di reclusione, mentre quello che fu definito il “killer del catamarano” ricevette l’ergastolo.

UNA STORIA DI EVASIONI Il 6 luglio 2007, durante un permesso premio, riuscì ad evadere dal carcere milanese di Opera. Già questa prima volta fu catturato, dopo un mese di ricerche, ad Utrecht in Olanda dalla Polizia locale ma sempre a seguito di indagini eseguite dalla Polizia dorica in esecuzione ad un ordine di carcerazione della Procura Generale presso la Corte di Appello di Ancona. Il 5 novembre 2007 venne estradato da Amsterdam e tradotto dapprima al carcere romano di Rebibbia ed in seguito a quello di Porto Azzurro sull’Isola d’Elba. Da qui riuscì ad evadere una seconda volta il 21 aprile 2014 durante un altro permesso premio di tre giorni ottenuto nel periodo pasquale.

L’ARRESTO Sono quindi state riavviate dalla sezione Catturandi della Mobile anconetana ancora una volta rivolte alla sua cattura e coordinate inizialmente dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Ancona, poi dalla Procura della Repubblica di Milano. Durante la mattinata di giovedì è stato di nuovo ammanettato grazie alla collaborazione della Mobile dorica, del Servizio Operativo Centrale della Polizia di Stato, dei nuclei speciali della Polizia portoghese e del coordinamento di Eurojust. Si è trattato infatti di eseguire un Mandato di Arresto Europeo alla fine di due anni di indagini supportate da intercettazioni telefoniche con tracciamento internazionale estese all’Ucraina, all’Albania – Paesi nei quali De Cristofaro vantava conoscenze che ne avrebbero potuto favorire la latitanza - alla Francia e all’Olanda - dove aveva anche vissuto e dove vive tuttora sua figlia, la nota giornalista televisiva Caroline De Cristofaro. Lo sviluppo delle indagini ha però ristretto le ricerche al Portogallo. Qui il criminale si era rifugiato a Sintra, un villaggio anonimo a circa 30 km dalla capitale. Ed è qui che è stato catturato mentre stava salendo su un treno diretto a Lisbona. Al momento dell’arresto aveva con sé un passaporto, una carta di identità e una patente nautica italiane contraffatte e intestate al nome fittizio di Andra Bertone, oltre a 5.900 euro in contanti. Pur segnato dal tempo e dalla latitanza, i poliziotti anconetani lo hanno subito riconosciuto, tanto che De Cristofaro si è voluto complimentare con loro per essere stato scovato.



Questo è un articolo pubblicato il 20-05-2016 alle 09:03 sul giornale del 21 maggio 2016 - 2256 letture