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comunicato stampa

Ciclabile su ferrovia Fano-Urbino: interviene la FVM

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Ultimamente la ferrovia Fano Urbino è stata presa di mira anche dal Circolo di Italia Nostra di Pesaro e Fano, che si è unito al coro delle associazioni ambientaliste fanesi (Argonauta, Comitato Bartolagi, Lupus in fabula, For.bici). La sua intenzione è quella di trasformare la ferrovia Fano Urbino in pista ciclabile allineandosi alle intenzioni del presidente Ricci.

Ricordiamo che, a suo tempo, il Circolo Italia Nostra di Fermo, al contrario, criticò duramente la decisione di dismissione della tratta da parte della Regione e che Italia Nostra partecipa attivamente alla Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate. Il Circolo di Pesaro, silente fino ad oggi, adesso esprime un parere (incauto). Strana coincidenza temporale per questo intervento, visto che mercoledì 5 p.v. sono stati convocati in Provincia i sindaci della vallata per esprimere il loro parere sulla sorte della Ferrovia Metaurense. Altra strana coincidenza è che il tutto accade in collaborazione con le associazioni "cosiddette" ambientaliste di Fano, sempre molto tiepide sul ripristino della ferrovia: la concezione di governance della città della Fortuna e del territorio del bacino metaurense viene, così, fortemente condizionata da interessi e forse da esigenze private.

Dietro questo ambientalismo di facciata in realtà si nasconde la totale incompetenza per i problemi della città e della vallata e si intravede solo una difesa di interessi personali, di quartiere e politici. Cosa importa a costoro se il traffico di Fano continuerà ad essere assorbito in modo sempre più crescente dagli altri quartieri della città? Cosa importa a costoro se gli abitanti della vallata, oltre a non avere altre alternative di spostamento che il proprio automezzo, dovranno pagare anche il pedaggio per la nuova autostrada metaurense? Cosa importa a costoro se il trasporto pubblico è al collasso e, se non vi sarà un radicale cambiamento, aumenteranno per gli utenti sia il disservizio che i costi? Cosa importa a costoro se Urbino, perla turistica e culturale del nostro territorio, non avrà il servizio ferroviario come tutte le grandi città culturali europee? Cosa importa a costoro se la ferrovia Fano Urbino, ricostruita secondo le tecnologie attuali, potrebbe avere prestazioni eccezionali, con velocità fino a 130 km nella tratta Fano Fossombrone; potrebbe alleviare i problemi legati all'inquinamento, alla facilità di comunicazione, alla sicurezza; potrebbe apportare un miglioramento della qualità della vita, un riqualificamento del territorio ed un rilancio delle piccole e medie attività della nostra imprenditoria, oltre ad essere un formidabile volano turistico?

Anche riguardo ai costi di ripristino si assiste ad una scandalosa mistificazione: si vocifera, da parte degli uffici tecnici provinciali, di cifre sull'ordine di 150-200 mil. di euro (?)(!) mentre i costi reali, dedotti e basati dai protocolli industriali, possono variare da 40 mil. fino a 90 mil., treni inclusi, a seconda delle caratteristiche ed esigenze di trasporto. Quindi coloro che hanno fatto il danno, ottenendo in modo surrettizio la dismissione, adesso si atteggiano a paladini del salvataggio del sedime e faranno in modo da convincere i sindaci sulla validità dell'operazione "Acquista e salva il sedime ferroviario". La motivazione? Si afferma, in modo opinabile, da parte della Provincia che le Ferrovie dello Stato minacciano di vendere il tracciato o parte di esso. Di conseguenza si avalla l'acquisto da parte delle amministrazioni locali per la cifra di 4,5 milioni di euro, valore del tutto irrealistico. A volte la Storia è testimone di fatti incongrui se non addirittura paradossali: i comuni della Vallata hanno già pagato per la realizzazione della ferrovia nel lontano 1913 ed ora devono ripagare per vederla distrutta per sempre (questo è il vero scopo della macchinosa operazione); dovranno, inoltre, sborsare altri soldi per convertirla in ciclabile (senza averne il benchè minimo ritorno economico), metterla in sicurezza (compresi i ponti e le gallerie) e poi mantenerla fruibile (!) (!) (!)..

L'Associazione FVM consiglia ai sindaci di stimolare il presidente Ricci a recarsi a Roma presso il Ministro dei Trasporti Lupi, presso la Commissione Trasporti, presso l'Ing.Moretti, presso Matteo Renzi e l'On. Letta, per chiedere loro scusa ed ammettere di avere preso un bel "granchio" (tale è giudicata questa determinazione da tanti esperti in trasporti e sviluppo economico) arrecando così danni al territorio ed alla propria gente. Di contro è bene che i cittadini sappiano che da parte della Commissione Trasporti, come evidenziato in una recentissima audizione con FVM, non si aspetta altro che un segnale positivo dagli Enti Locali per agire in favore del ripristino grazie al reperimento di nuovi fondi europei per il trasporto. Esiste, inoltre, una Proposta di Legge dello Stato sulle ferrovie turistiche avanzata dall' On. Di Iacono (PD), (la n° 1178 presentata in data 10/06/2013), che individua la ferrovia Fano Urbino, insieme ad altre sei pregevoli e note tratte italiane, come tratta da utilizzare a scopo turistico; detta Proposta è sottoscritta da altri ventuno deputati (tutti PD). E’ sufficiente che tale Proposta diventi Legge e la ferrovia sarà salvaguardata senza far sborsare un centesimo alle comunità già oppresse dalla crisi. Tremenda, a questo punto, è la responsabilità degli amministratori di prendere decisioni che compromettano lo sviluppo economico dei loro territori.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 05-02-2014 alle 09:11 sul giornale del 06 febbraio 2014 - 4717 letture