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Maxi frode fiscale da 25 mila euro grazie a società 'fantasma'. Era partita da uno studio commercialistico

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Maxi frode fiscale per oltre 25 milioni di euro con epicentro ad Ancona. Scoperta dalla Guardia di Finanza una colossale struttura internazionale di società completamente fittizie e create ad arte per evadere il fisco. Il tutto era partito da uno studio commercialistico ad Ancona. Diciasette denunce.

Un risultato, questo, raggiunto in due anni di indagini da parte del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Ancona e dirette dalla Procura della Repubblica di Ancona che hanno permesso di acclarare una delle più estese evasioni fiscali mai riscontrate nel capoluogo dorico.

La dinamica della frode al fisco prevedeva, in primis, la costituzione di società di diritto panamense, inglese e sammarinese del tutto inesistenti che avevano il compito di “drenare” all’estero le risorse attive di altre imprese nazionali in difficoltà, vanificando, così, ogni forma di azione legale o di pretesa da parte dei creditori. In particolare ben 18 società sono state utilizzate per simulare compravendite di beni ed anche ricorrendo a fiduciarie italiane ed elvetiche in modo da “schermarne” la reale proprietà, fino al trasferimento definitivo dei patrimoni presso le imprese estere. La fase successiva del gigantesco illecito ha riguardato la creazione, in capo alle imprese nazionali, di costi rilevanti, quanto inesistenti, in modo da abbattere i relativi redditi imponibili per oltre 25 milioni di euro.

Tra queste la creazione di una società di software costituita con l'unico scopo di simulare la compravendita di programmi informatici per un valore complessivo di 15 milioni di euro, anch'essi del tutto fittizi, destinati a far crollare gli utili della società acquirente. La terza fase è stata, invece, quella di dirottare verso conti correnti bancari radicati sia in Svizzera che a San Marino ed in Gran Bretagna le risorse sottratte al fisco.

A fungere da "capofila" del piano delinquenziale uno studio commercialistico di Ancona sotto la cui "influenza" operavano gli artefici dei reati, ricorrendo a sofisticati espedienti contabili ed alla falsificazione di fatture per simulare la regolarità di tutte le transazioni oggetto di indagine.

Il Pubblico Ministero procedente, inoltre, ha disposto l’esecuzione di numerose rogatorie internazionali, perquisizioni e sequestri probatori di documentazione contabile, bancaria e di supporti informatici i cui contenuti hanno confermato i sospetti degli investigatori.

Un bilancio significativo, quello dell'operazione "winding up", che conta oltre 25 milioni di euro di redditi sottratti al fisco, 18 società sottoposte a verifica fiscale e ad indagini penali e 17 persone indagate a vario titolo per vari reati tra i quali "riciclaggio, frode fiscale, bancarotta fraudolenta, trasferimento fraudolento di valori all’estero e truffa".



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Questo è un articolo pubblicato il 23-12-2013 alle 16:24 sul giornale del 24 dicembre 2013 - 3357 letture