Geomorfologi nei luoghi del sisma: a Camerino sotto controllo una frana sopra la SS77

Pambianchi 3' di lettura 12/09/2017 - “E' mancato il monitoraggio dei fenomeni geomorfologici in tutta l’area del "cratere" che serve per dare sicurezza e rilancio a questi territori colpiti dal terremoto”. E’ davvero pesante la denuncia di Gilberto Pambianchi (nella foto), Presidente Nazionale dei Geomorfologi Italiani e docente dell’Università di Camerino.

“Si sono notate evidenze di riattivazione di un grande fenomeno franoso di tipo deformativo, nei pressi di Camerino, dobbiamo monitorarlo e tenerlo sotto controllo. Il 14 settembre saremo sul posto per verificarne l'evoluzione. Faremo un briefing per la stampa – ha proseguito Pambianchi - proprio sul corpo di questa frana estesa. Si tratta di un fenomeno che chiamiamo deformazione gravitativa profonda, il quale ha mostrato delle evidenze di movimento, nella porzione superiore, dopo il sisma dell’ottobre 2016”.

I geologi terranno una conferenza stampa fisicamente sulla grande frana riattivatasi dopo il sisma e che minaccia la superstrada. “Questa frana che sovrasta la superstrada della Valle del Chienti nei pressi di Camerino è davvero molto estesa – ha proseguito Pambianchi - e di grande impatto visivo, la sua evoluzione è molto lenta o a scatti durante i grandi terremoti, però è da tenere sotto controllo. Il 14 pomeriggio la stampa potrà essere con i geologi sul corpo di questa grande frana e vedere come con la loro strumentazione faranno i rilievi”.

I geologi dunque terranno ben 3 briefing stampa in luoghi diversi e date diverse. Il 14 settembre, come già detto, la stampa potrà vedere una grande frana nei pressi di Camerino, riattivatasi dopo il terremoto. Il 15 con i geologi si entrerà nell’area epicentrale a Castelluccio e Norcia con sorgenti che non c’erano prima del terremoto. Il 16 invece tappa a Colfiorito per vedere gli effetti dei terremoti del '97 e del 2016.

Dinanzi alla stampa i geologi mapperanno gli effetti del terremoto sul costruito ed alla stampa gli stessi geologi faranno vedere i fiumi la cui portata è aumentata. “Il 15 settembre – ha dichiarato Marco Materazzi dell’Università di Camerino – entreremo nell’area epicentrale. A Norcia osserveremo le problematiche idro-geomorfologiche legate al centro abitato e nella piana alluvionale. In quest'ultima di grande effetto è la ricomparsa, dopo il terremoto, del Torrente Torbidone non più attivo da tantissimi anni. Vedremo poi gli effetti differenziali che il terremoto ha causato sulle abitazioni ed il condizionamento legato alla natura geomorfologica del terreno. A Castelluccio e sul Monte Vettore verificheremo, ad un anno di distanza, l'evoluzione delle faglie, delle fratture, delle frane e delle sorgenti. In questa zona ci sono effetti molto importanti di cambiamento nel regime idrologico di fiumi e sorgenti, dovuto al sisma del 2016, ad esempio sorgenti scomparse e fiumi aumentati di portata ma si sono anche create nuove sorgenti e riattivate sorgenti vecchie . Vedremo tutto questo. La stampa con i geomorfologi potrà filmare e raccontare tutto questo cambiamento e vedere con noi gli effetti del terremoto sulla idrologia di superficie. In dettaglio mapperemo crolli e frane in aree di particolare interesse, come la zona dei Laghi di Pilato, si tratta degli unici laghi glaciali dell’Appennino Centrale e noi saremo sul luogo per verificarne lo stato. Il 16 mattina andremo a Colfiorito dove osserveremo l'evoluzione di frane e faglie riattivatesi già con il terremoto del '97, sul posto confronteremo gli effetti dei due terremoti”.


   

da Aigeo
Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 12-09-2017 alle 12:52 sul giornale del 13 settembre 2017 - 5902 letture

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