Voto segreto e clima da stadio: il consiglio comunale dice no alla contestazione a Canil (foto)

5' di lettura 21/07/2017 - Giovedì sera si è tenuto il consiglio comunale della città di Matelica in cui si è discussa la contestazione a Mauro Canil.

La contestazione è stata sollevata dal Presidente del Consiglio Comunale Alessandro Casoni che dopo la stipulazione della convenzione tra Comune e S.S. Matelica, di cui Canil è presidente, ha rilevato una presunta incompatibilità nelle due cariche ricoperte in assise e nella società di calcio cittadina. Nella stessa situazione l'ex presidentessa della Maceratese Tardella alcuni mesi fa. A decidere, in entrambi i casi, è stato il consiglio comunale.

Dopo tre ore di accesa discussione infatti si è votato, in maniera segreta su proposta dell'assessore Montesi, per decidere se Canil fosse compatibile o meno, con la seconda opzione che avrebbe visto la contestazione proseguire il suo iter. Il consiglio però ha deciso di chiudere la questione con 8 voti su 12: 3 coloro che hanno votato per far andare avanti la contestazione, 1 la scheda nulla. I consiglieri di minoranza invece hanno preferito abbandonare l'aula dopo aver saputo che ci si sarebbe espressi attraverso la modalità di voto segreta. Tra di loro anche Leonardo Mori, che invece ha annunciato fin dall'inizio della discussione di voler lasciare il consiglio durante il voto.

Toni accesi come non mai in una discussione scivolata nella politica ed amplificata dalla folta presenza di pubblico che non ha fatto mancare attimi di confusione, applausi e rumori poco consoni all'aula consiliare spostata causa sisma nella sala Boldrini di Palazzo Ottoni. Da segnalare anche la presenza di striscioni e cartelli proprio fuori dal palazzo. La questione era talmente sentita che molte persone hanno seguito il consiglio fuori dall'aula e addirittura fuori dal palazzo a causa del caldo e del poco spazio a disposizione.

"Alcuni fattori di questa vicenda erano già stati valutati ed era abbastanza chiaro che non ci fosse incompatibilità - ha spiegato Massimo Montesi prima del voto - In consiglio comunale è giusto che se ne discuta a garanzia del Comune e di Mauro Canil. Se seguiamo questa linea la discussione può finire questa sera. La polemica non serve a questa comunità, è servito il passaggio per capire bene il punto".

Infuriato come non mai Paolo Sparvoli, seduto vicino alla sedia vuota lasciata da Canil che non poteva partecipare alla discussione. "Montesi ha cercato di mettere una pezza con il suo intervento, ma è tardi - ha affermato il consigliere - Casoni è scivolato su una buccia di banana. Abbiamo approvato la convenzione all'unanimità in consiglio comunale, si è disquisito della parte giuridica e Canil era già presidente e consigliere, nulla è venuto fuori in quel momento."

Pacato invece l'intervento dell'assessore Potentini che ha cercato di spiegare il perché della contestazione. "Si tratta di una messa in sicurezza del consigliere da parte del consiglio - ha detto - Se un domani un cittadino qualsiasi fosse andato in tribunale e avesse detto che l'amministrazione è da x anni che si muove nell'irregolarità sarebbero stati guai. La legge dice che se consiglio non si esprime c'è incompatibilità. Ci sono tanti altri problemi da risolvere nell'immediato che pari attenzione deve essere posta in tutti gli altri argomenti".

Il consiglio infatti ha discusso per quasi 3 ore della questione, costringendo i consiglieri e la giunta a fermarsi fino a tardi per poter discutere tra le altre cose anche del bilancio, della cessione di aree, del dup e del piano di alienazione e valorizzazione dei beni immobili comunali (a breve disponibile l'articolo sugli altri punti toccati).

Tornando alla questione su Canil è intervenuto anche il consigliere De Leo. "Mia decisione dopo aver riflettuto è chiara - ha sostenuto il consigliere - Credo nella prevalenza della democrazia sulla norma. Quando si stipula un contratto da ambo le parti serve consapevolezza del contesto giuridico, se c'è un errore non va linciato chi lo solleva, ma va affrontato."

Ed infatti il bersaglio della serata è stato il Presidente del Consiglio Comunale Alessandro Casoni. Con difficoltà è riuscito a portare a termine il consiglio ed arrivare al voto che poi ha di fatto 'annullato' la contestazione da lui mossa. "Quando si è di fronte ad un problema bisogna porselo - ha risposto Casoni agli interventi dei colleghi - All'epoca il destinatario della convenzione deve porsi il problema dell'art. 63. Non c'è vittima e non c'è carnefice, esiste solo un pasticcio. Non è una questione politica, in futuro la cosa verrà riproposta e questa serata verrà ricordata. Fino alla firma ricordo a tutti che non scattava l'incompatibilità. La città ci guarda, preferiamo chi pone i problemi o chi si gira dall'altra parte?"

Prima di chiudere il consiglio Casoni ha deciso di dimettersi dalla carica di Presidente di Consiglio Comunale. Resterà come consigliere, ma non ricoprirà più la carica di Presidente. "Ho cercato di creare questa figura perché è prestigiosa, in futuro la carica se la litigheranno - ha detto Casoni - La mia non è una ripicca dopo il voto di stasera, ma è una considerazione seria su quello che è capitato. Ho posto una questione tecnica, c'è stato un travisamento cittadino forzato in maniera indegna. Se i gruppi sono usciti e se il voto senza confronto ha spaccato il consiglio, evidentemente sono io ad aver spaccato il consiglio. Mi sento sereno perché ce l'ho messa tutta, ma sono stati 5 giorni di inferno che hanno colpito me e i miei familiari. Siederò nella maggioranza, credo in Per Matelica. Ci tengo a dire ancora che non era una mossa per far fuori un avversario, in quanto la batosta politica gli è stata data dopo le elezioni".

(sotto alcune foto del consiglio, clicca sulle immagini per ingrandire)








Questo è un articolo pubblicato il 21-07-2017 alle 10:28 sul giornale del 22 luglio 2017 - 4195 letture

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