x

SEI IN > VIVERE JESI > ATTUALITA'
comunicato stampa

Maiolati: discarica Cornacchia, M5S 'Perché no all’ampliamento'

6' di lettura
925

da Movimento 5 Stelle


Romina Pergolesi, consigliere regionale M5S

"La disponibilità impiantistica attuale regionale risulta, per le discariche di II categoria tipo B, superiore ai fabbisogni stimati e pertanto, in attesa della pianificazione provinciale, non sono ammessi per tali tipologie ampliamenti delle attuali discariche né nuovi impianti.” (Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti vigente al momento della presentazione del progetto).

Il PRGR vieta la realizzazione di discariche o ampliamenti delle stesse. Per ampliamento si intende: “Partendo dalla DGR 1600/2004 comprese sue eventuali modifiche e/o adeguamenti anche successivi all'approvazione del presente Piano, integrata e modificata perché sia coerente con i principi localizzativi, sono da ritenersi modifica sostanziale o ampliamento le modifiche per cui si verifichi almeno una delle seguenti condizioni:

● modifica delle tipologie di attività di gestione dei rifiuti.

● incremento di dimensione, inteso sia come aumento in termini di superficie che prevede, quindi, ulteriore consumo di suolo, sia in termini di aumento volumetrico, superiore al 30% di quelle che caratterizzano l’opera esistente; questa condizione deve tenere comunque conto dei disposti della L.R. 22/2011 art. 11;

● modifiche ad impianti di gestione rifiuti che comportino un aumento della potenzialità superiore al 30%.”

Già la presentazione di alcuni passi del Piano Regionale lascia intendere che la questione, ottemperando alla direttive Regionali è chiara: l’ampliamento non s’ha da fare.
Ma andiamo con ordine:

● Direttive e normative: l’ampliamento va in direzione opposta a quanto indica la UE, al Piano Regionale (vedi sopra), fino agli orientamenti della Provincia stessa. Il paradosso è che lo stesso comune di Maiolati, nel 2014 emana una delibera di indirizzo a favore di una gestione virtuosa dei rifiuti, che vede nel riciclo uno dei punti di forza, in contrasto pertanto con l’espansione della “Cornacchia”.

● La realtà della gestione dei rifiuti: come indica l’Unione Europea, la gestione dei rifiuti è in continua evoluzione; seppellirli fa parte della preistoria. I comuni virtuosi (guidati da sindaci di tutti gli schieramenti) riescono a riciclarne oltre l’80% (es. Capannori a guida Pd) e si sta superando la soglia del 90%!! I dati dimostrano che convertire gli impanti al riciclo crea occupazione doppia e anche tripla rispetto alla classica discarica. Il 6 luglio a Moie in un’assemblea pubblica il M5S ha presentato alcune di queste realtà (es. Consorzio Contarina, prov. Treviso), ma evidentemente alla Giunta la cosa non interessa: non erano infatti presenti.

● La salute dei cittadini: nonostante la discarica sia in attività da 27 anni non è stato attivato nessuno studio epidemiologico. Attualmente non conosciamo la situazione sanitaria del nostro distretto e l’impatto che la discarica (e altri impianti a rischio) ha sul territorio.
Non ci sono dati certi. Diverse ricerche tuttavia evidenziano la correlazione tra discariche e salute, la possibile connessione con patologie di vario genere: neoplasie, tumori del polmone, della vescica, dello stomaco, del colon e del retto, ecc. ecc.
Nonostante ciò l’Amministrazione di Maiolati Spontini continua a tranquillizzare la popolazione dichiarando che non ci sono rischi. Come definire un simile comportamento da parte di chi ha il dovere di presidiare il territorio?
Il Principio di precauzione deve essere rispettato a tutela dei cittadini e dell’ambiente e ne chiediamo l’applicazione.

● Il Ciclo malato della gestione maiolatese dei rifiuti: l’economia pubblica maiolatese è malata, dipende quasi completamente dalle entrate prodotte dalla discarica e non vi è nessun piano di “sganciamento”. Scuole, caserme carabinieri, biblioteca ed altro sono possibili solo grazie ad essa. Ciò significa che al momento della sua chiusura l’economia e lo sviluppo pubblico si bloccheranno. Chi pagherà? Evidentemente vi è una certa pigrizia imprenditoriale, un rimanere in posizioni antiquate rispetto ad una realtà che è già cambiata.

● L’assetto della Sogenus: molto a pochi e poco a tanti: La Sogenus, la società in house che gestisce La Cornacchia è una SpA che non ha mutato il suo assetto societario da quando è nata.
Risultato? I soci con maggiori azioni sono il Comune di Maiolati (31%) ed il Cis (38%), consorzio di cui fa parte il Comune di Maiolati. Uno dei maggiori azionisti risulta Ancona Ambiente (25%), che non conferisce i rifiuti in quella discarica!
Ai rimanenti comuni della vallata le briciole, due esempi: Castelbellino (0,56%), Staffolo (0,04%).

Ma non è tutto, il Comune di Maiolati ottiene un canone annuo di affitto pari al 42% del fatturato annuo: canone che nel 2013 risulta essere pari a €5.846.338. I numeri parlano chiaro: l’impianto va a tutto vantaggio di una sola entità, il Comune di Maiolati. Questo è uno dei motivi per cui alcuni comuni, Castelbellino in primis, hanno preso le distanze dal progetto di ampliamento.
Chi trae profitto dalla Cornacchia? Un solo Comune.

● Criticità nell'iter amministrativo: i M5S di Maiolati, Jesi e Montecarotto hanno presentato un esposto perché la Giunta di Maiolati non avrebbe rispettato le regole: il Progetto Definitivo, che contiene una modifica sostanziale a quello Preliminare, non ha fatto il passaggio in Consiglio Comunale ma solo in Giunta, in apparente contrasto con normative e giurisprudenza, oltreché con scarso senso della democrazia.

● Le mancate risposte alle osservazioni dell’Arpam: nelle osservazioni che presentiamo alla Provincia si denota come la Giunta del Comune di Maiolati avrebbe eluso le criticità riportate dall’Arpam; e non sono di poco conto. Per tutte citiamo la mancata applicazione delle direttive previste nel D.Lgs. n. 155/2010 e ss.mm.ii. per quanto riguarda il monitoraggio della qualità dell’aria e i relativi fattori di emissione della discarica.

IN CONCLUSIONE
La discarica va chiusa nel 2017 secondo quanto previsto. Tutto porta alla bocciatura della richiesta di ampliamento: la mancanza di pubblico interesse, il rispetto delle direttive, il principio di precauzione, l’attenzione alla salute ed all’ambiente, un progetto di sviluppo legato al territorio che può creare molta più occupazione e molto più ritorno alle imprese locali, la logica ed il buon senso. Ci chiediamo come mai la Provincia tenga ancora aperto il procedimento di Autorizzazione Unica Ambientale nonostante le numerose criticità evidenziate dagli Enti competenti, al punto che la stessa Amministrazione di Maiolati Spontini ha dovuto presentare cinque versioni differenti del medesimo Progetto di Ampliamento.
Da enti pubblici che dovrebbero tutelare esclusivamente gli interessi dei cittadini ci saremmo aspettati un comportamento differente.



Romina Pergolesi, consigliere regionale M5S

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-09-2015 alle 19:14 sul giornale del 10 settembre 2015 - 925 letture