Il centro sociale Malarlevèt chiuso dal Comune. "Provocazione inaccettabile"

Il centro sociale Malarlevèt chiuso dal Comune. "Provocazione inaccettabile" 2' di lettura 15/01/2017 - Sabato mattina ci siamo presentati allo Spazio Popolare Malarlevèt per il baratto e la raccolta di prodotti di prima necessitá per le popolazioni delle zone terremotate che da mesi il collettivo porta avanti con le Brigate di Solidarietà Attive. Al nostro arrivo abbiamo trovato il nostro spazio, centro sociale attivo da piu di trent'anni in città, chiuso con sigilli amministrativi.

Il comune ha così deciso di porre fine ad uno spazio che in tutti i suoi anni di attività ha offerto alla cittá centinaia di attività, iniziative (politiche, culturali e aggregative), laboratori, corsi di lingua e quant'altro. Un posto insomma dove immaginare un modo diverso di stare insieme, libero dalla mercificazione, dove mettere in pratica solidarietà di base e organizzazione politica, ma anche cultura libera e indipendente. Probabilmente al Comune tutto questo non era gradito e ha così deciso di negarlo alla cittadinanza.

Tutto ciò non arriva dal nulla, dietro alle scuse dell'inagibilitá dello spazio si cela infatti la volonta di spazzare via il luogo dove in trent'anni si e organizzato il dissenso: proprio da qua sono nati negli anni diversi collettivi, comitati per la difesa del territorio, il comitato per il diritto all'abitare, collettivi studenteschi e il comitato no sociale che ha preso parola sul recente Referendum Costituzionale, ma anche critica della mala amministrazione cittadina portata avanti da anni, dalla giunta Ceriscioli prima e dalla giunta Ricci ora.

Questa operazione di chiusura non viene dal nulla, in Italia sempre piu spazi sociali vengono chiusi in un processo di normalizzazione portato avanti senza nessun tipo di dialogo a suon di operazioni di polizia con la finalità di appiattire qualsiasi tipo di dissenso. Matteo Ricci, sindaco della "provincia felice" dell'emergenza abitativa incalzante e del lavoro nero a suon di voucher, personaggio di spicco del Partito Democratico sceglie la linea dei suoi "compari" (ricordiamo il sindaco PD Merola, della vicina Bologna, che reprime col bastone qualsiasi tipo di dissenso in città e sgombera e sfratta famiglie e spazi sociali con una cadenza quasi quotidiana) nel negare qualsiasi tipo di dialogo e porre i sigilli al nostro Spazio.

A questa provocazione che reputiamo inaccettabile risponderemo quanto prima. Rilanciamo per tanto per la giornata di lunedì 16 Gennaio con un presidio dalle 9 del mattino davanti allo Spazio Popolare Malarlevèt (via leoncavallo 15) per poi spostarci sotto il comune in piazza del Popolo verso le 12, culminando alle 18 con un’assemblea pubblica.


   

da Spazio Popolare "MalArlevèt" Pesaro





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 15-01-2017 alle 08:44 sul giornale del 16 gennaio 2017 - 8158 letture

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