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Declassamento e mancata sostituzione del personale: l'Associazione tutela diabetico si mobilita

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da Associazione Tutela Diabetico Jesi


Diabete

Sono due le problematiche più importanti per il Consiglio Direttivo dell’Associazione Tutela Diabetico (ATD) di Jesi: il probabile declassamento del Centro Diabetico (CAD) di via Montello e la mancata sostituzione del personale medico attualmente in maternità.

Il declassamento, a dire il vero, non riguarda soltanto Jesi, ma i 13 esistenti nelle Marche, così come già avvenuto per Camerino e Urbino dove i diabetici si trovano a doversi “servire” nei rispettivi ospedali.

Per fronteggiare questo provvedimento, la Federazione Regionale delle Associazioni di tutela dei diritti dei diabetici marchigiani (ATDM) ha promosso una petizione finalizzata a contrastare il declassamento/chiusura dei centri, così come a favore della costituzione di un Dipartimento Diabetologico Regionale Trans-murale.

Ma ritorniamo alla realtà di Jesi; il centro jesino, ci fa sapere il Presidente dell’ATD, Giovanni Speranza, assiste qualcosa come 11mila pazienti provenienti dall’area della Vallesina e non solo. Già, perché grazie all’assistenza dei volontari dell’ATD ed alla professionalità del dott. Walter Piva e del suo staff, al centro jesino si rivolgono anche pazienti provenienti da località marchigiane, dall’Umbria e da province limitrofe alla regione. Undicimila diabetici non sono certamente pochi, se si considera che in tutta la regione i cittadini affetti da tale patologia sono circa 40mila.

Ora ci si domanda: che interesse c’è a voler declassare il CAD jesino quando questo funziona egregiamente tanto che sono oltre 2.200 i soci/pazienti che hanno sottoscritto l’adesione all’ATD per l’anno in corso? Di questa situazione si è fatto portavoce il rag. Speranza ed i membri dello stesso consiglio direttivo dell’ATD da lui presieduto; una Associazione tra le più vecchie nella regione, essendosi costituita nell’ormai lontano 1985 grazie alla spinta di Massimiliano Gatti ed altri concittadini sensibili alle problematiche legate a questa malattia.

Col passare del tempo l’ATD si è fatta conoscere e negli ultimi sette anni, da quando Speranza ne ha assunto le redini, ha raggiunto un alto grado di apprezzamento riconosciuto dagli utenti che hanno ritenuto opportuno dotare il Centro di apparecchiature di alta tecnologia utili per il benessere dei pazienti.

Non solo, l’Associazione ha anche promosso incontri e dibattiti ai quali hanno partecipato numerosi soggetti; incontri e dibattiti tenutisi in occasione della giornata mondiale del diabetico ed in quella di svolgimento dell’Assemblea annuale dei Soci. In queste occasioni il dottor Piva svolge relazioni scientifiche di grande interesse, particolarmente apprezzate dai presenti. Ma veniamo al problema personale sanitario.

Secondo quanto riferito da Speranza c’è la possibilità “che l’Amministrazione di Jesi non sostituisca la Dott.sa Canibus, attualmente in maternità, come per legge, unico medico strutturato oltre al responsabile del centro (il Dr. Piva ndr)”. Tale notizia ha logicamente creato preoccupazione sia perché oggi tutto è sulle spalle del Dr. Piva, sia anche per il fatto che in un altro settore della sanità ciò non è accaduto; “di recente – dice il rag. Speranza – a Jesi si è provveduto alla sostituzione, per maternità, del medico di neuropsichiatria infantile, inizialmente bocciata”.

Sulla base di questo “precedente” il presidente dell’ATD dice: “Si segua questo esempio”. Soluzioni di ripiego, a costo zero, potrebbero essere quelle di dirottare a Jesi quei diabetologi impegnati in zone dell’Area vasta che lavorano in CAD con un numero di utenti minore di quelli di Jesi (il riferimento è a Fabriano o Senigallia) oppure impiegare “il medico sottoutilizzato” in servizio nella Casa di Salute di Cingoli che in passato ha frequentato il CAD ed ha fatto domanda di mobilità.

Attualmente l’Associazione è impegnata a far sottoscrivere a tutti i cittadini una petizione al fine di sostenere la Federazione Nazionale Regionale contro la chiusura dei centri diabetologici; le adesioni raccolte saranno consegnate al Presidente della Regione Marche.

Chi volesse sostenere questa battaglia democratica degli ammalati di diabete può firmare la petizione sia nella sede del Centro, in via Montello, così come nella Farmacia Comunale 1 di via S. Francesco, la Comunale 2 di via Ancona ed in quelle che hanno aderito alla campagna “Conosciamo il diabete in farmacia”. Convenzione Federfarma/ATDM. Problemi solo apparentemente complessi la cui risoluzione, invece, appare a portata di mano. Questo purché ci sia la volontà, da parte dei vertici della sanità, di affrontarli senza pregiudizi, arroccamenti ideologici e dannosi campanilismi.



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Questo è un articolo pubblicato il 15-03-2014 alle 20:29 sul giornale del 16 marzo 2014 - 3104 letture