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Fabrizio Volpini (Pd): "Ecco perchè voterò NO al referendum sulla riforma costituzionale"

3' di lettura
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di Giulia Mancinelli
senigallia@vivere.it


fabrizio volpini

E' sempre più evidente la frattura, interna al Partito Democratico, in vista del voto per il referendum sulla riforma costituzionale di domenica prossima.

Dopo la senatrice Pd Silvana, da tempo schierata per il no alla riforma Boschi, arriva ora anche la posizione contraria di Fabrizio Volpini, attuale presidente della commissione regionale sanità.

"In questi mesi ho seguito con attenzione il dibattito sulla riforma costituzionale, ho cercato di informarmi leggendo e ascoltando quanti, da entrambi le parti, hanno cercato di restare nel merito del testo, lasciando da parte slogan, tifoserie e scenari apocalittici che nulla hanno a che vedere con la riforma -afferma Volpini- Ora posso dire di essere convinto che questa riforma costituzionale sia sbagliata, scritta male, se approvata creerà più problemi di quelli che dice di voler risolvere. Non si supera il bicameralismo perfetto, ma anzi si aumentano e soprattutto si complicano le procedure, il nuovo Senato non è affatto il Senato delle regioni, ma un organismo pasticciato in mano alle segreterie di partito.

Il vero ed efficace cambiamento era di eliminarlo in toto. Ma quello che più mi ha convinto è l'argomento che più mi sta a cuore, quello della sanità. Ho ascoltato delle demagogiche sciocchezze,tirare in ballo malati di cancro, bambini e diabetici. Ho cercato di verificare se in effetti potesse esserci un vantaggio per la salute dei cittadini dalla riforma del titolo V e, con meraviglia, mi sono accorto che nei fatti non cambia nulla. Di fatto la riforma ribadisce una competenza concorrente, ma spacchettata in due elenchi: da una parte ciò che fa lo Stato, dall’altra parte ciò che fanno le regioni, esattamente com’è ora. E anche la clausola di supremazia, tanto sbandierata quando di parla di salute, è già prevista nei fatti nella nostra costituzione all'articolo 120 che recita che «Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni […] quando lo richiedono la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali".

Non c'è nulla di questa riforma che mi convince che dal 5 dicembre il il Paese possa ripartire più forte. Al contrario, temo che questa costituzione, che ha unito l'Italia dopo il disastroso ventennio fascista, renda il paese più fragile e più diviso. Che quel recinto democratico costruito dai padri costituenti per proteggerci dal ripetersi dalle ambizioni di pochi di porsi a capo del Paese, ne esca indebolito e più esposto a pessimi governi. Mi sono quindi persuaso che, restando nel merito, la nostra costituzione dovrebbe essere letta e applicata, prima di essere riformata. Per questo domenica 4 dicembre il mio voto sarà convintamente un No!"



fabrizio volpini

Questo è un articolo pubblicato il 27-11-2016 alle 16:05 sul giornale del 28 novembre 2016 - 2536 letture