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Lodolini. Referendum: Perché Sì. 4. Camera e il Senato non saranno più doppioni, si semplifica il procedimento legislativo

3' di lettura
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da On. Emanuele Lodolini
parlamentare Pd


Emanuele Lodolini, deputato PD

Siamo l’unica democrazia parlamentare al mondo che ha due Camere elette allo stesso modo che fanno le stesse cose.

Con la riforma della Costituzione, la Camera dei Deputati sarà la sede fondamentale del potere legislativo e avrà il compito di dare e revocare la fiducia al Governo. Il Senato diverrà la camera delle Regioni e dei Comuni e avrà inoltre il compito di collegamento tra Stato, autonomie e Unione Europea.

Per quanto riguarda il procedimento legislativo, poi, contrariamente a quanto affermano i sostenitori del no, la riforma introduce due diversi procedimenti legislativi, quello bicamerale e quello monocamerale. Il procedimento bicamerale (che attualmente si applica a tutte le leggi) è riservato alle cosiddette Leggi di sistema che vengono approvate di rado. Il secondo procedimento si applica in tutti gli altri casi. La Camera esamina dunque il disegno di legge che, una volta approvato viene trasmesso al Senato, il quale ha trenta giorni per esaminarlo. Se completato l’esame il Senato ritiene di proporre delle modifiche, la Camera dovrà esaminare le eventuali proposte, non essendo obbligata a conformarsi.

Ma come verranno eletti i nuovi Senatori?

I Consigli regionali eleggeranno i senatori, in “conformità alle scelte espresse dagli elettori”. Sarà la legge ordinaria, a riforma approvata, a stabilire come verranno eletti.

I Consigli regionali prendono atto, alla prima seduta, dell’elezione dei consiglieri votati anche come senatori, 74 in tutto. Avviene così anche negli Usa: a dicembre i grandi elettori eleggeranno formalmente Trump

Dunque i cittadini che andranno a votare per i presidenti di Regione e per i Consigli regionali voteranno chi si candiderà come senatore. Il Parlamento funzionerà meglio, i senatori da 315 diventano 100. Adesso in Italia, con 60 milioni abitanti, abbiamo quasi il numero di parlamentari della Cina, che ha 1 miliardo e 200milioni di abitanti

Piccola postilla.
Tra le tante bugie messe in giro dal variegato fronte del No ne voglio affrontare qua una: quella sulla c.d. "clausola di supremazia" e sul fatto che con la riforma sarebbe, ad esempio, più facile realizzare rigassificatori o inceneritori.

1) Lo "Stato" che esercita la clausola di supremazia non è lo stesso "Stato centralista" di oggi, poiché l'esercizio della clausola di supremazia presuppone sempre il necessario intervento del Senato sulla legge di supremazia (cfr. artt. 117.4 e art. 70.4); quindi quel che è certo è che non c'è esercizio di clausola di supremazia senza che sia assunto - indefettibilmente - il parere delle autonomie territoriali attraverso il Senato;

2) Non solo, a differenza di ora, se le autonomie territoriali (attraverso il Senato) propongono a maggioranza assoluta una modifica al disegno di legge governativo di supremazia la camera dei deputati può riapprovare il disegno di legge solo, a sua volta, a maggioranza assoluta;

3) In ogni caso, fino a qui e negli ultimi quindici anni, lo Stato ha potuto intervenire e la Corte costituzionale ha legittimato tutti gli interventi dello Stato in materia ambientale (dallo stoccaggio dei rifiuti radioattivi in giù) senza alcun particolare problema.

1. Più democrazia diretta, più forza all’istituto referendario
2. Riforma attesa da 30 anni, breve storia dei tenetativi falliti
3. La riforma non tocca la prima parte della Costituzione



Emanuele Lodolini, deputato PD

Questo è uno spazio elettorale autogestito pubblicato il 27-11-2016 alle 23:59 sul giornale del 29 novembre 2016 - 779 letture