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Lite Sarri-Mancini, per il giudice sportivo gli insulti non sono omofobi

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Il giudice sportivo Giampaolo Tosel ha squalificato per due giornate l'allenatore del Napoli Maurizio Sarri, per la lite con l’allenatore dell’Inter Roberto Mancini durante la partita di Coppa Italia tra Napoli e Inter di martedì scorso.

Sarri, a cui è stata inflitta anche una multa di 20mila euro, è stato sanzionato per aver "rivolto all’allenatore della squadra avversaria epiteti pesantemente insultanti”. Punito anche Mancini, con una multa di 5mila euro, per “aver tenuto un atteggiamento intimidatorio nei confronti di Sarri” e “per avere rivolto al Quarto Ufficiale un’espressione irriguardosa".

Per il giudice sportivo quindi non c'è omofobia, non c'è l'intento discriminatorio negli epiteti utilizzati dal tecnico partenopeo: sono "semplici" insulti. Niente di nuovo per Tosel, dato che non aveva preso in considerazione le frasi razziste pronunciate dal presidente della Federcalcio Tavecchio, punito invece dalla Uefa con 6 mesi di inibizione.

La lite tra i due allenatori era iniziata negli ultimi minuti della partita, con l'Inter in vantaggio 1-0 e il Napoli in dieci uomini per l'espulsione di Mertens, quando Mancini era andato a protestare dal quarto uomo per l'entità del recupero. Nelle interviste dopo la gara, l'allenatore jesino ha poi raccontato che Sarri lo aveva insultato, urlandogli "frocio" e finocchio". Sarri, che si è poi scusato con Mancini, non ha negato gli insulti e ha detto di non ricordarsi cosa avesse detto di preciso al collega, aggiungendo però che certe cose dovrebbero "rimanere in campo".



Questo è un articolo pubblicato il 21-01-2016 alle 20:26 sul giornale del 22 gennaio 2016 - 2589 letture