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comunicato stampa

Chiaravalle: crisi in comune, la lettera di un cittadino

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da Lettera firmata


Comune di Chiaravalle

La redazione riceve e pubblica la lettera di un cittadino sulla situazione politica creatasi a Chiaravalle dopo la sfiducia al sindaco Costantini.

Caro Ignazio stai sereno. Le stesse parole a Damiano Costantini sindaco di Chiaravalle, in modi diversi ma negli stessi termini, le ha rivolte il PD di Chiaravalle a seguito dell'assemblea degli iscritti della settimana scorsa e nel recente comunicato della segreteria rivolto non ai dissidenti: (i consiglieri PD che hanno costituito nel settembre scorso un nuovo gruppo consiliare, rispetto a "Chiaravalle bene comune" sul cui programma sono stati eletti), ma ai consiglieri ed assessori rimasti fedeli al mandato elettorale ed al sindaco.
Non so cosa faranno questi eletti del popolo. Ma da parte del PD oramai sono certo, viste le esperienze a livello nazionale, è probabile che cercheranno di portarli dal notaio (come hanno fatto contro Ignazio Marino a Roma) per sfiduciarlo, perché in consiglio comunale hanno paura del confronto.
Ma non credo che i consiglieri ed assessori richiamati all'ordine rientreranno in caserma. Hanno dimostrato dignità e schiena dritta. E poi sanno che Chiaravalle è con loro.

Finalmente vedo confermate le mie supposizioni (anzi certezze) che avevo espresso nei confronti di tutti i livelli del PD dal locale al nazionale, passando per il provinciale e regionale riguardo la costituzione del gruppo PD in consiglio comunale formato da Morbidoni, Frullini e Fonti. Se il PD è arrivato a tanto, e non mi meraviglia, perché per un paio di anni ho partecipato ad alcune riunioni, nelle quali si è parlato di primarie, liste elettorali, e soltanto di urbanistica.
Ho provato a presentare un paio di ordini del giorno, uno in particolare per chiedere un chiarimento riguardo la mancata elezione di Marini e poi di Prodi alla presidenza della Repubblica e l'altro per l'andazzo in cui si stava portando il partito a tutti i livelli.
Ebbene dopo continue insistenze ho avuto risposta dal segretario Jacopo Falà: "Gianni fino che io sarò il segretario questi ordini del giorno non li metto in discussione ed al voto!" Mia risposta: "Avevo capito tutto da un pezzo: me ne vado perché questo non è il mio partito".
Ma prima e dopo di me ce ne siamo andati in tanti. Ha ragione Bersani, la "scissione" l'abbiamo fatta noi.

Comunque è chiaro che Costantini sta pagando il prezzo di aver messo le mani nella gestione urbanistica (ma anche in altri delicati settori). In passato come assessore all'urbanistica, mi hanno fatto vedere i sorci verdi e me l'hanno fatta pagare.
Pèrché se ti metti contro quelli che sul territorio vogliono fare quello che gli pare: proprietari terrieri, speculatori, costruttori, tecnici, categorie del settore edilizio, forze politiche e amministratori (che tengono alla poltrona ed al potere), la lotta diventa dura, ti tengono sotto tiro, ti denigrano, ti fanno passare anche da matto, oppure dicono che non ti confronti con nessuno, vuoi fare come ti pare,ecc. Con me hanno provato tutto questo e ci sono riusciti.
Ricorderò sempre il caro architetto Stefano Pompei (quello che insieme ad Antonio Bonomi, progettarono la Variante specifica al PRG del 1974), che mi telefonava o lo incontravo e mi diceva: "Gianni ancora sei assessore all'urbanistica?".

Ed allora su questa gestione urbanistica degli ultimi 30 anni di Chiaravalle dico:
1) sulla vicenda ex Cral dopo tre o quattro riunioni, ho incominciato a capirci qualcosa, perché sono riuscito a trovare l'atto nel quale si elencava quello che in quell'area si poteva fare: di tutto di più! In quelle sedi non è stato mai spiegato tutto quello che è avvenuto riguardo "il regalo" alla parrocchia per 99 anni dell'utilizzo dei locali ex agenzia tabacchi e dell'altro "cadeau" l'orto del prete al comune.
Ora su questa area come per altre, i cittadini debbono sapere che l'ex cral fu vincolato con la Variante del 1974 a zona omogenea F (uso pubblico), tutte le aree dove poi sono stati tappati i "buchi": ex area Sarzani, ex rimessa autocorriere dietro la biblioteca, i due edifici a lato piazza delle erbe (tra via 25 aprile e via Cavour) dovevano essere sottoposte ad un piano particolareggiato di iniziativa comunale.
Dove ora sorge il distributore di benzina in via Verdi era vincolata un'area verde, la casa colonica Gigli vincolata come cubatura e aspetto e l'elenco potrebbe continuare.

Ebbene si è cambiato tutto con l'adozione della Variante Generale commissionata a docenti dell'università di Ancona. Si è in parte rimediato a questo disegno con l'approvazione da parte della Regione e non del consiglio comunale, della osservazione della Lega per l'ambiente, su indicazioni tecniche e giuridiche del l'arch. Pompei (che gratuitamente offrì la sua esperienza).
La Regione avrebbe rimandato indietro tutto il piano e ricominciare da capo, ma per approvarla prescrisse tutta una serie di adempimenti che in parte poi sono stati disattesi. Il piano del centro storico successivo completò l'opera permettendo le colate di cemento di cui sopra.

L'amministrazione Costantini ha cercato di porre mano per quanto possibile a tutto questo (ricordo l'eliminazione da aree edificabili ad agricole di 250.000= mq. corrispondenti a migliaia di mc. di cemento, di nuovi costi per le finanze del comune e della collettività).
Ricordo che in una riunione del PD venne fuori che degli intermediari si erano incontrati con la segreteria del PD dicendo che avevano chiesto al sindaco Costantini di poter realizzare un edificio industriale (che avrebbe dato molti posti di lavoro) in un'area agricola nei pressi dell'uscita del nuovo casello A14 di Montemarciano.
A mezzo lettera il sindaco rispose di no perché il PRG non lo prevedeva. Apriti cielo!

Io cercai di far capire a costoro: la politica urbanistica è compito del comune e la gestione spetta all'amministrazione comunale e non ai partiti. I piani si chiamano regolatori e non elastici.
E poi la vecchia favola dei furbacchioni che mettono sempre avanti l'occupazione che non realizzano mai, ma gonfia i loro portafogli.
Una posizione netta chiara, politicamente ed istituzionalmente ineccepibile, a questi gli è andata per traverso e siamo arrivati ai nostri giorni.

Mi rivolgo ai chiaravallesi cercando di far capire qual'é la posta in gioco. Mi permetto anche di invitare gli eletti in consiglio comunale ad istituire una commissione composta da esperti di urbanistica e della legislazione (di chiara e cristallina fama) e di rappresentanti indicati dai cittadini che faccia chiarezza sugli strumenti urbanistici del passato e della loro pratica gestione. La politica si assuma le sue responsabilità, lasciando alla Magistratura il compito di intervenire in presenza di eventuali denunce.
Se non si fa chiarezza , non si va lontano. Una defenestrazione o un commissariamento partitico del sindaco e della sua amministrazione è un affronto per gli elettori che hanno voluto un cambiamento vero per la città.

Lettera firmata da Gianni Aquili, cittadino ed ex amministratore di Chiaravalle



Comune di Chiaravalle

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-05-2017 alle 16:57 sul giornale del 10 maggio 2017 - 2585 letture