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comunicato stampa

Lega Nord e Fratelli d'Italia: "Le bandiere di Fibbi e le storie di ordinarie follie Comunali"

7' di lettura
2001

da Lega Nord e Fratelli d'Italia
Senigallia


Mettetevi seduti e comodi, perché la storia che vi apprestate a leggere è complessa e articolata e riguarda l’ennesimo spreco di soldi pubblici della “Mangialardi’s Family”! Il racconto lo possiamo intitolare: “Storie di ordinarie follie Comunali”.

La vicenda ha inizio il 12 gennaio del 2010, quando il Comune di Senigallia emette una ordinanza nei confronti dei Sig.ri Giulio Fibbi e Caterina Ulisse obbligandoli a rimuovere un’asta con due bandiere messa sulla copertura di un fabbricato: “Ex Hotel Columbia”. L’ordinanza intima ai coniugi Fibbi di rimuovere entro tre giorni la bandiera di Forza Italia, ed entro 15 giorni la bandiera Italiana. Già questa distinzione di tempi fa capire bene dove il Comune voglia andare a parare e di come sia fumosa questa ordinanza. Il 26 febbraio del 2010 il TAR Marche sospende l’ordinanza su ricorso della famiglia Fibbi. Il 1° marzo 2010 il Comune emette una seconda ordinanza cambiando leggermente le motivazioni. Nuovo ricorso e nuova sospensiva del Tar Marche l’8 luglio 2010. Siamo solo all’inizio, quindi armatevi di pazienza voi che leggete. Il 4 novembre 2010 il Comune emette la terza ordinanza adducendo, ancora una volta, nuove argomentazioni per imporre la rimozione dell’asta e delle due bandiere.

Tutte e tre le ordinanze sono state studiate e redatte sempre dalla stessa persona: l’Ing. Roccato, pagato profumatamente con i nostri soldi pubblici, che ha speso mesi e mesi di lavoro per questo enorme e scandaloso “abuso edilizio” di un’asta con due bandiere (una delle due era di Forza Italia…chi vuol capire capisca). Anche questa terza ordinanza, su ricorso del cittadino, viene sospesa dal TAR Marche!!! Non solo, il TAR condanna il Comune al pagamento delle spese che al momento non sappiamo a quanto ammontano, ma con accurate e calme indagini ve le forniremo in un secondo tempo. Finita qui la storia? Assolutamente no. Il Comune di Senigallia decide di fare ricorso al Consiglio di Stato sulla 2° e 3° sospensiva del TAR. Il Consiglio di Stato respinge il ricorso della nostra Amministrazione! Sembra una comica, ma è invece una brutta realtà. A questo punto inizia una “battaglia cavillosa” tra la Provincia e i coniugi Fibbi, i quali di levare il pennone con la bandiera Italiana proprio non ci pensano, e quindi mettono in atto tutta una miriade di regole e regolette veramente assurde che la Provincia gli aveva elencato per poter tenere il tutto.

E’ impossibile raccontarvi quante e quali siano state, ma erano veramente tante, in pratica si erano “attaccati” anche sul materiale dei ganci che tenevano i tiranti del pennone. Provincia è Ing. Roccato, perché era sempre lui che cercava di fare pressione sulla Provincia per trovare il modo di mettere in difficoltà il Cittadino. Il cittadino però, caparbio non poco, soddisfaceva tutte le richieste possibili e inimmaginabili della Provincia, mettendo così a norma il tutto. Il 7 marzo del 2013 il TAR emetteva sentenza definitiva sulla vicenda. Una sentenza che non condannava nessuno, ma neanche assolveva nessuno, in pratica il solito modo italico di salvare “capre e cavoli”. Il 13 aprile 2013, vista la sentenza del TAR che diceva e non diceva, e visto che il cittadino aveva ricevuto dalla Provincia regolare abilitazione a tenere il pennone con la bandiera, questi decideva “LUI” di ricorrere al Consiglio di Stato contro appunto la sentenza del TAR e contro il Comune di Senigallia. A questo punto il Sindaco Mangialardi, non sapendo che pesci pescare e a che santo votarsi, il 5 agosto 2013 decide di scrivere una lettera all’allora Consigliere comunale Gabriele Cameruccio, questo il testo della lettera regolarmente protocollata in Comune:

“Gentile Consigliere, a lei, che si erge a fustigatore del contenzioso dell’Ente e che del tema ha fatto argomento di battaglia politica in ogni circostanza con una monotona e, spesso, confusa argomentazione, voglio evidenziare una situazione paradigmatica. Le è certamente nota la vicenda indicata in oggetto, altrettanto noto l’autore della vicenda, a suo tempo esponente cittadino di un partito politico, ben conosce lei la relativa sentenza del TAR Marche del 7 marzo 2013 in cui si dichiara….omississ… Ebbene, il Sig. Fibbi ed altri di fronte ad un pronunciamento così netto ed inequivocabile sul corretto operato del Comune ricorrono al Consiglio di Stato. Sarebbe stata sufficiente una semplice richiesta al Comune per regolarizzare la situazione di abuso e l’avrebbero facilmente ottenuta.

Invece NO! Il Sig. Fibbi ed altri non intendono rispettare le normative, né si curano dell’interesse generale, né prendono atto della sentenza del TAR e preferiscono ricorrere al Consiglio di Stato continuando così il contenzioso. L’Ente non può, ovviamente, assecondare il sopruso individuale e lo sprezzo della norma ed è costretto ad opporsi (a meno che lei non li persuada a recedere!), pur sapendo che ciò ha un costo rilevante: 19.000 Euro, denaro pubblico sperperato per una “ostinazione” infondata e arbitraria. Questo sarebbe stato evitabile se il cittadino Fibbi avesse rispettato le norme, o almeno, con sano gesto civico, avesse regolarizzato il plateale abuso commesso. Firmato Maurizio Mangialardi”

Lettera assurda e scandalosa del Sindaco, che cerca di scaricare sul Sig. Fibbi lo sperpero di denaro pubblico per una miriade di ordinanze e ricorsi partite dal Comune. E’ chiaro e palese che a questo punto, dopo tre anni di lotte tra ordinanze e ricorsi, oltre ad aver speso una cifra notevole, il Sig. Fibbi vuole che gli venga data ragione piena, ossia vuole che qualcuno metta per iscritto che fin dalla prima ordinanza del Comune c’è stata una vessazione cattiva e senza giustificata causa nei suoi confronti.

Il 23 maggio 2017, pochi giorni fa, il Consiglio di Stato, con sentenza definitiva, mette la parola fine a questa vicenda che grottesca è dire poco, condannando il Comune alla rifusione delle spese di lite del doppio grado di giudizio in favore dei Sig.ri Giulio Fibbi e Caterina Ulisse che si liquidano in complessivi 5.000 euro, oltre ai diritti ed accessori di legge e ordina che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.

La sentenza da piena ragione ai coniugi Fibbi, e le motivazioni scritte in essa sono dei veri macigni per la nostra Amministrazione. Alcuni passaggi sono chiari e limpidi: “Sicché, con gli atti impugnati per uno stesso fatto, il Comune ha soprapposto una coacervo eterogeneo di norme violate in contrasto ai principi di stretta nominatività, tipicità e legalità sostanziale che conformano in apicibus i provvedimenti sanzionatori.” E ancora: “L’asta portabandiera ed il basamento, realizzati nel 1999 sul lastrico solare di proprietà dei ricorrenti nell’edificio condominiale, non occupano alcuna volumetria, non modificano lo stato dei luoghi in misura permanente, sono opere meramente accessorie, separate dall’edificio principale e strumentali all’ornamento ed alla rappresentazione iconografica di interessi (data l’apposizione della bandiera italiana) degni di rilievo sociale.” E per finire: “Il Comune in un primo momento ha contestato la violazione della normativa urbanistica e paesaggistica; di seguito la violazione delle norme poste a presidio della pubblica e privata incolumità; per poi, una volta esclusa la pericolosità dall’Ente provinciale competente, ritenere violate le disposizioni relative alle costruzioni in zona sismica”.

Come ben si evince il Comune dal 2010 ha vessato, sbagliando, un cittadino per un qualche cosa che era regolarissimo, e a dirlo è il Consiglio di Stato, non chi scrive. In questa vicenda il Comune ha speso migliaia e migliaia di euro, soldi pubblici dei cittadini, solamente per andare contro a chi aveva messo su quel pennone anche la bandiera di Forza Italia! Una condotta Amministrativa vergognosa e scandalosa, perché le hanno tentate veramente tutte senza vincerne neanche mezza!!!
Gentili Signori, questa è l’Amministrazione di Senigallia, così butta i soldi e così agisce! Nel caso tutto questo vi dovesse piacere, rivotateli anche la prossima volta!





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-05-2017 alle 18:24 sul giornale del 30 maggio 2017 - 2001 letture